Lezione 1 – Tutti sanno cos’è una storia finché non si siedono a scriverne una

Se sei un aspirante scrittore hai l’80% di possibilità di non saper costruire una storia. Il dato è calcolato a spanne ma ha un senso.

A inizio anni 90 ho intervistato una dozzina di editor di case editrici. Negli anni successivi, lavorando nel cinema, ho parlato con molti lettori di sceneggiature. Dalle loro parole ho ricavato a grandi linee il dato, che merita un bold: l’80 % dei dattiloscritti che arrivano non contiene una storia, o ne ha una abbastanza sballata da non poter essere definita tale.  Si tratta di una notizia surreale, come se metà degli aspiranti calciatori si presentasse ai provini giocando con le mani e cercando di fare canestro.

Il fatto è che la nostra tradizione culturale è non-narrativa. È giuridica, religiosa e poetica: è fatta di “cose da dire” o “sentimenti da esprimere”,  non di “storie da raccontare”. I nostri grandi autori sono poeti (Dante), diaristi-saggisti-poeti (Leopardi), autori di racconti (Boccaccio), favolisti (Collodi). Non abbiamo avuto Shakespeare o Flaubert, Tolstoj o Cervantes. Nel più grande romanzo della nostra tradizione, i Promessi Sposi, per risolvere la trama non a caso interviene la Provvidenza. È un dato simbolico troppo sottovalutato!

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Tutto questo si riassume nella grande scuola di scrittura creativa che educa la nazione da decenni: il tema. Esistono due prototipi di tema, declinati in infinite variazioni: “Cosa hai fatto sabato?” e “Cosa pensi della guerra?”. La prima formula è una istigazione a raccontare gli affari tuoi, la seconda insegna ad esprimere idee nobili nel modo più prolisso (il tema infatti è valutato a metri, come il lavoro degli imbianchini).

Dopo 15 anni di questo addestramento, se decidi di scrivere una storia, sei nei guai. Dei tuoi nobili pensieri e dei tuoi piccoli aneddoti al mondo non gliene frega una ceppa. Capisci che in qualche modo devi costruire una storia, ma non sai come si fa.

In questi casi, qualcuno si aggrappa alle idee e alle teorie. Nasce così la figura dello scrittore “ossessionato non da una storia ma dal nudo scheletro di qualche concetto astratto” (Flannery O’ Connor). È lo stadio artisticamente poco evoluto dell’intelligenza, lo stadio di chi “ha idee che scambia per emozioni” (Regina Zabo, Daniel Pennac). Il risultato è un testo che si lancia in acrobazie strutturali, sperimentalismi ed “effetti speciali” che non sono chiamati dalla materia ma appiccicati per certificare le proprie abilità. Testi pieni di intelligenza ma con poche emozioni, che si limitano a conciliare il sonno.

Quando un talento cade nel tunnel nell’intelligenza, la diagnosi è sempre quella: gli manca una storia da raccontare.

Buttare la zavorra

Si dice che “gli scrittori devono avere qualcosa da dire”, ma è il lapsus involontario con cui il nostro sapere collettivo si tradisce: chi ha qualcosa da dire deve darsi alla politica, alla filosofia o alla radio. Per scrivere un romanzo o un film bisogna avere qualcosa da raccontare.

E questo non perché sta scritto in qualche Libro Magno dell’Estetica, ma perché ciò che abbiamo da trasmettere è una sostanza indefinita, una qualità dello sguardo che si esprime solo in modo indiretto, parlando d’altro. Raccontando una storia, appunto.

Poi certo, tutti conosciamo 12 teorie secondo cui raccontare una storia è superato, o è commerciale o poco artistico, o… Non ho argomenti per smentire queste teorie in astratto, ma ne ho uno per confutarle in pratica: per chi scrive sono mortali. Scrivere senza avere una storia da raccontare è come far l’amore senza essere eccitati. Si può fare, ma si gode poco, tutti quanti. E tanto basta, per quanto mi riguarda.

Purtroppo, nelle antologie che ci hanno appioppato da giovani, gli scrittori non vengono presentati come costruttori di storie, ma come Grandi Capoccioni che vogliono scandagliare il disagio esistenziale, inchiodare la società alle sue colpe, descrivere la tragedia del vivere, denunciare la borghesia, o tradurre in romanzi le scoperte della psicoanalisi, della sociologia e della fisica.

Certo, hanno fatto anche quello ma lo hanno fatto per mezzo di una storia. Raccontare che hanno fatto solo quello, è un depistaggio; è come dare a un ragazzo un cd di Vasco Rossi dicendo “questo autore analizza il disagio giovanile con un vitalismo venato di spiritualità, descrivendo la quotidianità di una provincia sospesa tra slanci verso l’assoluto e ricerca decadente del piacere”. Il ragazzo butta via il cd senza neanche togliere il cellophane.

Non ha senso parlare di Vasco senza ascoltare le sue canzoni e lo stesso vale per i romanzi perché, come dice Forster, “i romanzi sono innanzitutto un canto” e, come sostiene Nabokov, gli scrittori sono soprattutto “incantatori”.  Amputati del canto dell’opera, gli scrittori delle antologie sembrano sociologi del Censis o pazzi che predicano ad Hide Park.

Avrete notato che molti bravi autori dicono “io non so niente, volevo solo scrivere una storia”. Non è falsa modestia né un modo di schermirsi: è un igienico principio operativo. Alla scrittura si va nudi e inermi come neonati. Se abbiamo qualcosa da dire, entrerà comunque nelle nostre storie. E se non ce l’abbiamo, avremo comunque scritto una storia onesta.

In pratica: per scrivere dobbiamo prendere le nostre geniali idee, le nostre acute teorie, i nostri squisiti ragionamenti, le abilità tecniche di cui andiamo tanto fieri, e gettare tutto nel secchio dei rifiuti. Quella è la zavorra che impedisce di volare.  Nabokov dice che nella scrittura “le grandi idee non servono a nulla”.

Certo, buttare la zavorra è difficile. Le teorie e l’intelligenza aiutano ad evitare il terrore del nulla, la voragine su cui non osiamo sporgere lo sguardo, quella strana angoscia a cui non sappiamo dare un nome. E invece basta, stavolta un nome glielo diamo, in una riga, pure col bold: Vogliamo scrivere, ma non abbiamo una storia.

Nell’80% dei casi questo è il problema. E quindi la prima parte del corso sarà dedicata a imparare come si scrive una storia. Sono concetti nati studiando fonti diverse, da sottili testimonianze dei grandi romanzieri a tecniche di sceneggiatura che ti dicono a quale pagina mettere la prima svolta e il primo colpo di scena (se siete curiosi, pagina 10 e 30). Il testo è scritto citando soprattutto autori classici e parlando di romanzi per il semplice motivo che il nostro sapere narrativo nasce da lì.

La stessa Hollywood, per anni Maestro Unico delle narrazioni, non ha fatto altro che analizzare 2000 anni di sapere europeo, e ricavarne regole che poi ci ha rivenduto come proprie.  Le tecniche americane di sceneggiatura nascono da Omero, da Aristotele, dall’analisi dei miti e dall’epopea del romanzo classico europeo (non lo dico io, lo dicono loro, gli americani). Non si capisce perché, per imparare a scrivere un film, non dovremmo abbeverarci alle nostre fonti. Lo hanno fatto i vari guru americani della sceneggiatura, possiamo farlo anche noi.

La non-storia e l’iper-storia

Prendiamo un prototipo di storia sbagliata che ammorba di tedio editori e produttori cinematografici italiani (sono loro a dirlo). La storia, giunta in migliaia di varianti ai loro lettori, è questa: c’è un essere che somiglia all’autore, sta fra i 25 e i 30, è incerto sul suo destino, non sa che mestiere fare, vivacchia tra sogni di grandezza e insicurezze, è indeciso anche in amore e non riesce a trovare la propria strada. Così procede tra lavori casuali, viaggi casuali, amori casuali. Ad esempio all’inizio lavora in un call center ma viene licenziato, va a lavorare in una pizzeria dove si riempie di chiazze perché è allergico alla farina, si innamora di una ragazza splendida che sparisce dopo la prima notte d’amore, lui depresso sbaglia un impasto e viene licenziato dalla pizzeria, poi va a lavorare da una parrucchiera che si innamora di lui e lo perseguita, allora si licenzia, ma reincontra la ragazza bellissima che però sparisce di nuovo, allora va a lavorare da un avvocato alcolizzato e…

Provate a raccontare questo inizio di “storia” agli amici. Siccome vi vogliono bene, diranno “interessante”, che è la traduzione ufficiale dello sconveniente “che due palle”. In realtà questa è una non-storia, non si prende da nessuna parte, e non va da nessuna parte. Se raccontate l’inizio di una buona storia, la gente non dice “interessante”. Chiede “E poi cosa succede?”. Questa domanda è l’unica prova che una storia ha qualche valore. Qualunque altra cosa dicano, significa che non funziona.

Un difetto opposto – ma in netto aumento – è l’iper-storia, in cui l’aspirante sente che per scrivere deve raccontare qualcosa ma, non avendo compreso la funzione profonda della trama, la usa come i cattivi registi usano gli effetti speciali: a piene mani, spargendo fatti e colpi di scena come un fertilizzante. Più ce n’è, meglio è.

Spesso partono comunque da un personaggio che gli somiglia (il classico essere tra i 25 e i 30, eccetera) ma lo inseriscono in un gorgo di eventi stratosferici che, per il loro carattere eccessivo, risultano privi di ogni reale tensione emotiva. Siccome la realtà non offre abbastanza appigli, i “forzati della storia” attingono dal supermarket cinematografico e dagli aspetti più pulp dell’attualità. Così il protagonista incontra spietati mafiosi dandy, macellai che trafficano in organi,  poliziotti che praticano magia occulta, direttori di banca iscritti all’ordine dei templari, serial killer non vedenti, eccetera, eccetera, in un crescendo abbacinante che dovrebbe inchiodare il lettore alle pagine. Invece il lettore sbadiglia perché questa storia è piena di figure poco credibili che paiono lanciate col paracadute dal cielo dall’immaginario collettivo per atterrare in un punto o l’altro del racconto a seconda di dove tira il vento, senza necessità.

Ecco dunque i prototipi estremi di due errori molto diffusi. In uno c’è un giovane incerto a cui accadono fatterelli insignificanti. Nell’altro c’è un giovane incerto che combatte contro l’immaginario cinematografico e una caricatura dell’attualità. La diagnosi è la stessa, sempre quella, sempre ovvia: nessuno dei due aveva una storia da raccontare.

La lezione non è finita ma ci sono 30 secondi di pubblicità da parte di chi ha reso possibile questo Corso gratuito: vi prego di aprirla 🙂

OK, SONO SEMPRE IO

Il corso è un regalo, sta qua dal 2009 e non l’ho mai usato per promuovere le mie cose. il-giro-della-verita-fabio-bonifacci
Faccio eccezione per questo romanzo a cui tengo in modo particolare.

Perché è il mio primo vero romanzo, perché sognavo di farlo da quando ero bambino, perché secondo me è  molto bello.

Puoi leggerlo perché ti piace lo stile con cui è scritto il sito.
Per capire se e come le regole del corso funzionano nella pratica di una narrazione. 
Perché frequenti il sito da anni e se ti dico che è bello, ti fidi.
Perché non ti fidi, e vuoi scrivere una stroncatura che sarà pubblicata qua.
Perché il romanzo sinora è piaciuto molto a chi lo ha letto. 

Oppure puoi non leggerlo, io capirò: la vita è breve e i libri sono tanti. Però un po’ mi dispiace.

Qua puoi saperne di più. E grazie per l’attenzione.

Differenza pratica tra storia e pseudo-storia

Perché questi due racconti sono “pseudo-storie”? Cosa li differenzia da una storia? La riposta completa l’avrete alla fine della sezione, ma anticipiamo qualche criterio “misurabile”.

Nelle pseudo-storie i fatti sono “casuali” e “non necessari”. Va notato che queste non sono categorie mistiche ma hanno un risvolto pratico: i fatti casuali e non necessari sono quelli che si possono spostare senza danno da un punto all’altro del dattiloscritto. Se il protagonista della “non storia” va all’inizio a lavorare dall’avvocato ubriacone e alla fine al call center, non cambia nulla. Se il protagonista dell’iper-storia incontra prima i poliziotti satanisti o il serial killer non vedente, è uguale.

Prima definizione: la buona storia è quella in cui gli eventi non si possono spostare. Prendete l’ultimo romanzo o l’ultimo film che vi ha davvero appassionato: provate a sostituire un fatto che sta alla fine e metterlo all’inizio. Con ogni probabilità non ci riuscite. Se vi ha appassionato, vuol dire che è una buona storia, e nelle buone storie i fatti non si possono spostare.

Le buone storie sono “architetture organiche” in cui ogni pezzo ha una funzione strutturale: se provi a toglierne una, crolla tutto. Nelle buone storie, gli episodi della trama  possono stare solo nel punto in cui sono.

Ma come si fa a costruire una storia così? Proviamo a fare un esempio.

Un esempio in diretta

Prendiamo il protagonista comune alle due pseudo-storie e proviamo a costruire un racconto su di lui. Per prima cosa dobbiamo renderlo più concreto. Quindi copiamo la definizione del personaggio e sottolineiamo gli aspetti vaghi da trasformare in qualcosa di tangibile: “un giovane immaturo che vaga tra sogni di gloria, profonde insicurezze, e lavoretti casuali”.

Dobbiamo trasformare queste caratteristiche interiori in qualcosa di tangibile, che si possa toccare. In questi casi mi piace citare il concetto di un poeta, Eliot, che parlava di “correlativo oggettivo”: semplificando, è una tecnica poetica attraverso cui si cerca di esprimere i concetti e i sentimenti più astratti attraverso oggetti definiti e concreti. Nel cinema, che è fatto di immagini, è una tecnica fondamentale.

Ad esempio per mostrare che il nostro protagonista è abitato da sogni di grandezza, ne potremmo fare il leader di un piccolo gruppo musicale, che suona in cantina ma sogna di diventare un famoso rocker. Per mostrare la sua immaturità potremmo stabilire che vive ancora a casa dei genitori: fa notti da boheme e la mattina mangia la colazione di mamma. Il fatto che faccia lavoretti casuali nel suo caso può diventare una scelta esplicita: possiamo stabilire che lui ha il terrore di fare una grigia vita da ufficio, la stessa che il padre ha fatto tutta la vita e che l’ha reso un’ameba spenta e muta. Infine, un piccolo tocco che riassume tutto: anche se ha solo 28 anni, sotto i capelli da rocker si nota un inizio di stempiatura. Lui è un po’ ossessionato da questo fatto.

Notiamo due cose: rispetto alla definizione iniziale, questo è un personaggio migliore perché è più definito. Ha un desiderio preciso (diventare rocker), un terrore specifico (“fare la vita di suo padre”) e una piccola ossessione rivelante (problema capelli). Le sue caratteristiche interiori hanno trovato dei “correlativi oggettivi”.

Grazie al metodo del correlativo oggettivo siamo usciti dalla vaghezza e abbiamo dato al personaggio un desiderio, una paura e una piccola ossessione: “il minimo sindacale” per un personaggio vivo.

A questo punto è più facile costruire la trama. Se conosco un desiderio e una paura specifica del protagonista, so cosa devo fargli capitare all’inizio della storia: qualcosa che li vada a disturbare entrambi. Il motivo è semplice:  se gli capita qualcosa che non ha che fare con i suoi desideri e le sue paure, non è un momento interessante della sua vita, quindi non vale la pena raccontarlo.

Fateci caso: l’esistenza diventa interessante quando ci accade qualcosa che riguarda i nostri desideri e le nostre paure. Se alle feste vogliamo far colpo sugli altri è quello che raccontiamo, non quando eravamo impegnati in faccende di cui non c’importava nulla. I personaggi dei nostri racconti dobbiamo trattarli allo stesso modo. Come diceva Andrè Breton: “Non mi metto a raccontare i momenti insulsi della mia vita”.

Bene, abbiamo uno che vuole fare il rocker e ha il terrore della grigia vita da ufficio, cosa gli facciamo succedere?

Ad esempio: vince per caso un concorso in Comune all’ufficio anagrafe. È l’opposto di ciò che desidera e corrisponde a ciò che lo spaventa. Quindi è fertile, sarà interessante vedere come se la cava e cosa sceglie.

Ne risulta un possibile abbozzo di trama tipo quello che segue.

In una ricca città del nord c’è un tizio che viene da una triste periferia e da una famiglia un po’ grigia. Sogna di fare il rocker, ha già 28 anni e abita coi genitori. Il successo non arriva e sotto la zazzera rock comincia a perdere i capelli.  La madre apprensiva lo vorrebbe “sistemato”, gli cita ogni giorno i cugini che fanno concorsi a raffica e, per farlo sentire in colpa, prende gli antidepressivi davanti a lui. Rocco (chiamiamolo così) per far stare tranquilla la madre decide di darle retta e fare un concorso in Comune. Ovviamente non studia perché per lui un posto all’anagrafe è la morte. Fa il concorso solo per far tacere la madre. Ma al concorso accade qualcosa di strano (decideremo poi cosa) e lui vince.

Rocco è incredulo: non capisce come possa aver vinto il concorso senza aver studiato una mazza! Ma non ha tempo di pensarci, perché la notizia gli procura la prima standing ovation della sua vita. Sua madre è felice e dà la notizia ai parenti, il padre lo abbraccia fiero, la sua ragazza (pur batterista e tatuata) è felice perché avranno finalmente i soldi per vivere da soli. I membri del gruppo rock antagonista sono contenti perché, ora che pure Rocco ha un reddito, potranno comprare il nuovo furgone.

Ma Rocco è terrorizzato dall’idea di finire coi capelli corti all’ufficio anagrafe e dice che intende rifiutare il posto, perché lui vuole fare musica. Questo provoca varie reazioni:  la sua ragazza gli mette il broncio perché di questi tempi rifiutare un posto in Comune è da idioti, la madre piomba nella disperazione e torna a prendere lo Xanax. Persino il padre, uomo mite e silenzioso, s’arrabbia, gli dà un ultimatum e lo caccia di casa: se Rocco nella vita vuol fare solo musica, che lo faccia coi soldi suoi.

Rocco ora si trova nei guai.  Per colpa di quel maledetto concorso, la boheme a carico della famiglia è finita. Ora ha davanti due alternative: o la boheme dura e pura senza soldi né appoggi, oppure grigio lavoro impiegatizio. Rocco deva fare la sua scelta, e ha due giorni di tempo…

Come vedete, il tema è uguale a quello del trentenne con vaghi sogna di gloria. Ma se lo raccontate in questo modo, gli amici non diranno: “interessante”. Vi chiederanno: “E poi cosa succede?”. Vogliono sapere se Rocco accetta o no quel posto.

Ecco un’altra definizione da appendere al muro: Una buona storia è ciò che produce la domanda “E poi cosa succede?” in qualsiasi punto venga interrotta.

Perché in qualunque punto i protagonisti sono chiamati a fare una scelta. E quindi:  

Quando scrivete una scena non chiedetevi “cosa dice”. Chiedetevi “quale domanda produce?”

Il discorso continua nella lezione 2. Sotto ci sono 600 commenti, potete aggiungere il vostro. I commenti sono stati aperti  solo dal 2009 al 2012, quando ci fu una sorta di attacco hacker che spammavano di tutto. Allora eliminai  la possibilità di commentare, riaperta il 6 novembre 2020.

 

633 commenti su “Lezione 1 – Tutti sanno cos’è una storia finché non si siedono a scriverne una”

    • Beh direi molto interessante.. Come.hai detto tu.. Viene voglia di di dire: e adesso che succede?? Come prosegue.. Corro alla lezione 2. Grazie

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    • Sembra quasi un colpo di scena, come dici tu a pagina 30, quella cosa che ti fa dire e poi cosa succede?
      Credo molto nei segni, ma soprattutto credo nelle persone che ti capitano per caso anche mentre fai una passeggiata.
      Siamo nel 2020 in un giorno qualunque di una giornata vissuta in solitudine. Trovo per puro caso questo sito che nemmeno a volerlo fare di proposito è nato del 2009, quando ebbi l’ambiziosa idea di scrivere una storia per vederne realizzato un film. Quella storia ormai è solo un file word dimenticato che non ha mai lasciato il mio desktop. Io ho mollato, ho avuto paura di credere in me stessa ed ho abbandonato proprio perché non ne ero capace, infatti hai avuto ragione in tutto: la mia storia non aveva nulla da raccontare.
      Credo che continuerò con il resto delle lezioni, e perché no, magari alla fine riuscirò a darti un feedback migliore di questo.
      Intanto ti dico grazie per essere inciampato nella mia esistenza.

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    • Ciao Fabio ho letto la tua prima lezione con molta attenzione e mentre lo facevo mettevo a confronto il tuo sapere con il mio modo di raccontare, e magicamente ho capito dove e come posso migliorare non solo nella storia ma anche come approcciarmi al lavoro di scrittore. non male per una prima lezione non credi? tu non puoi saperlo, ma hai dato conferma e sostanza a tante cose che mi frullavano in testa, hai reso il mosaico dei miei pensieri un po’ più nitido. grazie.
      Biagio Mauro

      Rispondi
    • “Sono Fabio e mi scrivo da solo!”
      Sembra il titolo di uno spettacolo teatrale: One Show Man.
      Grazie per le risate e grazie per le lezioni.

      Rispondi
    • Grazie per l’opportunità. Ho letto la prima lezione e mi sono chiesta “e poi che succede?”… voglio saperlo quindi procedo.

      Rispondi
    • Ciao Fabio,
      se vuoi sapere come sono arrivata al tuo link nella barra avevo scritto “come scrivere una fiaba senza perdersi nei dettagli noiosi” 😂 non perché in realtà sperassi in una qualche risposta concreta ma così per vedere cosa mi si palesava su Internet (sperando magari in qualche commento su blog). Saltando i primi riferimenti che ti propone il server sono arrivata al tuo perché la frase che più mi ha colpito è: “scrivere senza avere una storia da raccontare è come fare l’amore senza essere eccitati”. Dato che è tanto vera la seconda affermazione, mi sono detta “lo sarà anche la prima”… e così mi sono addentrata nella tua prima lezione! Ho poi cliccato sul link che riporta al tuo romanzo e ai commenti che lo riguardano. Per cui ti dico che, anche se non devo scrivere un romanzo (per ora) perché sto solo frequentando un corso di scrittura creativa su ‘fiabe miti e leggende’ che adoro, continuerò a leggerti volentieri e leggerò il tu libro. Ti mando intanto il mio sincero saluto e grazie 🙏🏻 per la generosità nello scrivere il tuo sito.
      Ah! Sì, è vero! Ora mi viene da chiedere “cosa succederà poi?”, terrò bene a mente questo primo ‘comandamento’😆
      Marta

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  1. Caro Fabio, il tuo blog mi è stato segnalato da Katia Donato. Lo trovo piacevole, colto, ma soprattutto scorrevole e lineare. Pur facendo l’autore di professione, e convintissimo del fatto che non si finisca mai di imparare, ti ringrazio per questa prima lezione e resto in attesa della seconda (giusto per mettere un po’ in crisi il mio nuovo lavoro) ;-). A presto, Christian

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  2. Beh, un grazie a christian è dovuto. E’ il primo a commentare, sia il corso sia il neonato sito. Hai vinto una birra, se ti incontro te la offro!
    PS. Non vale per i commenti successivi, sia chiaro!

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    • Cacchio ! All’affermazione ‘hai vinto una birra’ mi sono fiondata a rispondere, nella speranza di gustarne anch’io… Un errore che commetto spesso, mi entusiasmo e smetto di leggere !
      Dopo decenni, e non esagero, mai sentita all’altezza di scrivere una storia, perché certa che mancasse il ‘colpo di scena memorabile e mai narrato da qualcuno’, una sola lezione, si sono dissolte le nuvole e intravedo il sole… 🙂
      Grazie !

      Rispondi
  3. Ciao Fabio,ho appena finito di leggere la prima lezione sul blog segnalatomi da Christian, io ho scritto il mio primo romanzo, un thriller noir ambientato in Giamaica, che verrà pubblicato in Settembre e devo dire di aver rispettato abbastanza fedelmente i dettami da te elencati, o almeno così spero. Grazie per il blog, sul quale concordo con Christian,sono convinto che potrà essermi utile per i miei prossimi lavori e attendo la seconda lezione!

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  4. Quest’idea è davvero bella: dalle parti di Bologna ai vari vernissage di cinefili in erba (con annessi contorni di cinofili e birre calde) siamo sempre sommersi da volantini e manifesti di Corsi di Sceneggiature o Regia con padrini d’eccezione che spendono nomi per attirare frotte di sognatori che spendono anche 5000 euro per sentirsi dire (spesso anche male) quanto sopra. Questo invece è gratis. Forse proprio perché Fabio si ricorda di quando era in erba lui e materiale così l’avrebbe divorato molto volentieri così come lo divoriamo noi.

    Piccola nota a tutti gli aspiranti del corso: quello che ha scritto Fabio è VERO. Parola di uno che 5 anni fa pensava di avere in tasca sceneggiature e soggetti e idee brillanti, ma nessuno sbocco (e me la prendevo ovviamente col sistema). Ora non ho idee brillanti, soggetti e sceneggiature non le voglio chiamare ancora così, ma a forza di “Cestino, Svuota Cestino” ha trovato chi lo prende quasi in considerazione.

    Nel frattempo ho pubblicato un libro, dove ogni protagonista raggiunge la sua “area di pericolo” in due pagine e alla quarta “sceglie”, o qualcun’altro sceglie per lui (sono racconti eheheheeh)…

    bel lavoro cmq, complimenti.
    michele

    Rispondi
  5. Ciao Fabio, sono Federica. Ci siamo visti ieri all’arena Puccini, insieme a Giorgio Arcelli. Volevo ringraziarti, il corso gratis di scrittura è il regalo più bello che tu potessi farmi/ci.Ti scriverò presto una email.

    Rispondi
  6. Caro Fabio,siccome mi è piaciuto tantissimo “Diverso da chi?”(a te non sembrerà incredibile, ma a me si dal momento che odio la maggior parte dei film italiani)l’altra sera alle 2 del mattino mi è punta vaghezza di cercare il nome dello sceneggiatore.Ho trovato il te,il tuo blog e o’ miracolo: un corso di sceneggiatura gratuito.Ci sono ritornata oggi per verificare se si fosse trattato di un’allucinazione da ora tarda.

    Non lo era.

    A me piace molto scrivere storie, trattamenti insomma, ma non ho mai provato a scrivere una scenggiatura completa.Mi piacerebbe molto provare.

    Mi leggo la prima lezione e ti dico che ne penso.

    La mano sul cuore…
    Sara

    Rispondi
  7. Ok, ci sto provando. Mi sono stampata la prima lezione (io a video non riesco a leggere mi si incrociano le righe e addio), e come quando ero studentessa (di qualsiasi ordine e grado) ho sottolineato a matita i passaggi salienti.
    Il post-it è viola, che sul Mac bianco ci sta da dio. Gli incipit mi sono sempre venuti bene, peccato che poi non sappia mai andare avanti. Attenderò fiduciosa la seconda lezione tanto per vedere se ci ho preso.
    Ancora grazie mille.

    Rispondi
  8. Bravo Fabio mi piace molto come hai preparato il corso: alla portata di tutti, semplice ma molto intrigante.
    Unica cosa che mi ha fatto trasalire è quando all’inizio del corso suggerisci un modo diverso per raccontare una “non-storia… E’ così simile alla mia vita.. Non ci credi? Te la riassumo in poche righe. Giovane 18enne capellone extra parlamentare postsessantottino, con velleità di arrivare al successo con il suo gruppo rock in quel di Acireale, con un unico tormento: non fare la fine del padre, direttore di banca. Ma dopo la maturità superata molto brillantemente viene iscritto per forza dal padre a Giurisprudenza, e malgrado l’assoluto disinteresse per quelle materie inizia a superare con ottimi voti esame dopo esame. Ma nello stesso tempo nella sua testa capelluta cominciano ad aprirsi larghi spazi vuoti e nello stomaco i primi sintomi di gastroduodenite. Lo specchio diventa la sua ossessione. Malgrado ciò il padre lo convince a presentare la domanda per il concorso in banca come figlio di dirigente… tanto non lo potrà vincere, almeno così lo rassicura. E invece… lo vince passando allo scritto e poi all’orale finale, senza aver toccato un libro. Per rendere ancora più drammatica la scelta gli viene assegnata la sede proprio dove il padre è direttore. Ma a quel punto arriva la reazione: fa rinuncia irrevocabile a Giurisprudenza, lascia il gruppo rock, non si presenta alla sede della banca e parte per Bologna ove si iscrive all’appena nato corso di Laurea DAMS… E da lì inizia la sua nuova vita.. Come vedi non avrei bisogno di inventarmi una storia… senza saperlo c’è già.. Vuol dire che farò tesoro dei tuoi dotti consigli inventandomi un’altra vita…Ciao e a presto

    Rispondi
  9. per giovanni: Grazie per i complimenti! E grazie per il tuo racconto, mi sembra la prova migliore della sensatezza di questo metodo. Non lo dico per darmi dei meriti, perchè il mio metodo (come preciso nel corso e come si vede dalle tante citazioni) non l’ho inventato, l’ho soprattutto ricavato da testimonianze di grandi scrittori. Io sono sostanzialmente un divulgatore, e non sono nemmeno certo di azzeccarci.
    Però la tua mail mi pare una prova a favore dell’efficacia del metodo. Il fatto è che se inventi la storia secondo quelle categorie, odora di verità. A questo serve il metodo: a dare verità al racconto. Tant’è vero che spesso, come in questo caso, arriva qualcuno che sente la storia inventata e dice “Ma questa è vera, l’ho vissuta anch’io!”. Mi fa sempre piacere quando accade…

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  10. complimenti per aver tenuto fede al tuo proposito: condividere la conoscenza senza volerci lucrare sopra è ormai una cosa rara e preziosa…
    Grazie!

    Rispondi
  11. tutto questo è meraviglioso, ho sempre amato scrivere e sono convinta che mi sarai di grande aiuto…apprezzo il fatto che tu abbia scritto il corso con il cuore, senza mezzi termini, segnalando cosa può diventare “bello” e cosa rimarrà semplicemente una schifezza…farò senza dubbio tesoro di questi preziosi consigli e ovviamente, quando avrò prodotto qualcosa, sarai il primo a saperlo…grazie davvero! eliana

    Rispondi
  12. Ciao Fabio! Ho iniziato a leggere la prima lezione…e si ho voglia di imparare. Mi chiedo, leggendo mi venivano in mente delle storie, che partivano dal mio vissuto,o cmunque da quello di persoen che ho conosciuto. Anche per te è stato così almeno all’inizio?

    Rispondi
  13. Ciao Fabio,
    ho letto stasera per caso la tua prima lezione, grazie ad un link pubblicato dalla Sandra Giuliani, e devo dirti che mi hai aperto un mondo. Ho apprezzato molto i tuoi suggerrimenti, anche perchè non avevfo mai letto nulla di simile nei diversi manuali di scrittura creativa che mi è capitato di leggere in passato. Probabilmente non scriverò mai una storia proprio per ciò che mi hai rivelato, ma mi sembra di aver finalmente capito cosa c’è dietro ad un personaggio e perchè si dice che la scrittura può essere terapeutica. aspetto con molta curiosità di poter leggere le prossime tue lezioni.
    Grazie Danila

    Rispondi
  14. Ciao fabio, sono nicola maltese, ti scrivo da mosca dove per adesso vivo, ti volevo ringraziare per il tuo corso di scrittura, ho letto la prima lezione e la trovo semplice e chiara, grazie all’ “eterno fanciullo” che alberga ancora in te.

    Rispondi
  15. buongiorno PROF!

    mi sono appena stampata tutta la prima lezione: da testa dura quale sono non penso bastava leggere tutto da qui……….

    mi metterò all’opera! Fabio UNA però!!!! va bene va bene……….CALMA!!!!! 🙂

    A risentirci,Laura

    Rispondi
  16. Ciao. Lezione divorata! Avevo già letto molto sull’argomento (e scritto poco, in verità) ma, come tu sia riuscito a rendere leggère (l’accento è pilota), comprensibili ed efficaci, le regole che sottostanno a una strutturazione di una storia, è pregevole. Forse, non per tutti sarà facile costruire dieci storie così come ce ne consigli la stesura.
    Tempo fa, a seguito della lettura di alcuni manuali, avevo gettato giù un po’ di storie. In realtà, parlare di STORIE è sbagliato. Si trattava di strutture di storie che prevedevano di essere sviluppate secondo ‘copione’. Ecco, forse quelle sarebbero più facili ma è ovvio che andrebbero fatte alla fine di tutte le tue lezioni. Va be’.
    Io sto facendo pubblicità al tuo corso presso tutte quelle persone che ritengo ne potrebbero trarre utilità. A presto.

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  17. Leggerti è pensare, ascoltarti è sorridere (per via della erre moscia..),”recitarti”…è… come averti un po’ dentro…

    Oggi mi sono ritagliata del tempo per iniziare finalmente la tua prima lezione..l’ ho trovata semplicemente………. piacevole, interessante, allettante, ed efficace nella sua semplicità!!!
    ho già attaccato 10 bigliettini al muro..così anche il regista sarà costretto a leggere… 😉
    davvero complimenti prof!
    aspetto con trepidazione di imparare ancora molte cose da queste tue lezioni..si si ..SI PUO’ FARE..
    mi metterò presto all’ opera poi ti informerò sui miei esercizi..
    a quando la prossima lezione dottor bonifacci???

    a presto! Ros ( o “caterina” se preferisci..) 😉

    Rispondi
  18. Ciao Fabio, sto consigliando le tue lezioni online ad un po’ di gente. Personalmente posso dirti che (ri)partire dai fondamentali è sempre e comunque un buon modo per esercitarsi, quindi ti sto seguendo anche io.
    A presto!

    Davide

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  19. Quando potevo, cioè quando studiavo e tanti anni or sono, qualche volta guardavo anche tre film al giorno, un lusso! Mi chiedevo come facessero gli sceneggiatori a costruire il “palco” del film, se c’era un metodo, un programma da seguire, una qualsiasi diavoleria … Ma non pensavo che bisognava essere un pò geometri innanzitutto, cioè il contrario di quello che avrei potuto anche lontanamente immaginare. Grazie della chiarezza e di aver dato concretezza ad un lavoro che consideraco tanto fumoso .. Speriamo prosegua. Auguri

    Rispondi
  20. Aspetto il venerdì di Repubblica ogni venerdì e qualcosa mi regala sempre.
    Oggi questo tuo corso gratuito di sceneggiatura. Beh, io lo leggo, me lo coccolo, e lo tengo per me! Mi spiace Fabio ma non lo linkerò, non lo taggherò, non lo condividerò con nessuno, sono molto gelosa e possessiva.
    Grazie di capirmi.
    tiziana

    Rispondi
  21. Caro Prof. (non riesco a chiamarla per nome né a darle del “tu” a causa della mia età…sono solo al primo anno di lettere e vedo ancora i miei insegnanti, quali che siano, in una luce, giustamente, iper-reverenziale!), la ringrazio tantissimo per questa prima lezione! Ho 20 anni, e un sogno, quello di scrivere… peccato che fino ad ora non avessi ancora trovato uno stimolo reale ed efficace per farlo con metodo! Oggi, per caso, ho letto l’articolo su di lei del Venerdì di Repubblica, ho visitato il suo sito e ho percepito una voglia nuova e dolce. Sono elettrizzata da questa avventura che stiamo intraprendendo! Grazie mille per la sua generosità e simpatia! 😉
    Maggie

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  22. Ho visto un film. L’ho visto solo io. Non è stato ancora girato. Dopo “averlo visto” ho voluto raccontarlo. Un libro/sceneggiatura. Si chiama “Fratello di latte”. E’ stato pubblicato da Abax Editrice e si trova su http://www.ibs.it . Lo segnalo non per farmi pubblicità ma per sottoporlo, come primo esercizio, al tuo giudizio. Mi interessa molto frequentare la tua scuola e “ascoltare” le tue lezioni.
    francesco femia

    Rispondi
  23. Grazie per i consigli preziosi, per l’entusiasmo impagabile, ma sopratutto per aver creato una piazza dove si possano incontrare i racconta-storie, secondo me è l gente migliore al mondo.
    Giacomo

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  24. Caro Fabio, ho trovato la segnalazione del tuo corso gratuito di sceneggiatura sul Venerdì di Repubblica e ne ho subito approfittato ringraziandoti per questa opportunità. Io non rientro nel target delle persone a cui è indirizzato questo tuo lodevole intento, non sono più giovane, mi piace il cinema, ma lo “frequento” sul divano di casa mia
    privandomi volutamente (tranne qualche rara occasione) della visione nelle sale cinematografiche, per motivi miei personali che non starò ad elencare. Ho letto e apprezzato la tua prima lezione, ripromettendomi di rileggerla comodamente più volte per riuscire a recepirne ogni sfumatura, posso già dichiarare che l’ho trovata molto interessante, completa e illuminante. Solo una volta mi ero avvicinata ad argomenti del genere avendo partecipato ad un seminario breve di sceneggiatura tenuto da Tonino Guerra, che non mi era stato di alcun aiuto.
    Proverò a scrivere i 10 inizi di storia, come tu suggerisci, cercherò di essere volonterosa, ma quello che mi tormenta è che la storia io l’ho già tutta in mente e preme per essere scritta e ha una sua TRAMA e un PERSONAGGIO con DESIDERI e PAURE, che ha già fatto LE SUE SCELTE che l’hanno condotto alle sue AREE DI PERICOLO. Come avrai compreso è una storia autobiografica, quindi quello che volevo chiederti ora è….pensi che sia sbagliato iniziare da una storia personale ??

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    • no, no, no e no. Non è per niente sbagliato iniziare da una storia personale, anzi è persino da molti consigliato. Poi, se uno continua a scrivere è meglio passare ad altro, non si può pubblicare la propria vita a puntate. Ma soprattutto nel primo libro (o film che sia) appoggiarsi alla veità della propria esperienza è una cosa saggia.
      Certo, poi bisogna cercare di non perdersi nella diaristica e cercare di renderla più universale possibile, ma di questo sono certo che sei consapevole.
      Di questa tema, già posto da altri, parlerò in future lezioni. Non so quali, ma visto che più di uno l’ha chiesto, cercherò di farlo in fretta
      (non so dove viene impaginata questa roba, ma è la risposta al commento di Anna)

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  25. Scopro il sito dopo aver letto l’indirizzo sull’ultimo Venerdì di Repubblica. Mi piacciono i film italiani e ho visto sia Diverso da chi? che Sipuò fare. Ho pubblicato nel 2006 un romanzo Ma di decembre ma di brumaio…(Maremmi, Firenze) e ho pronte 200 pagine di un secondo. Sono arrivato a metà lettura di quetsa prima lezione te3medo di dover buttare via tutto quello che ho scritto. Però forse il “che succede dopo?” c’è e i protagonisti fanno scelte, anche coraggiose. Grazie comunque davvero. E’ una bella iniziativa. Ah! dimenticavo: non sono giovane. Ma nel mio romanzo ce ne sono tanti

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  26. Ho letto con molto piacere la prima lezione, interessante; simpatico il modo di comunicare, coinvolgente. Non ho ho esperienza alcuna di scrittura ( o meglio..in negativo l’avrei perché devo scrivere da anni una tesi, a cui sono arrivata per piacere e non per dovere, quindi TUTTO il resto ha preso il sopravvento)ma sono molto incuriosita. Mi piace molto vedere nella realtà le storie, e se imparassi, per gioco, a raccontarle sarebbe una grandissima soddisfazione!! Sono insegnante e credo che l’apprendimento, reciproco, avvenga meglio attraverso storie personali; per essere un buon esempio, farò senz’altro i compiti estivi. A settembre, ciao Elisabetta

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  27. Ciao Fabio.
    Non sono una scrittrice nè intendo diventarlo (mi limito a leggere quando riesco a trovare il tempo per farlo). A dire la verità ho visto solo un tuo film e non ho letto i tuoi libri. Sono una tua coetanea che tanti anni fa, in quel di Bologna, si è iscritta a Filosofia (come vedi metto ancora la maiuscola nonostante la pratichi poco)e lì ti ho conosciuto. Sapevo che avevi del talento per la scrittura perchè una volta mi hai regalato una specie di racconto molto carino che ancora conservo da qualche parte. Mi sono decisa a scriverti perchè mi capita spesso ultimamente di leggere articoli sui giornali che ti riguardano e semplicemente il flusso dei ricordi mi ha riportato indietro. Ho deciso di seguirlo per dirti che sono contenta del successo che stai ottenenendo. Tutto qui. Un saluto. Barbara.

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  28. Caro Fabio, non la conosco personalmente e, aihmé, nemmeno professionalmente. Sono venuta a conoscenza del suo blog e del corso per caso, ma, dopo la prima riga, non sono riuscita più a smettere di leggere. Mi piace scrivere, da sempre, e sfrutterò l’opportunità che lei, così gentilmente, ci offre. Anche perché non posso fare altrimenti: sono rimasta così affascinata dal suo modo di spiegare!
    Proverò a scrivere i 10 inizi, se non altro per guadagnarmi il diritto morale di continuare a seguire le sue lezioni.
    Grazie di cuore.
    Lara

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  29. Ecco, l’ho sempre pensato che in Italia non ci fossero narratori,
    forse è per questo che i best seller internazionali non siamo mai noi a scriverli!
    Adoro l’approccio anglosassone, privo di fronzoli, e da cinque anni lavoro come copyeditor freelance per una grande casa editrice per ragazzi. Revisionare i testi degli altri autori (inglesi e italiani) mi ha permesso di “smontare” le storie fino a ricavarne delle strutture definite che mi sono servite quando ho deciso di scrivere dei romanzi miei.
    Il passaggio è stato liscio, adesso però vorrei andare oltre, ecco perché sono finita su questo sito. Vorrei fare la sceneggiatrice, da grande. Oltre a scrivere romanzi. Ma il mio target è e sempre sarà 0-16. Sceneggiatrice di film per ragazzini, si può?
    Anche perché le ultime cose italiane che ho visto sono inqualificabili.
    Vorrei fare anche il corso della Rai. E sogno di entrare in un grande staff di fabbricanti di storie, come quelli della Disney o della Pixar.
    Ma chissà com’è passare dalle storie per la carta stampata a quelle che dovranno essere tradotte in immagini? Chissà se ne sarò capace?
    Grazie per la gratuità delle lezioni!

    Rispondi
  30. è la stampa, baby. La tua intervista al “Venerdì” aumenterà di molto i tuoi aficionados e speriamo anche gli sceneggiatori di qualità. Io mi metto nella prima categoria, confidando che il tuo corso mi faccia saltare agilmente nella seconda.
    grazie
    A

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  31. Grazie di esistere. Sono d’accordo con chi afferma che persone che mettono a disposizione le proprie conoscenze gratis sono rare, tutti cercano di lucrare sul sapere. Ti seguirò volentieri, e se posso esserti utile, per ricambiare la tua generosità, chiedi pure, se posso cercherò di aiutarti come tu stai aiutando tutti noi. Grazie ancora. La lezione e chiara e scorrevole. Farò i compiti, pronto per la seconda lezione. Rigrazie

    Rispondi
  32. Caro Fabio, da sceneggiatrice in continua ricerca di spunti e stimoli per migliorare, ma soprattutto come slezionatrice (con altri) dei corti italiani distribuiti dall’associazione AperitivoCorto, un grazie di cuore per la tua opera emerita, con la speranza che i molti aspiranti sceneggiatori e film maker riescano a mettere da parte il loro ego e si pongano almeno per qualche ora nell’ottica di imparare un mestiere.
    Avendo ogranizzato oltre 300 eventi di corti gratuiti, posso confermare che più dei bassi budget è la mancanza di STORIE a rendere poco convincenti le opere corte italiane.
    Ovviamente farò del mio meglio affinchè il tuo corso venga letto, anzi studiato, dal maggior numero di autori possibile!
    Grazie

    Rispondi
  33. Grazie ad una cara amica(che ha letto il Venerdì prima di me!)ho saputo della tua bellissima iniziativa e seppur con ritardo stasera mi sono finalmente ritagliata del tempo prezioso per dedicarmi alla lettura della prima lezione.Efficace,chiara e stimolante!
    Sono appassionata di cinema e di scrittura per immagini e grazie a bravi maestri(tra cui da oggi rientri anche tu!:)sto imparando sempre di più su questo fantastico “mestiere” dello sceneggiatore…il mio sogno è vedere un giorno una mia storia sul grande schermo…forse sogno troppo,vero?;)…ma credere che prima o poi ciò possa diventare realtà,mi stimola e spinge a non arrendermi(quasi)mai…anche quando una storia sembra proprio non voler decollare!!!Aspetto con curiosità e adrenalina la prossima lezione!!!!…Intanto mi metto al lavoro!
    Ileana

    Rispondi
  34. Ciao.
    Grazie ai tuoi appunti, sto cercando di mettere ordine tra i personaggi che si accalcano nella mia testa di aspirante cantastorie.
    Condivido il tuo approccio dissacrante nei confronti di un certo tipo di letteratura anche se non sono sempre d’accordo sulla bontà di alcuni best sellers, italiani e stranieri, il cui successo è spesso pilotato: la tecnica tiene in piedi la trama ma non è in grado di suscitare emozioni.
    Ammiro moltissimo la tua umiltà e la voglia di condividere le tue conoscenze.

    Rispondi
  35. Prima di tutto ti ringrazio per aver dato attenzione ai “malati mentali”. E inoltre, grazie per averlo fatto in maniera così semplice e…
    Ho per caso, leggendo il venerdì, saputo del tuo corso, avendo, in questo periodo, voglia di imparare a scrivere storie, mi sono stampata la tua prima lezione. Ho letto, mi piace. Spero di diventare una tua allieva. Ho solo 61 anni e di mio ho scritto 2 libri di scienze per la scuola media. Ma una cosa è scrivere per divulgare conoscenze, e un’altra è per raccontare.Grazie per la tua disponibilità e per la chiarezza

    Rispondi
  36. ciao, mi chiamo stefania, ho 28 anni e sono un’insegnante di scuola elementare. mi trovo qua, a studiare la tua prima lezione di sceneggiatura, grazie alla segnalazione di Andrea Bosca, sono una sua ex compagna di scuola.
    Innanzitutto fammi dire che, da insegnante, condivido la tua filosofia della circolazione dei saperi; in secondo luogo…la tua prima lezione mi ha letteralmente RAPITA. Io adoro scrivere, scrivo per me, per capire ciò che provo, per comunicare…e quando lo faccio mi immergo completamente nei meandri nascosti tra le parole, alla ricerca di quelle che meglio sanno rendere me stessa.
    Accetto la sfida, non so come andrà, ma ci provo
    ciao

    Rispondi
  37. Salve,
    mio marito mi ha indicato di leggere l’articolo sul Venerdì della Repubblica. Da qualche hanno mi diverto a scrivere commedie per il teatro amatoriale e trovo sempre più interessante e soddisfacente questa mia attività. I miei testi vengono messi in scena da un gruppo di amici.
    Trovo estremamente utile avere dei consigli da chi è più esperto e ha una maggiore conoscenza della materia,ritengo lo scambio di idee e il confrontarsi con gli altri una delle cose più positive. Sarei contenta di continuare a condividere con te questa esperienza. Grazie per il tuo impegno. Cordialmente. Stefania
    P.S. Trovo i tuoi film molto belli e coinvolgenti anche se trattano argomenti molto paerticolari e socialmente difficili (si può fare). Io ho un ragazzo disabile e non puoi immaginare come sia stato confortante seguire la tua storia,mi ha dato una nuova carica, ero lì con voi,e per la prima volta non mi sono sentita nè inbarazzata nè ignorata.Ancora grazie.

    Rispondi
  38. Caro Fabio, permettimi di chiamarti così perché lo sei diventato per me prima ancora del regalo del tuo sito web e del tuo corso, quando leggendo il Venerdì ho scoperto che sei l’autore di Lezioni di cioccolato, un film che spiega perfettamente la ricchezza che può stare dietro a culture diverse e all’immigrazione se solo al posto della paura si mette la curiosità, anche forzata.
    E poi un film divertente, che ho visto su Sky più e più volte, da poter guardare con i miei figli di sette e dodici anni, altro che Hollywood, si parla di noi.
    Sarà perché mia nonna, figura quasi zingaresca mi raccontava le tre melarance o la donna di pasta con il nostro senese così letterario, sarà perché da piccola mi immaginavo sotto il lettone, dove dovevo dormire con mia mamma, un villaggio intero di omini e donnine, i personaggi delle mie storie e le parole che le descrivono sono sempre prepotenti con me e hanno una vita autonoma che io governo con sofferenza, da qui un’avversione anche solo per il termine scrittura creativa.
    Però sono cresciuta a pane e Manzoni, Il gattopardo e I malavoglia, Dickens, le Bronte e Tolstoj, non esistono che i romanzi, e tutto quello che dici mi fa sentire compresa proprio dentro. Allora forse, dico forse, ci proverò. Anche perché ho scritto un soggetto, partendo da un sogno, l’ho dato anche a un regista, ma non ho saputo niente, e vorrei comunque farne un romanzo e magari lavorerò su quella storia fino a settembre cercando altri inizi.
    Nel frattempo, visto che io credo che per ricevere è meglio dare che chiedere, e che hai due figlie piccole, ti offro quello che ho in cambio del tuo regalo. L’indirizzo del mio blog http://www.storieperfarelecose.wordpress.com e, se mi farai avere un indirizzo dove inviarlo, il mio libro di cui il blog è il figlio.
    Caterina
    P.S. Lo sai che ti ho anche citato?
    http://storieperfarelecose.wordpress.com/2009/05/01/festa-della-mamma-1/

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  39. Nulla è dato al caso, ieri l’eclissi, il compleanno, mia moglie che legge un vecchio venerdì e mi segnala la questione. Certo che nulla è dato al caso. E dopo questi segni del destino, per uno che, come me, non è superstizioso, ma per precauzione lo è, mi vado a vedere il sito il giorno 23, numero fortunato. Cosa ci trovo? Divertimento. Si vede che chi l’ha fatto ci si è divertito. Bel sito, bei testi, e poi, passando da un portatile ad un fisso, presa carta già stampata da un lato, mi stampo la lezione di questo filosofo bolognese e me la leggo tutta d’un fiato, senza leggere quello che c’è scritto sull’altra facciata del foglio, roba vecchia di lavoro, di nuovo un simbolo: da una parte il sogno, dall’altra il vivere pratico, in parte dismesso (già, perché il sogno, ancora non l’ho dismesso anche se a volte ci dormo sopra).

    Ah, che fortuna… un corso pratico per vivere un sogno. Ah, che fortuna…

    Il sito è bello, e dice qualcosa di nuovo. Ma il sito non dice, il sito esprime. E siccome nel sito c’è tutto un vissuto, una filosofia di vita, un sogno fatto story board (oltre al corso per scrittori in cerca di redenzione), mi viene da dire (ma è un modo di dire, perché in realtà mi viene da scrivere)… che il jazz è bello quando non vuol dire assolutamente nulla e il rock è morto quando voleva dire qualcosa (e il blues è nelle viscere e ci rimane)… per cui chi scrive deve pensare jazz, non deve pensare rock… cosa che ho scoperto anni addietro, e che ho ritrovato in qualche modo su questo sito…
    Ah, questo post è lungo una bibbia, e chi se lo legge?
    Lode ai pazienti!
    Ciao
    Claudio

    Rispondi
  40. interessantissimo! io scrivo per il teatro e avrei sempe voluto farlo anche per il cinema. a faccenda della storia è un po’ come l’uovo di colombo ed è dunque geniale nella sua semplicità. quasi lapalissiana, ma è vero che moi in italia non sappiam raccontare storie

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  41. Caro Fabio,
    (permettimi la confidenza come esternazione di stima e di affetto per ciò che stai facendo)
    ho, per ora, solo letto per curiosità questa prima parte e dopo le vacanze, desidero dedicarmici seriamente.
    Sapessi quante volte ho pensato di iscrivermi a un corso di questo tipo,ma, qui a Napoli, non ne ho mai avuto la possibilità in tutti i sensi.
    Ed è per questa ragione che ti sono particolarmente grato.
    Credo che tu stia realizzando il desiderio di molti.
    Complimenti.

    Rispondi
  42. Caro Fabio, ho provato un po’ a scrivere un nuovo inizio per la mia storia e sai che è forte scivere con questa consapevolezza della paura, dell’area da toccare per ogni personaggio? E poi mi piace anche perchè mi sembra che tu stia lì , anzi, qui, dietro a me a controllare, e non è una sensazione sgradevole, come di paura, ma piacevole come una condivisione e un sentirsi come accompagnata, meno sola. Provando e facendo la scelta di ascoltarti mi sono avvicinata anche alla mia area di pericolo! Grazie per ora. Caterina

    Rispondi
  43. Condivido tutto quello che hai scritto (tranne la scelta di non mettere nel sito le donne nude :-)), anche perché se così non fosse non avrei lasciato a metà (o a tre quarti) tutto quello che ho scritto nell’arco dei miei 54 anni… Ed anch’io – come qualcun altro ha già scritto – ho soprattutto difficoltà a non ispirarmi alla mia storia personale, della quale tengo traccia da anni. Un consiglio o una pacca sulle spalle o perfino un “levaci mano, che non è cosa tua” no?

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    • Per Francesco maggiore. E’ difficile rispondere. Partire dalle cose personali è inevitabile, e persino consigliato. Io pure parto molto spesso da cose personali (lo facevo soprattutto all’inizio, ma anche adesso). Però bisognerebbe durante la scrittura sapersi poi anche distaccare dalla dimensione “solo personale” e raggiungerne una più universale. Diario e romanzo a volte possono anche essere la stessa cosa, ma più spesso non lo sono. Deve esserci una elaborazione che fa lievitare la storia personale.
      E’ comunque un argomento importante, che non si può liquidare così in due righe via mail.
      Me lo appunto, e poi tenterò di dire qualcosa di più ragionato in una delle prossime lezioni.
      Sulle foto donne nude non ho nulla in contrario, anzi, ma non ne possiedo neanche una, purtroppo! E copiare no, non fa per me:-))
      Invece, cosa importante, il consiglio “levaci mano, che non è cosa tua” io proprio non lo dò a nessuno. Ognuno deve decidere da sè dove mettere o levare le sue mani. L’autorità, nella scrittura, è di chi scrive. Certo, bisogna imparare a usarla bene, ma usare bene l’autorità, è noto, non è cosa facile

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  44. Che dire? Grazie…
    Volendo più di ogni altra cosa diventare sceneggiatore e avendo già seguito corsi e letto libri su questo mestiere le cose di cui ha trattato in questa prima lezione non sono completamente nuove per me, tuttavia le ho lette con notevole interesse e (fatto ancor più importante per il sottoscritto) ho colto alcuni trucchi, suggerimenti, note, critiche (!) davvero preziosi.

    Fosse solo per il tuo corso di scrittura (e non per l’inizio dell’ennesimo stage, della fine dell’estate etc.etc.) vorrei davvero che fosse già settembre per la seconda lezione…

    PS: forse lo avranno già notato nei 51commenti precedenti al mio, ma il tuo esempio di storia assomiglia terribilmente alla “Febbre” di D’Alatri…

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  45. Caro Fabio,
    leggo ora l’articolo apparso sul Corriere del Ticino (quel “Venerdì” mi era sfuggito). Sono entusiasta della tua iniziativa e ti leggerò attentamente prima di provare a mettere giù qualche cartella.
    Grazie di cuore: proprio ora intendevo cominciare a raccogliere il materiale per un libro cui penso da tanto, e per il quale non ho però alcuna preparazione tecnica.

    Rispondi
  46. …ma certo, è proprio quello di cui avevo bisogno!
    Un corso di scrittura (da sempre la mia grande passione), gratuito, tenuto da un maestro come te: praticamente un sogno!!!
    Complimenti per la scelta di mettere al servizio degli altri la tua esperienza nel settore, è davvero un gran bel gesto e quanto ho letto nella prima lezione mi ha molto stimolato.
    E non vedo l’ora di mettermi alla prova con gli esercizi….
    GRAZIE.

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  47. Complimenti per l’impegno e per lo stile piacevole. Però non dimentichiamo che: “Sont insincères les écrits fait pour étonner, et aussi ceux [..] qui ne reposent sur aucune idée métaphysique fondamentale, c’est-à-dire ceux où ne passe pas – ne serait-ce que comme un souffle – une notion de la gravité et du mystère de la vie.” F. Pessoa. (Amo Pessoa anche per la sua frammentarietà). Secondo me bisognerebbe riuscire a scrivere delle storie travestite da non-storie. PS: non sente mai l’estrema necessità di lasciare una storia senza conclusione, incompleta?

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    • PER DECKART ho appena imparato a fare le repliche, quindi incollo qua quel che avevo scritto sopra. La risposta è: sì, sì, sì!!! Le regole narrative possono essere trascese, superate, abbandonate, ignorate. MA ATTENZIONE: Per me può farlo solo chi le padroneggia perfettamente e ne ha capito la natura e la funzione profonda. Il fatto è che queste regole non sono arbitrarie ma sono legate a funzioni precise della percezione umana. Chi capisce quale effetto producono, può tentare di ottenere gli stessi effetti in altri modi. Ma il superamento delle regole da parte di chi non le ha capite a fondo, produce quasi sempre solo noia. E’ solo la mia opinione, ovviamente, ma questo mi ha chiesto Deckart

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  48. Ciao, ti scrivo da Lugano in Svizzera, oggi hanno pubblicato su uno dei nostri quotidiani, un’intera pagina su di te e sul tuo blog. Mi sono fiondato a vederlo nella pausa pranzo e a momenti arrivo in ritardo alla ripresa del lavoro. Dire interessante è superfluo, dirti grazie doveroso. Ti sono grato per l’iniziativa, per me utilissima, cercavo proprio qualcosa di simile. Attendo con anzia la seconda lezione. A presto. Rüben

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  49. Bene. Mi identifico nel filosofo “che ha idee e le scambia per emozioni”. Di mestiere faccio il trainer e mi confronto ogni giorno con le storie di coloro che fanno i conti con queste idee (e che oggi diventano talvolta “vision e mission aziendali”) e le debbono interpretare. Anche se forse non diventerò uno scrittore, far sì che i miei “clienti” capiscano quando si trovano di fronte alla propria “area di pericolo” e facciano le loro scelte, sarà una grande conquista. Per me, sarà importante saper raccontare loro il romanzo della loro vita.

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  50. sono Fabio. Grazie a tutti per i commenti e i complimenti. Il mio intento è prima o poi di rispondere a tutti via mail ma sono sotto consegna, ci vorrà un po’.
    Due cose volanti su temi che possono essere di pubblico interesse.
    A Deckart che, pur apprezzando, sembra un po’ diffidare del troppo metodo e mi chiede se non sento mai la necessità di lasciare una storia senza conclusione, incompleta. La risposta è: sì, sì, sì!!! Le regole narrative possono essere trascese, superate, abbandonate, ignorate. MA ATTENZIONE: Per me può farlo solo chi le padroneggia perfettamente e ne ha capito la natura e la funzione profonda. Il fatto è che queste regole non sono arbitrarie ma sono legate a funzioni precise della percezione umana. Chi capisce quale effetto producono, può tentare di ottenere gli stessi effetti in altri modi. Ma il superamento delle regole da parte di chi non le ha capite a fondo, produce quasi sempre solo noia. E’ solo la mia opinione, ovviamente, ma questo mi ha chiesto Deckart

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  51. Sono sempre fabio, rispondo a Luca R. che dice: “forse lo avranno già notato nei 51commenti precedenti al mio, ma il tuo esempio di storia assomiglia terribilmente alla “Febbre” di D’Alatri…”.
    Non lo aveva notato nessuno, in realtà. Ma voglio precisare che il mio esempio è precedente, è infatti nato nell 2000 in un corso di scrittura (sempre gratuito) che tenevo in un pub a Bologna (il Never Comics): con la classe abbiamo lavorato a lungo a questa storia. Intendiamoci, non voglio assolutamente insinuare che D’Alatri mi abbia copiato: lui non ne ha bisogno, è molto creativo e non è tipo da fare queste cose. Sono sicuro al 100 per 100 che ha solo avuto un’idea simile. Volevo però precisare che non sono neanche stato io a copiare lui: il mio esempio è più antico del suo film, quindi mi sento libero di continuare a usarlo!!!

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  52. Carissimo Fabio!
    Grazie mille per questo corso, una cosa che mi serve moltissimo per poter migliorare i miei scritti, e magare iniziare a fare un film… per ora ho finito di leggere Story di Robert Mckee…molto interessante. ok ora vado a fare i compiti o non vado da nessuna parte…

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  53. Ciao Fabio, dal Corriere del Ticino al tuo sito. Ho sempre desiderato scrivere, anche solo brevi racconti e leggendo la prima lezione ho appreso molto. E’ davvero entusiasmante sapere che si puo’ imparare a scrivere bene. GRAZIE!

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    • PER CAROL
      Sono assolutamente certo che si possa imparare a scrivere bene…Sono obiettivamente meno certo che ci si riesca con questo corso! Quindi, grazie della fiducia ma mantieni intatto lo spirito critico. Nell’insegnamento sono un novellino! Può darsi che faccia errori e, anzi, di qualcuno già mi sono accorto…
      Detto ciò, sono felice del tuo entusiamo

      Rispondi
  54. Ciao Fabio, molto interessante la tua lezione, soprattutto perché parli di regole. Da sfondare, da trascendere, ma da conoscere, sempre e comunque – perché per comunicare qualcosa, anche una storia, sono indispensabili e non mi stancherò mai di dirlo.

    Sto facendo qualcosa di simile a te, più in piccolo perché non ho la tua esperienza e senza la pretesa di farne lezioni, nel mio blog. Se qualcuno vuole passarmi a trovare, vorrei farne luogo di discussione aperta: ilgattomihamangiatoilibri.wordpress.com

    Ho appena parlato del tuo sito del del tuo splendido script per “Si può fare”, qui:
    http://ilgattomihamangiatoilibri.wordpress.com/2009/07/31/lezioni-di-narrazione-dai-meandri-della-rete/

    Faccio anche timidamente notare che il tuo non è il primo corso di scrittura gratuito della rete, Gianfranco Manfredi è già al lavoro su qualcosa di simile da parecchi mesi.

    Alla prossima lezione!

    Rispondi
  55. Sono un insegnante e trovo questo corso molto stimolante sia per le tue dritte, sia per tutti i commenti che giungono. Ho cominciato a fare l’esercizio 1 e mi sono proposto di scrivere 10 inizi di storie. Fino ad ora ne ho scritti due, il primo e’ incompleto, il secondo invece l’ho terminato devo solo sistemarlo. Spero di portare a termine questo compito, ma che fatica. Ogni volta che non so dove parare penso che sia meglio andare al cinema o noleggiarsi un dvd e godersi il lavoro degli altri, poi superata la crisi riesco ad andare avanti.
    Grazie Mimmo

    Rispondi
    • PER MIMMO
      Temo di avere fissato l’asticella un po’ in alto con le dieci storie. Mi sa che ho sbgaliato (sto imparando anch’io del resto!). Bastano anche 4 o 5. O anche 3. Ma a volte per fare 3 bisogna puntare a fare 10. Nel mio lavoro spesso faccio così…

      Rispondi
  56. Buongiorno Fabio Bonifacci! Posso farmi rivelare qual è l’area di pericolo di Vincent Vega (Pulp Fiction) e di Rossella O’Hara? Così, per essere sicuri di aver capito. Per la vicina consegna…alla grande!

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    • PER GIOVANNA BUREI
      al momento non so rispondere, perchè dovrei rivedere i film, che ho visto tanto tempo fa. E comunque non è mia abitudine applicare le mie teorie quando sono spettatore. Certo, in passato mi è capitato tante volte di studiare un film o un libro, cioè di smontarlo per capire come funziona. Ma questo in sostanza significa “fargli un’autopsia”, cioè ucciderlo. A parte qualche caso specifico,in genere preferisco tenere vivi libri e film; me li godo (o li detesto) come spettatore che non sa nulla, che trova una magia oppure no.
      E del resto queste teorie mi servono per scrivere, non per vedere le opere.
      Poi capisco benissimo che a chi legge le teorie venga voglia di verificarle in pratica, confrontandole con film e libri veri. Ma potete farlo da soli, magari scambiandovi le opinioni… Non avendo ovviamente tempo di dare lezioni personalizzate, vorrei aprire un forum così chi segue il corso può scanbiarsi opinioni, pareri sugli esercizi fatti, eccetera. Appena ho tempo, lo farò

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  57. Ciao…meravigliosa la tua idea… Non vedo l’ora di leggere la seconda lezione… La mia idea di storia riguarda diversi protagonisti… Vorrei partire da un personaggio che però influirà sulla vita degli altri e quindi alla fine descriverei storie parallele..che ne pensi? Troppo complicato?

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  58. Buon giorno, leggo che anche lei è sotto consegna. Consegne molto diverse, credo, da quelle che sento spesso io.
    Nel senso: ma anche per consegnare emozioni e sogni c’è bisogno di spedizione, bolla (ddt) di accompagnamento, fattura e modalità di pagamento? Complimenti e grazie ancora per il suo impegno.

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    • PER CARLIN
      ma certo, ho appena firmato una bolla per la consegna di emozioni via corriere! E’ il pre-montaggio di un film che ho scritto, che devo vedere e commentare…E alla fine, lo ammetto, faccio anche fattura. Con Partita Iva.
      Insomma, non è l’aspetto più eccitante di questo mestiere, ma c’è…

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  59. Ciao Fabio,
    sono giunto anch’io al tuo (ottimo) sito grazie alla segnalazione del “Venerdì” di Repubblica, ed ho appena finito di leggere la prima lezione. Tra un attimo appunterò i tuoi consigli sulla parete di fronte alla scrivania, per leggerli e memorizzarli come meritano. Per ora campeggia questo unico vademecum, che ti segnalo come modesto contributo ai tuoi preziosi consigli.
    “Scrivere per arrivare a tre livelli di lettura:
    – interesse per il racconto e l’intreccio;
    – esplorazione delle dinamiche psicologiche;
    – veicolare una visione filosofica.”
    Non vedo l’ora di leggere la tua prossima lezione, e di riempire la parete di foglietti.

    Grazie di cuore per la tua generosa professionalità,
    Lorenzo
    (aspirante sceneggiatore di fumetti)

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  60. Carver sosteneva che il talento è una dote piuttosto comune, e non basta da solo a fare di uno scrivente uno scrittore. Serve una strada personale, ma anche oggettiva, in qualche modo. E’ un lavoro. Ci vuole pazienza. Servono confronti costruttivi. Le spinte creative interne rischiano di crollare senza le giuste costruzioni. Intanto, grazie per l’aiuto.

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    • PER MARIA LUISA
      bella la citazione di Carver, non la conoscevo. Cioè, voglio dire: bel concetto, da pensarci su, questo del talento come “dote piuttosto comune”. Un argomento a favore: al bar, ascoltando qualcuno che raccontava faccende sue, tante volte ho pensato “senti come racconta bene, potrebbe fare il mio mestiere”. Quello forse è il talento naturale del racconto. Che forse non basta. Ci penserò ancora su. Il bello di questo blog è che non ha niente di “attuale”: i temi sono eterni, ci si può ragionare a lungo e non c’è nessuna fretta di dire in modo definitivo: la penso così o colà.
      PS per MARIA LUISA: hai per caso l’originale della citazione. Se me lo mandi mi fa piacere leggerlo (intendo l’originale ma tradotto, non leggo benissimo l’inglese)

      Rispondi
  61. Gentile sig. Bonifacci,
    annichilito dall’entusiasmo per codesto corso sì gratuito e sì (inizialmente) interessante, mi permetto ossequiosamente di domandarle quando avremo la possibilità, l’onore e la goduria di appezzarne anche le restanti 149 lezioni (o pagine, non ricordo).

    Probabilmente da qualche parte ci sarebbe andato pure un punto interrogativo, ma essendo annichilito mi posso permettere tale omissione.
    Con ogni complimento (sincero) di cui sono capace,
    Paulus

    Rispondi
    • PER PAULUS: ai primi di settembre ci sarà la seconda lezione, se le mie 7 scadenze me lo permettono…(no scherzo, ci sarà comunque, me lo sono giurato da solo)

      Rispondi
  62. Mi piace questo riflettere insieme a te.
    A proposito del talento ho appena letto su un sito… una cosa interessante e che,devo dire, un po’ mi spaventa
    “Mina pensò che la sua sfiga era avere “il talentino”, cioè un
    odorino di talento che non basta per volare in alto ma è troppo
    per nascondersi a fare il fantacalcio senza che nessuno se
    ne accorga. (https://www.bonifacci.it/pdf-libri/Capitolo-1-abc.pdf)
    In una scena del film Piccole donne, la versone con Rossano Brazzi, Jo piange perchè commossa dalla sua stessa storia.
    Se quello che scriviamo ci emoziona sarà talento comune, talentino o vera capacità di trasmettere? E come si fa o non è giusto e importante saperlo? O bisogna appunto lavorarci?
    Grazie della pazienza Caterina

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  63. Ciao Fabio,
    ho appena finito di leggere la tua prima lezione e ne sono stato subito rapito grazie al metodo sintetico con cui l’hai esposta. Sono un amante dei libri di Linda Seger, Syd Field, Dara Marks, Chris Vogler, Robert Mckee, gli ho studiati tutti, alcuni di questi gli ho anche riassunti e sulla mia bacheca, ci sono tutti gli schemi da loro proposti.
    Leggendo la tua lezione però, ho scoperto qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso rispetto agli autori sopraccitati e non vedo l’ora di leggere la seconda lezione: “E poi cosa succede?”
    Mi chiamo Francesco Bovino (32) e ho scritto e diretto il mio primo film tv tempo fa, dal titolo “Così vanno le cose”, prodotto da RTI che andrà in onda prossimamente su Canale 5 in prima serata, almeno cosi mi hanno detto. Il film è piaciuto molto alla dirigenza (a me non molto) mi hanno fatto tutti i complimenti è stato anche riconosciuto al Ministero come opera di interesse culturale e ora chiaramente mi ritrovo a ricominciare da capo: sto scrivendo la mia seconda sceneggiatura.
    Mi chiedo e spero che il tuo blog possa diventare anche uno spazio per confrontarci, per conoscerci tutti, in modo tale da far nascere delle sinergie creative, fino ad arrivare magari a reali collaborazioni pratiche. Molte volte, tramite il confronto, nascono grandi idee.

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    • PER FRANCESCO BOVINO.
      ammazza! Non solo mi metti insieme ai più grandi guru Usa della sceneggiatura, ma aggiungi che nel mio corso hai trovato qualcosa di più! E’ veramente un complimento spettacolare! Ovviamente mi rifiuto anche solo di ipotizzare che sia vero, però fa piacere. A presto

      Rispondi
  64. Infinite grazie per questa iniziativa.
    Amo la scrittura che mi permette di trascorrere ore bellissime in una solitudine molto abitata. Ho trovato spunti interessanti nella sua prima lezione, uno in particolare: è vero che si devono fare gli esercizi. Non si capisce perché la scrittura debba essere considerata qualcosa che “viene da sé. Più che l’ispirazione, dovrei farmi venire voglia di faticare, di provare e riprovare, si spremermi il cervello. Io ho sempre evitato di fare gli esercizi, ma lei mi ha convinto.
    Li farò. Adesso vabbè, non mi chieda quando…ma sento che è un po’ come quando qualcuno mi chiede di dargli lezioni d’inglese e io dico: però fra una lezione e l’altra devi fare un ripasso e rivedere quello che si è detto, e allora la voglia di studiare l’inglese passa immediatamente a tutti. A proposito, sono un’ex-interprete parlamentare e insegnante della scuola interpreti.
    grazie ancora.

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  65. ciao, ho letto del tuo corso su Il Venerdì di Repubblica e, curioso come sono, eccomi qui.
    molto interessante e coinvolgente il tuo corso (e poi, cosa succede?)
    ho sempre avuto il pallino della scrittura, concretizzato in pochissime cose. Adesso sono bloccato dalla frattura ad un piede: ho la possibilità di seguire e praticare i tuoi primi consigli.
    ciao

    Rispondi
  66. Ciao Fabio,
    ho letto con curiosità la tua prima lezione e ne sono rimasta veramente entusiasta perchè è avvincente come il miglior romanzo giallo.
    Condivido il tuo pensiero: le trame non devono essere artificiali ma ancorate alla realtà. Ho visto ieri su Sky familiy “Non dire sì, l’amore sta per sorprenderti” che è l’esempio classico di una trama su vicende artificiali oltre al protagonista non adatto per quel personaggio. Un brutto film che crea addirittura malessere in chi lo guarda!
    Il suggerimento per i dieci inizi io penso che si riferiscano a trame completamente inventate quando la realtà, attuale o storica, non suggerisca molte variazioni ma una sequenza logica di fatti non contaminati da effetti speciali o da astrazioni.
    Come hai letto o leggerai nell’altra sezione, io ho scritto sopratutto progetti e sceneggiature di film storici e non ho mai avuto tentennamenti per scegliere come iniziare, come continuare o come finire.
    Quando ho un blocco smetto anche qualche giorno, poi tutto si risolve, sempre mai abbandonare il discorso logico.
    Accolgo con entusiasmo la felice idea di Francesco Bovino di condividere problemi e di stimolarci a vicenda.
    A Francesco chiedo: come hai fatto ad essere così fortunato a far produrre il tuo film dalla RTI?
    Il mondo del cinema e della televisioni sono “consorterie” molto chiuse. Difficilmente si entra anche se si hanno le migliori idee e i migliori prodotti. Non basta essere fortunati. Bisogna conoscere…..
    Si vedono, perciò, film molto brutti e ripetitivi vedi la serie dei
    Baci, dall’ultimo al primo….
    A me che propongo da dieci anni “Aleramo”, hanno il coraggio di dirmi che un film cavalleresco del X sec. non interessa anche se narra le vicende epiche e romantiche, veramente vissute del primo marchese del
    Monferrato quando dai sondaggi si evice che i film della triologia del “Signore degli anelli” (per me molto brutta e mal fatta)sono i più
    amati. Che dire della riedizione di Robin Hood? Credimi, le vicende dei miei film sono molto, ma molto più coinvolgenti. Non piacciono perchè sono italiani? Non li vogliono fare, perchè non ne sono capaci!!!!!!!!
    Costano troppo? In pochi anni incasserebbero i capiatli investiti moltiplicati migliaia di volte.
    Vorrei chiedere ai tuoi lettori di manifestare la loro intelligenza e di disertare tutti i film “cretini” che circolano nelle sale per privilegiare quelli che hanno un contenuto o una piccola valenza artistica, perciò a Natale non andate a vedere i film panettone perchè i loro produttori non sono in grado di reinvestire gli utili in film che possano entrare nella storia del cinema! Purtroppo non si è più in grado di fare film buoni! Ci vuole la raccomandazione per ottenere anche le sovvenzioni statali, ecc…
    Di conseguenza vorrei comunicare ai tuoi lettori di divertirsi a comporre sceneggiature ma a non sperare minimamente a trarne un film a meno che non si sia in grado di finanziarlo completamente, alla grande!
    Ancora infiniti complimenti per l’ottima iniziativa. Attendo anch’io la seconda lezione. Ciao Liliana.

    Rispondi
  67. Ciao Fabio,
    ho letto con curiosità la tua prima lezione e ne sono rimasta veramente entusiasta perchè è avvincente come il miglior romanzo giallo.
    Condivido il tuo pensiero: le trame non devono essere artificiali ma ancorate alla realtà. Ho visto ieri su Sky familiy “Non dire sì, l’amore sta per sorprenderti” che è l’esempio classico di una trama su vicende artificiali. Inoltre ha il protagonista non adatto per quel personaggio. Un brutto film che crea addirittura malessere in chi lo guarda!
    Per quanto riguarda il suggerimento per i dieci inizi io penso che si riferiscano a trame completamente inventate. La realtà, attuale o storica, non suggerisca molte variazioni ma una sequenza logica di fatti non contaminati da effetti speciali o da astrazioni.
    Come hai letto o leggerai nell’altra sezione, io ho scritto sopratutto progetti e sceneggiature di film storici e non ho mai avuto tentennamenti per scegliere come iniziare, come continuare o come finire.
    Quando ho un blocco smetto anche qualche giorno, poi tutto si risolve,e non abbandono il discorso logico.
    Accolgo con entusiasmo la felice idea di Francesco Bovino di condividere problemi e di stimolarci a vicenda.
    A Francesco chiedo: come hai fatto ad essere così fortunato a far produrre il tuo film dalla RTI?
    Il mondo del cinema e della televisioni sono “consorterie” molto chiuse. Difficilmente si entra anche se si hanno le migliori idee e i migliori prodotti. Non basta essere fortunati. Bisogna conoscere…..
    Si vedono, perciò, film molto brutti e ripetitivi vedi la serie dei
    Baci, dall’ultimo al primo….
    A me che propongo da dieci anni “Aleramo”, hanno il coraggio di dirmi che un film cavalleresco del X sec. non interessa anche se narra le vicende epiche e romantiche, veramente vissute del primo marchese del
    Monferrato quando dai sondaggi si evice che i film della triologia del “Signore degli anelli” (per me molto brutta e mal fatta)sono i più
    amati. Che dire della riedizione di Robin Hood? I film cavallereschi, benfatti, piacciono a tutti, ai giovani e agli anziani.
    Credimi, le vicende dei miei film sono molto, ma molto più coinvolgenti. Non piacciono perchè sono italiani? Non li vogliono fare, perchè non ne sono capaci!!!!!!!!
    Costano troppo? In pochi anni incasserebbero i capiatli investiti moltiplicati migliaia di volte.
    Vorrei chiedere ai tuoi lettori di manifestare la loro intelligenza e di disertare tutti i film “cretini” che circolano nelle sale per privilegiare quelli che hanno un contenuto o una piccola valenza artistica, perciò a Natale non andate a vedere i film panettone perchè i loro produttori non sono in grado di reinvestire gli utili in film che possano entrare nella storia del cinema! Purtroppo non si è più in grado di fare film belli come negli anni 60 e 70! Ci vuole la raccomandazione per ottenere anche le sovvenzioni statali, ecc…
    Di conseguenza vorrei consigliare ai tuoi lettori di divertirsi a comporre sceneggiature ma a non sperare minimamente di trarne un film a meno che non si sia in grado di finanziarlo completamente, alla grande!
    Ancora infiniti complimenti per l’ottima iniziativa. Attendo anch’io la seconda lezione. Ciao Liliana.

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  68. Di solito vengo chiamata Marilù.
    La citazione è da “Il mestiere di scrivere”, un libro un tantino spurio, dato che Carver non ha mai lasciato nessuno scritto ufficiale riguardo ai suoi corsi. E’ edito da Einaudi, collana “Stile Libero”. Mi pare che la citazione provenga dal primo capitolo.

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  69. Non è che l’area di pericolo sia una legge che non si può trasgredire, Difficile trovarla in Proust. Ma non siamo tutti sicuri di essere Proust. Quindi forse è utile partire da qualche cosa che ci metta in grado di lavorare sui nostri punti di forza e di debolezza, e di maturare, concretamente nella scrittura. E poi, magari, scegliere altre tecniche narrative, più personali. In fondo non c’è niente di più personale della scrittura.

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  70. Buon giorno, sì, sì avevo già sentito dire, da quel barbone dell’altro secolo, che tutto è merce dunque anche le emozioni ed i sogni, bolla e fattura a seguire. Negli ultimi lustri sono stato poco attento, volevo curiosare se c’erano stati degli aggiornamenti sulle definizioni ma vedo che sono rimaste quelle. Sono molto eccitato anch’io da questo blog, mi sembra di essere in viaggio in una navicella spaziale. Non sono del settore ma ricordo bene che alle medie superiori nelle opere di scrittura, nei temi, gli ultimi tre anni, quelli che ricordo, il voto, tranne in un caso, è sempre stato … tre! Nel caso diverso invece il voto è stato quattro, meno, meno, meno, meno. Così. Quello che per me era fin troppo chiaro non lo era per chi mi doveva valutare, io capivo tutto quello che scrivevo ma forse non chi mi leggeva. Mi sono sempre sentito handicappato nella vita per questa cosa. Mi chiedo, che sarà la scrittura? Cos’hanno gli altri che io non ho e che non riesco a vedere? Ancora non lo so. Stare qui dentro non sarebbe proprio il mio posto.. Grazie della risposta e anche di tutto il resto.

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  71. Davvero, una lezione di scrittura avvincente quanto un racconto.
    Per questo motivo la prima cosa che mi è venuta in mente dopo la lettura è stata “E poi cosa succede?”.

    Non un banale “interessante”.

    Rispondi
  72. “Ehi Fabio, come butta?”
    “Bene fratello…ma chi sei?”
    “Uno come tanti, amico! Mi chiamo Peppino.
    “Peppino? Diminuitivo di Giuseppe?”
    “No amico. Peppino all’anagrafe. Un giorno ti racconterò il perchè. Ma davvero dai un corso gratis?”
    “Si, perchè?”
    “Perchè sei fuori fratello. Stavo per andare a chiamare i carabinieri. Sai, sei fico! Mi piace il tuo sito, è molto cool…”
    “Se non è una parolaccia, grazie”
    “Bonifacci mi piaci: voglio regalarti una massima.”
    “Dimmi…”
    “Se hai dei soldi sei ricco. Se hai un’idea sei miliardario!”
    “Ehm…bellissima. Complimenti. Ora devo andare…”
    “Non c’è di che amico. Ci vediamo a settembre. Oh mi raccomando, torna.”
    “Torno, torno. Ciao Giuseppe.”
    “Peppino…”
    “Sì, scusa…Peppino.”

    Rispondi
  73. Caro Fabio, prima di tutto grazie.
    Di storie ne ho scritte almeno una trentina, ma, come hai scritto nel corso della lezione “tutte si esplicano in quaranta secondi”, quindi non sono ‘inizi’ di storie, ma storie e basta.
    Ammetto che erano già scritte da tanti anni ed ho cercato di verificarle alla luce delle tue indicazioni.
    Più o meno ci siamo, ma bisogna farne di strada!
    Il difficile, per me, non è tanto “inventare” storie, quanto scriverle e descriverle. Già le due/tre pagine solo di inizio mi sembrano tante.
    Ho organizzato, con ricerche storiche/ambientali/sociali/politiche il contorno alla mia storia preferita, ma, pur avendo tutto in testa, mi sono arenato davanti al solito foglio bianco/schermo del monitor, come penso succeda a tanti. Eppure è una storia che mi piace, mi diverte e in cui credo.
    Mi è stato più facile farmi pubblicare, un paio di anni fa, un libro di poesie !

    Rispondi
  74. Caro Fabio,
    il tuo corso trasmette umanità e consigli come una bella bottega artigiana.
    Una offerta spontanea di conoscenze e emozioni rarissima nel mondo del cinema o letteratura o…
    Ti ringrazio per la disponibilità a condividere gli strumenti del mestiere.
    Federico.

    Rispondi
  75. caro fabio,
    mia madre oggi è venuta in camera mia e, porgendomi il “Venerdì” aperto sulla tua intervista, mi ha detto: “visto che ti piace tanto scrivere leggi l’articolo e vai vedere il sito, potrebbe essere un buon modo per riordinare le migliaia di idee che ti frullano in testa e non sai come esprimere”.
    Ho letto la prima lezione e sperando di riuscire a svolgere in maniera decente il primo esercizio ho deciso che dovevo un ringraziamento a due persone stasera: a mia madre e a te.

    Rispondi
  76. Ciao Fabio,
    sono uno sceneggiatore in erba e sto trovando molto utile i tuoi suggerimenti.
    Spero che porteranno a realizzare il mio sogno di diventare uno sceneggiatore importante, non famoso, ma importante che secondo me è molto diverso.
    Inizierò a fare gli esercizi. Ora ho 25 anni e sono più maturo di quando scrivevo e ne avevo 18, e ho capito la differenza tra scrivere per far soldi e scrivere per raccontare storie.
    Grazie e a presto

    Rispondi
  77. Caro Fabio,
    sono venuto a conoscenza del corso dal blog di Paolo D’Agostini su Repubblica.it. Coltivo l’ambizione di scrivere da molti anni, e nel mio cassetto (virtuale, una cartella del pc) alberga un centinaio di pagine di appunti su personaggi e trame. In un’altro cassetto c’è un racconto finito, che credo funzioni. Mi sono piaciuti moltissimo sia “Si può fare” che “Notturno bus”. Che dire, salvo subito il tuo sito tra i preferiti e comincio a pensare ai dieci inizi. Ah, grazie.

    Rispondi
  78. Ciao Fabio
    Complimenti per questo racconto-lezione, molto prezioso nei contenuti e nella forma. Ammiro i film da te scritti, soprattutto “si può fare”, e naturalmente sono aspirante scrittore. Ho scritto anch’io una sceneggiatura che sembra una via di mezzo tra una non-storia e una iper-storia. Non l’ho ancora capito!
    Domanda da un milione di euro: sono molto indeciso se avventurarmi nella narrativa tradizionale o nella sceneggiatura per cinema o fumetti. Tu come hai capito la tua strada? E’ una scelta da fare all’inizio? le differenze tecniche sono inconciliabili tra queste forme di racconto?
    In realtà sono tre domande, ma confido nella tua generosità…

    Rispondi
  79. Mi sembra che sei riuscito a fare una lezione di sceneggiatura in modo talmente mirato da non tediarmi neanche per un secondo. Stampata, iniziata a leggere in un un bar e terminata a casa, la tua lezione mi ha messo davanti un bel po’ di cose che avevo già letto in questi ultimi anni: da Eisenstein a Field, attraverso Aimeri e dopo Vogler e poi tutti gli altri e le altre dimenticati per strada. Credo che il segreto di questo tuo ottimo esempio di comunicazione sia nella semplicità. Spero che proseguirai con lo stesso ritmo vincente anche nelle prossime lezioni.
    Proverò a scrivere un po’ di inizi, come proponi. Dico proverò perché – per esperienza personale – non prometto mai niente a nessuno, neanche a me stesso, sapendo quanto a volte può costare un giuramento.
    Comunque provo a scrivere un po’ di inizi, questo sì. Ho già iniziato abbastanza cose da non tirami indietro davanti a questa piccola sfida.
    ciao
    Bene

    Rispondi
  80. da studentessa in un liceo classico nonché filosofa degli anni zero temo di aver proprio confuso ‘le emozioni con le idee’. E la lettura di questo blog si è rivelata una devastante dichiarazione di resa; io che pensavo che la storia sarebbe nata scrivendo; io che a volte ritenevo quasi di non aver bisogno di una storia.
    Credo di essere stata l’unica a piangere leggendo una lezione di scrittura (per altro piacevole, a tratti divertente), ma sono sicura che mi servirà. Corro a fare i compiti a casa e GRAZIE

    Rispondi
    • per Marge. Il tuo commento mi ha un po’ commosso. Mi ha ricordato vecchie emozioni personali, un momento in cui anch’io piansi perchè mi sembrò di aver individuato un errore che avevo sempre fatto, e di aver capito capito un segreto importante sulla scrittura. Fra l’altro, poi si è rivelato tutto vero. Su quel che ho capito in quel momento di commozione si è fondato molto del mio lavoro negli anni successivi.
      Che dire? Ti auguro di cuore che sia lo stesso per te, possibilmente anche meglio.
      Riguardo al tuo pianto sulla lezione, lo considero un dono di cui non mi sento assolutamente all’altezza. Una responsabilità che mi spaventa anche un po’.
      Ma ricorda che, se stai imparando, impari qualcosa che da qualche parte già hai dentro. Le mie piccole parole possono essere al massimo una freccia che suggerisce dove guardare. In ogni caso, non dar mai loro troppo peso. Nessuno su queste cose ha verità assolute, e io meno di tutti.
      Grazie comunque

      Rispondi
  81. Scusate se non ho scritto prima ma sono in un posto dove è quasi impossibile connettersi ad internet.

    X FABIO,
    non volevo dire che nella tua lezione c’è qualcosa di più o di meno rispetto ai guro Usa già citati. Dico solo che il tuo approccio con la narrativa è diverso rispetto ai “classici” della drammaturgia. Vogler, Marcks, Mckee ecc, non nascono come sceneggiatori per poi darsi all’insegnamento. Sono sempre stati degli studiosi che tramite l’analisi di romanzi e film di successo hanno creato delle regole, dei principi, che sono sicuramente molto utili ad uno sceneggiatore per aiutarlo a padroneggiare la forma del proprio lavoro.
    Nel tuo caso invece l’approccio è l’opposto. Nasci come scrittore, sceneggiatore, che ha poi deciso di donare la propria esperienza (fatta sicuramente anche di studi e corsi) agli altri in modo gratuito, e questo è molto nobile da parte tua, soprattutto nel nostro paese dove la “conoscenza”, spesso e volentieri, è sempre ben custodita e non divulgata.
    Magari dopo che hai pubblicato altre lezioni potrebbe essere divertente e costruttivo provare a metterle a confronto con i vari guru americani.

    X LILIANA,
    Non è stato molto facile. Dopo aver mandato più o meno 400 email a varie produzioni (mi hanno risposto in 10 con esodo negativo) ho avuto modo di conoscere Massimo Ferrero (produttore) grazie ad un mio amico che aveva già lavorato con lui. Dopo averlo conosciuto e raccontata l’idea del mio film, il produttore in questione iniziò a mandare varie sceneggiature (tra cui la mia che aveva preso in simpatia) a RTI e come per miracolo scelsero il mio script. Chiaramente dopo lunghe riunioni e varie stesure il film entrò in produzione.
    Un saluto a tutti e buon lavoro.

    P.S. ho scritto questa email molto velocemente, spero che non ci siano troppi errori

    fra

    Rispondi
  82. Grazie.
    non sono un’aspirante scrittrice, il mio lavoro è tutt’altro, anche se forse in comune abbiamo il raccontare e aiutare a riraccontare storie …(sono una psicologa che non vede l’ora di guadagnare SOLO con questa professione, visto che la mia storia assomiglia molto alla non-storia…). Mi sono sempre chiesta cosa accade in un corso di scrittura creativa, senza avere il coraggio di iscivermi ad uno, chissà che stavolta non riesca a iniziare…
    Volevo solo ringraziarti, perchè la tua lezione di scrittura in realtà ha molto a che fare con la vita. Mi piacerebbe tanto guardare, un giorno, la mia vita e pensare che è stata una bella storia. In realtà, in parte, lo penso già un po’, ma ho sempre avuto la tendenza a trascinarmi da una scelta all’altra. L’atteggiamento è sempre stato del tipo ‘devo farlo, che devo fà? vabbè, scegliamo la meno peggio’senza pensare che in ogni piccola cosa, come per i personaggi su carta, si delinea una storia, un carattere, e si sceglie il proprio destino.
    Grazie, non l’avevo mai letto in un modo così lieve da far sorridere e così profondo da arrivare dritto al cuore.

    Rispondi
  83. Graaaziee. Ho trovato questa lettura avvincente, convincente e incoraggiante. Non so se farò il compito, forse la mia area di crisi è scoprire che posso farcela.

    Rispondi
  84. ciao, ci siamo conosciuti ieri sera alla presentazione del film (sono quella di Burzanella!)molto interessanti queste lezioni gratuite, tornerò con più calma a leggere questa prima puntata visto che è molto corposa…
    nel mio blog a suo tempo avevo scritto due righe su “Si può fare” magari ti fa piacere darci un’occhiata.
    grazie

    Rispondi
  85. Si legge ridendo e pensando, cose che, ahimè, qualcuno reputa non sia il caso di fare in contemporanea. Scrivo gialli e noir, lo faccio, ovviamente, ridendo e pensando. Ho trovato il link di questo corso gratuito (e impagabile) sulla bacheca Facebook di Gianni Fantoni, mio conterraneo e genio della risata pensata. Insomma… leggi, ridi, pensa… mi stamperò le lezioni e le rileggerò con calma.

    Rispondi
  86. che bello questo corso! io ne ho frequentati 3 a pagamento, ma ho imparato meno di quello che hai espresso tu con la prima lezione! finalmente un approccio razionale e pragmatico! non ved l’ora di leggere il seguito!

    Rispondi
  87. Molto interessante e completo, aspetto con ansia la seconda lezione.
    Hai riassunto in una pagina Web molte informazioni utili che avevo raccolto, in modo piuttosto parziale, nel tentativo di scrivere storie e racconti.
    Complimenti per il tuo lavoro!

    Rispondi
  88. Io non so scrivere, non voglio scrivere, non mi interessa raccontare.
    Amo leggere, però, e voglio vedere come va a finire 😉

    Grazie.
    Bel lavoro.

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  89. Sono una di quelle che hanno centinaia di idee che le frullano in testa ma non sa mai come buttarle giù senza sembrare una tremenda rompipalle… Finora ho tra le mani solamente “pezzi” di idee, ma non ho mai concluso nulla di concreto. L’idea del corso, degli esercizi penso che mi sarà parecchio d’aiuto: servirà a impormi delle cadenze da rispettare e spero, a liberarmi da pomposità varie ancora troppo presenti in quello che scrivo… Aspetto la lezione di inizio settembre con ansia (farò l’impossibile anche per seguire le altre, anche se lo studio da ottobre in poi avrà la meglio). Grazie!!!

    Rispondi
  90. Sono una studentessa del primo anno di medicina e, proprio perchè nella vita si fanno delle scelte, ho messo un po’ da parte un altra parte di me, quella creativa, amante del teatro e del cinema, dell’arte in generale in tutte le sue forme. Oggi ho fatto il primo inizio di storia…spero di continuare con le lezioni. Grazie dell’opportunità 🙂

    Rispondi
  91. Ciao Fabio,

    da sempre mi é piaciuto scrivere, ma solamente a 20 anni (quindi quattro anni or sono) ho cominciato ad ascoltare concretamente questo desiderio! Per diverso tempo, ho riempito fogliacci di brutta contenenti delle idee che poi non trovavano mai una rotta, ed anzi, finivano nel dimenticatoio ancor prima di cercarla.
    Un anno fa invece, ho iniziato una storia su un block notes. Lo scorso mese di marzo ho iniziato a riscriverla a computer. Per la prima volta, durante la riscrittura, ho fatto una scaletta, con le parti principali del racconto. Ora lo sto continuando. Quando ho letto l’articolo “Nessun racconto senza una storia” (se non sbaglio era questo il titolo) apparso sul Corriere del Ticino lo scorso fine luglio, sono rimasto entusiasta della tua bellissima idea,del corso online gratuito!
    Da inizio settembre sarò impegnato con il lavoro di bachelor, ma non mancherò a seguire il seguito del tuo corso!
    Complimenti ancora per il tuo progetto e grazie!
    saluti.
    Mattia

    Rispondi
  92. …mi fa ridere pensare a quanta gente si riempia la bocca con “Story” di Robert McKee, corre a comprarlo anche al mercato nero se non lo trova e poi magari nemmeno se lo legge. Come ho fatto io! Comunque, scherzi a parte, lodi pubbliche per il tuo corso, che continuerò a promuovere come posso. Mi hai fatto venire voglia di scrivere quel romanzo in cui il mio protagonista si sveglia una mattina, e, pur non attendendo proprio nessuno, una domenica mattina presto gli suona alla porta la persona peggiore che lui si sarebbe mai voluto trovare davanti…

    Rispondi
  93. Caro Fabio, quale passione e quale grado di interesse verso gli altri ti ha portato a tutto questo ? Sono sbalordita dalla bellezza di quanto scrivi. Io sono un’attrice di teatro. Per la prima volta in vita mia ho sperimentato la scrittura per il teatro e sto portando in giro un monologo tragicomico. Dopo la prima esperienza di scrittura e di messa in scena che mi ha dato molte soddisfazioni ho il blocco psicologico nello scrivere il secondo testo. Spero che queste tue lezioni mi aiutino a sbloccarmi per rimettermi in gioco in una nuova scrittura. Ti abbraccio ringraziandoti tantissimo per quello che fai.Ciao Stefania

    Rispondi
  94. Ciao Fabio tutto bellissimo! però.. visto che la prima lezione è del 21 maggio 2009.. ehmm.. a quando tutto il resto per 100 pagine circa complessive? previsioni per la lezione n.2? 🙂

    Rispondi
  95. ciao Fabio
    qualche giorno fa ho incontrato il tuo sito
    non ricordo neanche su quale altra pagina web ho trovato il link… però, bel regalo, non c’è che dire!
    aggiungiamoci la fortuna che – ora che ho letto la prima lezione – settembre è già cominciato e quindi aspetto con curiosità di percorrere la seconda tappa

    interessante a mio avviso il tema della “scelta”
    azzardo un pensiero che propongo alla tua riflessione, perché mi pare di capire che la scelta interroga e “costringe” sia il personaggio che l’autore
    il personaggio fa la sua scelta, costretto dalla trama che l’autore gli fa attraversare
    ma anche chi scrive fa delle scelte: tu ci hai detto che ipotizzi 7 idee di scena, di dialogo, di location…e poi tieni la migliore
    possiamo dire che la scelta stessa è un “evento”, limita e influisce sugli eventi successivi: nella trama e il suo svolgersi, come nella scrittura e il suo fluire
    ciò che scelgo – come personaggio o come autore – comunque disegna il percorso che poi seguo
    … ho osato troppo?

    con gratitudine
    Alberto

    Rispondi
  96. Ci provo…
    Grazie per l’altruismo, e complimenti per aver mantenuto fede agli antichi propositi!
    (PS: ma soprattutto: COMPLIMENTI PER LA SCENEGGIATURA DI “si puo’ fare”. Una vera poesia.
    Loredana

    Rispondi
  97. Mi piace scrivere ma non ho mai pensato ad una storia. Ho inziato nel modo peggiore con i miei piccoli aneddoti quotidiani e qualche mese dopo la mia banale idea aveva anche un nome ormai blasonato. Chi non ha mai sentito parlare delle mamme blogger?
    Stamane la mia amica Doni mi ha suggerito il tuo corso, ok incominciamo e… grazie!

    Rispondi
  98. Bravo.
    Qundo ero ragazzo, come tanti, mi affascinava l’idea di scrivere, ma naturalmente non sapevo nè cosa nè come nè quando.
    Alcuni decenni piu’ tardi ho seguito un corso di scrittura organizzato dal comune della mia città. Non pensavo piu’ di scrivere, ma mi piaceva l’idea di capire “come funziona”. Li’ ho capito molte cose sulla struttura del racconto, la tensione, la definizione dei personaggi e altro ancora.
    Ho trovato la prima lezione veramente buona.
    Non è utile soltanto a chi desidera scrivere: serve anche al lettore e allo spettatore – di un film o di una commedia – per apprezzare e comprendere meglio un lavoro ben fatto. Devi continuare.

    Rispondi
  99. Girovagando in internet sono arrivata al tuo blog, ho stampato e letto in un fiato la tua prima lezione! Complimenti, mi sono ritrovata in tante cose che dici, e mi hai illuminato in altre. ora aspetto solo la seconda lezione e vado ad iniziare subito gli esercizi. Davvero complimenti sai farti capire alla perfezione.

    Rispondi
  100. ciao fabio,
    il caso, il caso…
    sto finendo di scrivere il mio primo romanzo e, da appassionato di cinema quale sono, becco il tuo sito su consiglio di paolo d’agostini che lo inserisce nel blog da venezia.
    Lo leggo e…mi hai regalato almeno trenta chili di fiducia.
    Grazie grazie grazie!

    Rispondi
  101. Chissà se si può fare… per me, essere diverso da chi gioca a calcetto e dice bugie è come dar spazio all’amore in un bus notturno che va a Ostia, non a Fiumicino… E il cioccolato neanche mi piace, per quanto a lezione di mambo me ne hanno parlato. Io sono a dieta. Quindi l’insalata di ravanelli si sposa oggi con il tandem di pomodori… ed è ieri… chi ha orecchie per intendere… lo dica al Mina

    Rispondi
  102. Bellissima lezione molto stimolante! Non vedo l’ora che inizi la prossima. 😉

    Grazie mille,
    Gian.

    P.S: L’idea del forum non sarebbe malvagia, potrebbe rivelarsi uno strumento molto utile! 😉

    Rispondi
  103. Interessante!
    sono venuta a conoscenza,per caso,del corso gratuito e visto che da tempo volevo frequentarne uno e mi interessa il mondo della scrittura,mi sono detta “perchè no?”
    Cercherò di seguire i tuoi consigli,amo scrivere (sebbene declini questa mia passione sotto forma di post-diari)e voglio vedere sino a che punto le parole mi verranno incontro!

    A presto.

    Rispondi
  104. Gentile Fabio,
    finalmente ho trovato qualcosa di estremamente interessante su cui spendere tempo e iridi! Visto e considerato che mi ritrovo a saper scrivere cose e sostanza che questa nostra terra non ammira o non coltiva vorrei chiederti cosa pensi tu di un trasferimento immediato all’estero con relativo corso. La mia unica priorità è un oscar per per la miglior sceneggiatura regalo di compleanno per i miei trenta anni non tanto lontani e riuscire a vedere quello che scrivacchio su un foglio prendere corpo, vita e passione dentro uno schermo.
    Non è ambizione…è un male di vivere! Grazie

    Rispondi
  105. Una Amica mi ha parlato di te e io le avevo parlato entusiasticamente del tuo ultimo film.Per curiosità, da poco tempo ho inziato un corso di scrittuta. vOLEVO CAPIRE COME SI FA A POTER INIZIARE, SE NON SI HANNO LE CAPACITà ,COSA CHE HO SEMPRE DUBITATO DI AVERE. lA COSA MI HA INTRIGATO PERCHè HO INCOMINCIATO A VEDERE LE COSE INTORNO A ME IN MANIERA RAVVICINATA ,CON UNA CURIOSITà PARTICOLARE.hO INIZIATO A ROMPERE GLI INDUGI E STO INCOMINCIANDO A PROVARE IL PIACERE DI SCRIVERE. lA PARTECIPAZIONE AD UN GRUPPO E IL FATTO DI SOTTOPORRE I MIEI LAVORI O MEGLIO LAVORETTI SONO UNA DISCIPLINA PER IL MIO DISORDINE MENTALE. sCHERZO, SONO CONSIDERATA SAGGIA DA SEMPRE ,MA SENTO IL CUORE E LA TESTA COME UN VULCANO CHE HA PAURA DI SPEGNERSI.
    bELLE DUE COSE DETTE DA TE NELLA PREMESSA:SI IMPARA NEL RIPETERE AGLI ALTRI (L’HO FATTO SEMPRE E NE SONO CONVINTA E POI, LA CIRCOLAZIONE DELLE IDEE:tENERLE PER Sè NOM HA SENSO.
    cHIARISSIMA LA LEZIONE.ESSENZIALE ,FORNISCE LA PRIMA CHIAVE PER CAPIRE DA DOVE INIZIARE. aL CORSO, GRANDI LETTURE, COMMENTI E TANTI NOMI DI TITOLI E DI AUTORI, PER CUI MI SONO SENTITA MOLTO SPESSO INADEGUATA. hO SEMPRE MOLTO LAVORATO E NON SONO STATA MAI UNA SOFISTICATA INTELLETTUALE.
    nON SO SE NELLE COSE CHE HO SCRITTO FINORA,UNA QUINDICINA DI RACCONTI ,CI SONO GLI ELEMENTI DA TE SUGGERITI:NON SONO SUFFICIENTEMENTE BRAVA PER CAPIRLO.tI CHIEDO SCUSA PER LA LUNGAGGINE:E’ STATO IL NOSTRO PRIMO INCONTRO. tI SEGUIRò. tI RINGRAZIO PER LA GENEROSITà DIMOSTRATA CON QUESTA INIZIATIVA .mARIA aNTONIETTAMATTEI

    Rispondi
  106. salve a tutti!
    Io una storia ce l’ho, anche due ma quel che mi manca è la fiducia in me stessa.
    Da tanti anni desidero scrivere un racconto sulla mia famiglia. Ho tutto: i protagonisti,i loro desideri e le loro paure. Eventi da raccontare e pure il tema. Non capisco cosa mi stia bloccando…aiuto!?

    Rispondi
  107. Ciao, anzitutto vorrei ringraziarti per il corso e la semplicità con cui parli di cose che sinceramente a me, non so per quale motivo, mi fanno un po paura.
    credo che principalmente sia il timore di scrivere boiate pazzesche!
    Per il resto non vedo l’ora di assaporare le prossime lezioni

    Rispondi
  108. Mi vengono in mente un sacco di cose da dirti. Ma è più onesto e pratico riassumerle in un sincero grazie. Anche per l’entusiasmo e l’ironia.

    Ti dirò come è andata a finire, per ora mi limito a dannare sugli esercizi. Una cosa però è vera: la torta lievita.
    Merci.

    Rispondi
  109. Caro Boniffacci,
    (per quanto anche un po’ Fibonacci s’adatta)
    visto che ci hai invitati e invitate a farti sapere che ne facciamo del tuo materiale, ti scrivo.
    Sono 24 ore che butto giù possibili varianti di uno stesso personaggio a cui ho dato fin ora 5 possibilità di sviluppo, assegnandogli diverse combinazioni di desideri e paure. (Funziona tipo droga ‘sta roba)

    Ho notato che
    1- più trovo varianti e più devo precisare il tipo di desiderio e paura in relazione a quello che voglio dire. Più sono precisa più si crea un percorso quasi obbligato nel determinare inizio di trama e mania rivelatrice.

    2- ciò che stringe lo spazio fra desiderio e paura non può essere sproporzionato rispetto ai primi due. Altrimenti rischio di andare lontano da quello di cui avevo voglia di parlare. E’ come voler stringere una vite col cacciavite di una misura troppo grossa o troppo piccola.
    Avevo anche un favoloso esempio, ma fra le varie sindromi da zavorra, c’è anche quella della brava allieva, e quindi resisto e non te lo mando.
    Vado a lavorare invece.

    Un abbraccio
    M

    Ps
    La lezione tre è interessante e vera. Aspetto la due e ti ringrazio per il tempo che dedichi a questa cosa.
    Buon Tutto

    Rispondi
    • PER MARIANNA. Bello! a leggerti sembra quasi che il metodo funzioni. La cosa mi emoziona perchè come insegnante sono esordiente pure io!

      Rispondi
  110. uffa! ma io sono uno scrittore, pittore, falegname incompreso e geniale e mi tocca faticare a pensare, a snocciolarmi gli occhi davanti allo schermo che è pure tardi? effettivamente non ho mai pubblicato, non dipingo da mesi, sulla questione tavolini poi…
    mi piace questo corso. cercavo un editor (che facesse lui il lavoro per me) ma direi che mi potrei sforzare. una trama?

    a parte le buffonate,
    grazie
    lorenzo

    Rispondi
  111. Mi piace tantissimo quello che hai scritto. Mi piace come l’hai scritto. Mi piace soprattutto sapere perché l’hai scritto. E proprio per questo “perché” ti dico grazie. E ti dico che continuerò a leggere. E ti dico che continuerò a scrivere (accantonando l’idea di mettermi a piangere nata spontanea durante la lettura…), prendendo spunto anche dai tuoi esercizi e, soprattutto, facendo tesoro dei tuoi consigli.
    Grazie ancora. Di cuore.

    M.

    P.S. Mi piacciono tanto anche le immagini che colorano il tuo sito…

    Rispondi
  112. Io invece un racconto l’ho scritto e, fortuna mia, me l’hanno pure pubblicato in un’antologia.., ma il guaio è che adesso che avrei una bellissima storia da raccontare, beh.. ho paura di mettermi a scrivere, sono terrorizzata, ma so anche che, se vado avanti così, la mia storia resterà per sempre e solo nella mia testa..Cosa devo fare per vincere questa maledetta paura?? Seguire il tuo corso?? Io ci provo..
    Ciao.

    Luisa

    Rispondi
  113. Grazie per aver condiviso. Grazie per aver evidenziato che esiste una dimensione artigianale nascosta dietro gli atti creativi. Grazie per aver messo al bando tutti i vittimismi e fatto venire voglia di raccontare (o di tacere per sempre) a chi nutre dei dubbi…

    Rispondi
  114. Un amico mi ha segnalato il tuo sito nel tentativo di eliminare il mio blocco creativo, dopo un anno passato negli Stati Uniti a scrivere un film…se funzioni ti offro da bere 🙂
    Per ora grazie!

    Rispondi
  115. Ciao sei un grandissimo.Soprattutto se si fosse in grado di scrivere una storia sapremmo scrivere la nostra.Siamo una nazione trascinata dalla corrente,di conseguenza sappiamo commentare,fare i poeti,i giornalisti,ma gli scrittori proprio no.Arrendersi? Ciao!!!!!!!

    Rispondi
  116. Solo oggi ho saputo del corso di scrittura e mi sono precipitato a leggerlo. “Interessante”…. nooo, scherzo! Spero di non essere in ritardo. Mi darò da fare a portare a termine il compito a casa della prima lezione. Intanto grazie per la disponibilità che offre a tutti noi.

    Rispondi
  117. Caro Fabio,
    mi è stato utile leggere le tue lezioni. Mi sono ritrovato in tutto quello che hai scritto. Ma come al solito, anche se in teoria è tutto molto chiaro, poi la pratica è un’altra storia. ;]
    “Cominciamo a capire perchè la trama non serve solo a “intrattenere” o a “creare un filo”, ma ha una sua necessità spirituale. Ti cito perchè spesso mi sono trovato a discutere con alcuni colleghi su questo punto e riducevano tutto all’intrattenimento.
    Ho apprezzato particolarmente la capacità di sintesi. Da anni mi occupo di scrittura, ma propongo le mie storie nel paese sbagliato. A forza di tentare riuscirò a spuntarla.

    Rispondi
  118. Eccomi qua per ringraziarti e salutarti. Ho iniziato la prima lezione la notte scorsa, con grande interesse, beneficio e stimolo. Sono arrivato a te tramite il “sapore” dei tuoi film. Ad un certo punto ho scoperto che tra “e allora mambo” e “si può fare” c’era un filo comune. E allora ho investigato e messo insieme le varie altre perle che avevo già apprezzato senza sapere (ma fiutandolo) del filo comune…, che poi ho scoperto essere il tuo nome e cognome. E così eccomi qua. Sono un formatore, educatore e una specie particolare di terapeuta (Oltre il…Tandem…). Per anni ho lavorato in scuola materna, lì sono stato un gran raccontatore di storie e i bambini mi avevano insegnato il principio cardine dell’ E POI CHE SUCCEDE? Ora sono un gran fruitore di storie (lette e viste) con un mai coltivato intento di riprendere la mia carriera di cantastorie. E sogno di trasmettere al prossimo storie che accendano l’anima, anche se poi mi rendo conto che le sento dentro , ma non so dare loro una minima forma esteriore. Io sapevo raccontare a voce, a braccio, non scrivendo. Mi potrei definire un umanista (neoplatonico) e quindi spesso sono frustrato per ciò che leggo e vedo, perchè patisco i clichet di una certa cultura cinematografica e letteraria “d’autore”,che trovo spesso statica, poco coraggiosa e narcisistica. E , non per piaggeria, poi incontri una commedia umana come “lezioni di cioccolato” che affronta in profondità e leggerezza tematiche sociali, psicologiche e relazionali, che le opere dei boss della “Cultura dei Contenuti Alti” (C.C.A.) spesso nemmeno riescono a sfiorare. Forse perchè come mi disse un tuo collega giovane ma di successo, chi scrive non può smettere di vivere altrimenti muore la sua Fonte…..
    Ti ringrazio ancora per il Corso ed il tuo Scrivere. Ora mi prendo un pò di tempo per fare gli esercizi poi passerò alla seconda lezione. A presto Mauro
    P.S. E dire che volevo scriverti un paio di righe!

    Rispondi
  119. Fabio, per caso sono inceppata in queste pagine. In realtà stavo cercando delle parole che mi aiutassero. Per cui non è un caso.
    L’inizio, questa prima lezione” mi porta a pensare “e poi cosa succede?”
    Stasera scrivo. To be continued…
    Grazie
    Valentina

    Rispondi
  120. Caro Fabio,
    solo oggi mi imbatto nel tuo blog, alla ricerca,com’ero, di corsi di scrittura creativa.
    Questo perchè ho una grande voglia di scrivere… e adesso so anche che non ho una storia da raccontare.
    Credo che il migliore esercizio per me consista nel dare a me stessa più possibilità di esistenza, in un momento in cui mi trovo scissa più che mai tra desideri e paure..
    Chissà, forse le diverse combinazioni di desideri e paure, alla fine mi condurranno ad una scelta definitiva, visto che ancora non so come andrà a finire…
    Grazie tante per i nobili ideali che ti spingono a scrivere per noi.
    Ammirevole.

    Rispondi
  121. Grazie davvero per questo corso! Prima di arrivare qui ho seguito lezioni di scrittura da cui sono scappata, letto libri/manuali e lasciato esercizi a metà, a volte neanche iniziati. Navigavo a vista,ora ho una piccola bussola che aiuta nel dare direzione alla mia fantasia.
    Poi mi piace come lo scrivi.
    E riesco a fare gli esercizi con vero impegno.
    P.S: lesson N. 2 is needed, a lot!
    Alessandra

    Rispondi
  122. la lettura della tua lezione forse riuscirà a liberarmi dall’ingorgo narrativo che mi ha paralizzata nonostante “sappia” che posso farcela

    Rispondi
  123. Fabio, questo giorno me lo ricorderò!
    “non qualcosa da dire: qualcosa da raccontare”

    Qualcuno ha acceso la luce! I riflettori!
    Io non ho niente da dire ma di sicuro quando racconto le cose la gente mi sta a sentire e si diverte… allora.. posso!
    E l’esercizio sui dieci o venti inizi possibili, io credevo di avere il deserto salato in mente, credevo che non crescesse nemmeno un cactus rachitico, e invece non si fermavano più!

    Perché non era necessario qualcosa da dire ma COSE DA RACCONTARE e non smettevano più!
    Tutte le storie che non ho mai raccontato!
    Mi sento stupida, stupida, stupida… ho 35 anni e sto saltellando sulla sedia con le mie velleità da scrittirce inespressa e sai una bella cosa questa è l’unica vita che ho, e la tua frase ha aperto una porta e se esce tutto fuori a valanga per adesso ci può anche stare, e se sarò ridicola che ridano porca miseria, ma io ‘sto giorno anche fra anni me lo ricorderò Fabio e mi ricorderò di te che sapevi la password 😀 😀

    Rispondi
  124. Ho terminato oggi la prima lezione e una settimana fa la terza. Mi stai dando ciò che sto cercando. Voglio iniziare a ragionare in termini cinematografici e non solo teatrali, pur riconoscendo che i tuoi insegnamenti sono utili anche per il teatro.In teatro, però, si può giocare di più sull’assenza di una vera e propria “tramastoria”, perché il contatto diretto col pubblico consente,quando un attore è bravo, di comunicare anche ciò che non si dice e di far correre la fantasia dello spettatore, che può anche inventarsi una sua storia su ciò che vede e in questo modo compie uno sforzo e riflette e immagina e crea egli stesso. Stai impostando il corso in maniera ragionata, ordinata e diretta. Mi piace. Sono contenta. E ammiro il fatto che metti a disposizione le tue vaste conoscenze ed esperienze.Bravo!

    Rispondi
  125. Caro Fabio,
    mi permetto di darti del tu, in quanto sei sicuramente molto più giovane (età biologica) di me, anche se dovrei darti del LEI perchè vedo che hai tante cose da insegnarmi.
    Oggi ho letto la prima lezione e mi darò un mese per scrivere 1, 10, 100, 1000 inizi della storia che ho in testa.
    Ti ho scoperto ieri (Natale – un Dio che nasce) sul Sole 24 Ore, inserto Nova – Natale, Dio, Sole, Nova tutte parole simboliche. Tornerò in un’altra occasione sulla lista dei desideri.
    Una preghiera per tutti: scriviamo in italiano (è una lingua tanto ricca di vocaboli e sfumature).
    Grazie e tanti auguri a tutti

    Rispondi
  126. Questo è un corso utile, finalmente! Parte dalle basi, non ci si perde in chiacchiere astratte, gli esempi rendono tutto chiaro come il sole…poi bisognerebbe avere la costanza di fare davvero tutti gli esercizi, ma questa è un’altra storia.

    Io spesso parto alla rovescia, comunque: mi viene in mente un personaggio in un certo tipo di situazione che si comporta in un certo modo, e ci medito su per capire le motivazioni che possono spingerlo in quella direzione. Così costruisco il suo carattere a posteriori.
    Non sono una scrittrice vera, eh, solo un’aspirante…però per me funziona meglio così.

    Ecco, nel cercare di fare l’esercizio mi è successa una cosa strana, mi
    piacerebbe sapere se è capitata ad altri o se sono pazza. Ho ripescato dal cassetto vecchissimi inizi di storie che scribacchiavo da ragazzina; ce n’è uno in particolare che mi è sempre dispiaciuto di aver abbandonato, ma pur avendo la trama in testa non ero riuscita a farlo funzionare. Il problema era proprio quello evidenziato nella lezione: il protagonista non vuole niente, rimane lì come un allocco, si agita senza costrutto, fa delle cose solo perché lo dico io. Non ha mordente.

    Ho pensato e ripensato e sono giunta a questa devastante conclusione: questo sedicente protagonista non serve a nulla! La storia funziona anche senza di lui, i comprimari se la cavano benissimo da soli! Ma si può “licenziare” il protagonista?!

    Rispondi
  127. Che bella lezione !
    Non ci crederai, ma ho davvero preso appunti !
    Vuoi sapere chi c’è dietro allo schermo ?
    Sono una donna soddisfatta di se, felice della sua vita privata e tremendamente insoddisfatta della propria professione. Facendo una media non mi senbra male, ma sto cercando di migliorare, anche prendendo lezioi di scrittura.
    Per questo ti ringrazio e colgo l’occasione per associarmi ad Antonio: l’italiano è una lingua bellissima e piena di vocaboli, proviamo a riscoprirne anche solo uno nuovo al mese.
    Grazie per lo spazio.
    Ciao.

    Sabrina

    Rispondi
  128. Salve, ho letto oggi la prima lezione e sono entusiasta! Sto scrivendo una storia e vorrei farlo nel miglior modo possibile, ecco perché leggo il suo blog. Grazie dell’aiuto!

    Rispondi
  129. Ciao sono un ragazzo che ha 34anni , “è ancora studente che studia(mi mancano 4 esami in legge) che devo prendere una laura e che deve tenere la testa al solito posto cioè sul collo!” Scherzi a parte io in realtà con legge non ho molto in comune, ma si sà oggi non si và avanti se non hai un pezzo di carta…. In compenso ho una passione che vorrei provare a fare diventare un mestiere mi piace scrivere delle storie(diciamo scrivevo, visto gli impegni universitari)per serie tv di cui ho una grande passione fin da piccolo( Chips, Arnold, Robinson Riptide ecc.)
    Ho anche preso parte a un corso a Milano di sceneggiatura vincendo come miglior corto alla fine del corso, ma poi ho un pò abbandonato. Spesso mi vengono in mente delle storie, ispirato anche dalle serie tv che vedo, e butto giù qualche riga. Comunque devo dire che apprezzo le tue lezioni perchè puntano al sodo, comprendi immediatamente i punti essenziali dello svolgimento di una storia.

    Rispondi
  130. Che dire!? Sei incredilmente chiaro,schietto,illuminante! Fai centro in quel groviglio di idee,emozioni,paure,desideri,immagini mentali,che da un ventennio circa ( ho 36 anni) coabitano dentro,e fuori(grazie a qualche scritto liberatorio)di me,da una vita…
    Immagina una brava bambina a scuola,che cresce con un gran senso artistico,sensibile,fantasioso,creativo,emotivo,ma s’iscrive ad una Scuola artistica che le insegna a dimenticare l’arte,s’imbatte in una lunga storia d’amore che soffoca il suo amore per il mondo,la natura,la poesia,fino a farle sfiorare una crisi depressiva..ad abbandonare i suoi studi universitari, ma a spingerla subito dopo alla ricerca di qualcosa di tangibile.La sua indipendenza economica per sentirsi più libera..viaggiare,vivere da sola.Ma tra un lavoro sbagliato e un altro,gli anni passano,le spinte profonde di realizzazione artistica aspettano invano fino ad assopirsi,e lasciano il passo a percorsi illusori di realizzazione alternativa,che pure miseramente crollano dopo l’evento più grandioso e vero della sua vita: la nascita di una figlia.
    Già perchè nel frattempo mi ero sposata.E la voglia di raccontare,scrivere,inventare storie da un piccolissimo spunto quotidiano,una riflessione su tema importante,la storia di qualcuno che conosci,etc..?OPPURE DA UN SOGNO? come è successo stanotte,anzi stamane dopo le 5:00,visto che mi sono alzata con una forte emicrania e dopo una pastiglia mi sono riaddormentata. Svegliata alle 8:00,ho pensato,come tante volte ho fatto,che dovevo scrivere un LIBRO.Morirà come nell’80% delle persone di cui parli? Forse si. Eppure intanto ho buttato giù un abbozzo di trama..
    Quest’anno fose tutto è possibile.Mi sono reiscritta all’Università,ho dato un esame.Ho voglia di realizzarmi.
    Leggerò le tue lezioni. Grazie e a presto

    Rispondi
  131. Avevo bisogno di lezioni per scrivere una storia. Solo che la storia deve parlare di me. Credo che anche nell’autobiografia si possano applicare le stesse regole, dato che tutti abbiamo desideri e quasi tutti conosciamo le nostre trame di pericolo. Speriamo di sviluppare un bel tema. Ti farò sapere. Intanto grazie.

    Rispondi
  132. Sarà una semplice coincidenza o sarò trovare la persona giusta al momento giusto. Per caso su face ho letto di te e, considerando il mio cervello che va a mille per la mia storia, mi sono detta perchè no. Sono entusiasta ho + voglia di scrivere. Sono 2 anni che ho in mente una storia, la elaboro ogni giorno nella mia testa e butto quello che mi viene in mente.Non vedo l’ora di terminarla perchè sarà come un figlio mio. Grazie. Rosi

    Rispondi
  133. Buongiorno,
    da qualche giorno giro e rigiro su queste pagine e penso.
    Stamani mi sembra persino di aver tracciato le linee mentali del personaggio, i suoi desideri, le sue paure, l’area rischio in cui operare “il passaggio”, la scelta.
    Grazie delle dritte, semplici, chiare, organiche. In virtù di esse ho cominciato a individuare i momenti della giornata da dedicare allo scrivere in modo organizzato. Un pensiero che già di per sè è una liberazione nel vivere il caos dei turni, delle relazioni umane.
    Grazie, davvero molto. Ci risentiamo.

    Rispondi
  134. grande fabio!
    è bellissimo questo corso.
    è stupendo il fatto che tu lo faccia e il perché lo fai.
    dietro lo schermo c’è un tuo amico.

    Rispondi
  135. Un saluto a tutti quelli che seguono questo corso, autore compreso.
    Ho appena finito di leggere la Lezione Uno e sono rimasto folgorato!
    Davvero straordinarie le cose spiegate, almeno per me.

    Lo so, è più un commento di cortesia però all’autore fa piacere sapere chi legge i suoi insegnamenti.

    Continuerò attivamente di seguire il corso. Un in bocca al lupo a tutti con i vostri “inizi di storie”!

    Rispondi
  136. Forte Fabio,
    Ho cominciato 4 giorni fà il primo inizio di storia, 2 cartelle.
    E cotinuo con una al giorno per almeno 10 giorni. Dopo ti farò sapere il
    risultato. Ho comperato un cestino capiente per buttare la zavorra che non
    serve, penso in gran quantità agli inizi.Un saluto Francesco.
    Ps, ti ho scritto una MAIL con una richiesta,se fossi così gentile di
    leggerla e rispondere, te ne sarei grato.Grazie. Aspetto. Francesco.

    Rispondi
  137. ahhh!
    ti ho scoperto solo ora. Sono in grave ritardo,ma è stato davvero un piacere e un’illuminazione leggere questa prima lezione. Sono un’appassionata lettrice di romanzi, nella mia testa circolano tante storie, ma “il prendere la penna in mano” mi ha sempre fatto paura. Non sai quante volte mi sono chiesta come nasce una storia?
    Non so se riuscirò a fare gli esercizi da te indicati, ma sicuramente seguirò con entusiasmo il tuo corso cercando di recuperare quanto perso.
    Un enorme grazie a chi, come te, mette a disposizione il suo sapere in modo così attento, interessato, partecipe, anche se gratis!

    Rispondi
  138. Salve! E’ stupido lo so, ma no so se dire ciao, piuttosto che buongiorno. Buongiorno sembra formale e distaccato mentre ciao, troppo diretto, mi sembrerebbe un terribile mancanza di educazione. Saluti pietosi a parte, devo ammettere che mi trema il cuore ha scrivere un commento su quello che ho appena letto, mi sento emozionata come rispondere ad un professore in una aula gigantesca dove tutti mi possono sentire, ma dove io non posso vedere chi mi ascolta. Mi sento un po’ a disagio. Vorrei che questo corso mi insegnasse a credere realmente che sia possibile. Scrivere perchè? Boh egoisticamente lo ritengo più utile di una seduta di psicoterapia. Scrivere per chi? Anche qui la risposta è vacua. Scrivere per chi avrà la voglia di leggere ciò che scrivo ed in esso si possa ritrovare, si possa divertire, si possa sentire un po’ come a casa. Scrivere per creare un legame, un filo conduttore che crei un rapporto, anche se a distanza. Ho fatto la giornalista per alcuni anni, niente di sconvolgente. Giornalista in una piccola città di provincia per una scadente televisione privata. Nonostante l’ambiente deprimente, io ha dato il meglio di me, ma dopo un pò tutto è diventato sterile, inutile. Le storie che si raccontano nello spazion di un attimo raccontano l’istante, sembrano non avere un prima nè un dopo, alla fine sembrano vuote.Non danno emozioni, nè a chi le racconta, perchè dopo si diventa aridi, nè a chi le ascolta. Nessuno si commuove più , non ci si stupisce più di nulla, nemmeno davanti ad eventi efferati. Chi piange davanti ad una notizia di un telegiornale trasmesso alle 13.00, durante l’ora del sacro pasto? Nessuno. I telespettatori ingurgitano ed i giornalisti producono ciò che dovrà essere velocemente ingurgitato. Senza che in questo transito vi sia il benchè minimo coinvolgimento.
    Io mi sono stufata, ho detto basta e sono scesa dal carrozzone. Adesso, boh. Adesso leggo, studio e scrivo. Non so se porterà a qualcosa, non è poi così importante. L’importante è che lungo questo percorso incontro scritti come quello che ho appena letto che mi aprono la mente. E’ la mente, si sa è vorace, è vuole sempre di più, non si accontenta. E’ quello che ha ingurgitato oggi la mia mente è stato piacevole. Stimolante. Proverò a fare gli esercizi indicati, tenterò di seguire i suggerimenti. Alimenterò mente e penna. E nella vita poi non si sa mai? L’ottimismo, quello che ho sentito, leggendo tra le righe, beh, si sa, è la migliore delle droghe.
    -Chi c’è oltre lo schermo ? Una persona che si reputa fortunata di aver trovato questo corso, che vuole imparare, che magari non darà grandi risultati, ma che è ben dispostata a mettercela tutta.
    Grazie

    Rispondi
  139. Ho letto la prima lezione e l’ABC. Che male che mi hai fatto! A questo punto, credendo di non essere in grado di scrivere neanche la lista della spesa, cosa farò? Ti sei di molto avvicinato alla mia area di pericolo… Grazie!

    Rispondi
  140. Buonasera Fabio,
    ho letto con interesse la prima lezione, mi è piaciuta molto.
    Ho intenzione di esercitarmi come consigli.
    Ti chiedo solo, data la mia ignoranza in materia, cosa intendi con cartella. Di quante battute è composta?
    Ti ringrazio anticipatamente
    Jasmine

    Rispondi
    • Per JASMINE. Non ha molta una importanza, uso “cartella” come sinonimo di “normale pagina a computer”. Era solo per dare un barlume di unità di misura. Non serve rispettarlo con estrema precisione. Grazie per i complimenti

      Rispondi
  141. Ciao Fabio, ottimo lavoro! E tantissime grazie, è davvero raro trovare chi con gratuità lascia suggerimenti validi e utili per amore del mestiere! Mi farebbe piacere ricevere anche aggiornamenti e news! A presto!

    Rispondi
  142. Girovagando per caso ho scoperto la tua prima lezione e mi ha colpito la freschezza dello stile con cui affascini. Irriverente Fabio, sacro fuoco della verità ai confini del web….Seguirò i tuoi “pensieri”…incuriosità dall’inevitabile domanda:ci sarà un vituale contatto?

    Rispondi
  143. Ciao Fabio, grazie, la tua prima lezione mi è piaciuta molto, come anche il piglio pratico e ritmato che le hai imposto, in puro stampo anglosassone. Apprezzo molto soprattutto la chiarezza con cui decodifichi le basi della struttura narrativa.
    Proverò a fare come dici.
    Ancora grazie.

    Rispondi
  144. E’ stato un piacere incappare in questa pagina! Ho letto la prima lezione tutta d’un fiato ed è veramente illuminante!
    Mi diletto a scrivere fiabe e proprio in questo periodo sto seguendo un corso di scritura creativa organizzato da una piccola casa editrice. Coglierò l’occasione per mettere in pratica gli esercizi proposti 🙂
    In bocca al lupo a tutti gli scrittori dilettanti e grazie di cuore per aver reso acessibile questo materiale.

    Rispondi
  145. Salve Fabio!
    Ho scoperto il suo blog attraverso Facebook,a cui sono iscritta solo da poche settimane; e mi rammarico di non averlo trovato prima: con mille trepidazioni tempo fa ho partecipato a un primo concorso letterario con una storia che avrei voluto rendere un romanzo, ma che si è esaurita tra le mie mani inesperte in un racconto breve…mi sono lasciata trasportare dal mio personaggio, lasciandolo libero di muoversi nel suo stesso mondo, aspettando di trovare lo spunto per andare oltre e allungare così la storia, ma come una fiammella la storia si è spenta in poche cartelle, e ne è uscito, contro la mia volontà, un racconto breve. Il quale ha vinto lo stesso, ma mi ha lasciato l’amarezza dell’incompiuto, o del “qualcosa” che avrebbe potuto diventare “qualcosa in più”. Mi impegnerò ripartendo da zero grazie ai suoi interessantissimi consigli: la prima lezione che ho letto tutta d’un fiato mi ha stregata!
    Complimenti ancora, e un saluto a tutti i partecipanti a questo forum!

    Rispondi
  146. Salve Fabio,
    cercavo informazioni su corsi di scrittura creativa e mi sono imbattuta nel tuo sito. Ho letto, anzi divorato la tua 1 lezione tutta d’un fiato e che dire: “Incredibile”! Sotto tutti i punti di vista. Da una parte un caloroso grazie per i tuoi consigli preziosi e “gratuiti” che credo in pochi, anzi addirittura nessuno avrebbe elargito; e dall’altra si apre un piccolo spiraglio di luce sulla possibilita’ di poter mettere nero su bianco una delle tante idee che mi passano per la testa, che fino ad ora erano rimaste ben nascoste dietro la “paura” di non essere all’altezza di poterlo fare.
    Cerchero’ di seguire i tuoi esercizi.
    P.S. Scusami se ti ho dato del tu.
    Ciao

    Rispondi
  147. Ciao Fabio,
    ho letto una decina di libri e manuali sulla sceneggiatura, e devo dire che a giudicare da questa prima lezione, il tuo l’ho trovato molto più interessante e utile di altri che invece per avere devi acquistare a caro prezzo.. quindi complimenti anzitutto per la scelta di fornire i tuoi insegnamenti gratuitamente, e poi per lo stile, la linearità e la persuasività che caratterizzano la tua esposizione.

    Rispondi
  148. Ciao Fabio,
    solo ora scopro della sua esistenza e del suo gentile gesto.
    La ringrazio perché ritengo molto utile il suo corso di scrittura creativa.
    grazie per la sua generosità.
    Astrid

    Rispondi
  149. posso leggere solo tardi… per ora sono arrivato “NOI PRODUCIAMO SCELTE!….ma sto per scegliere di andarea dormire …per stasera…..

    grazie ciao ci si sente su f.b. (Giampyvass)

    Rispondi
  150. Ciao Fabio,
    ho scoperto da pochi giorni questo corso,ed è veramente perfetto:lineare,chiaro,poco fazioso.Solo che c’è un problema.O forse un conflitto =).Da due settimane ho iniziato un corso di sceneggiatura in una scuola di cinema.E ho attiva un conflitto interiore che mi spinge a sentirmi un pò pollo.tra l’altro avevo quel sentito,quel presentimento, di non prendere parte al corso,avevo detto all’insegnante che non avrei partecipato perchè non avrei potuto garantirgli il denaro,quanto meno non subito.E lui(anche perchè conosce il mio responsabile al call center dove lavoro)mi disse:”Ma dai stai tranquillo,vieni,e poi anche a fine febbraio mi paghi”.Oltre al conflitto interiore che mi spinge a considerarmi un pollastro,c’è un ostacolo di natura pratica dovuto al denaro.Il call center paga solo a contratti e sono al verde.Riuscirà il nostro eroe a risolvere entrambi i conflitti.?A titolo di cronaca il corso è articolato in 12 lezioni per un costo di 190 euro.Bella storia =)

    Rispondi
  151. Gentilissimo Sig. Bonifacci,
    da vera esperta la vorrei sinceramente definire come una dispensa piena degli ingredienti più diversi, che vanno un po’ oltre quelli di base.
    Gli ingredienti ci sono, ma vanno scelti, dosati, miscelati con cura.
    Aggiungendo, poi, esperienza, abilità, voglia e fantasia, con un po’ di fortuna alla cottura ne verranno fuori pietanze gustosissime e speciali, da offrire ai non allergici.

    Vorrei, se mi permette questa presunzione, suggerirle il tema della lezione mancante:
    LEZIONE 4: TERMINARE IL RACCONTO E IMPACCHETTARLO – TITOLO E SOTTOTITOLO.

    Con gratitudine.Irene

    PS:Vorrei frequentare la Holden, ma non mi trovo in zona, da tutti i punti di vista!

    Rispondi
  152. Caro Fabio, grazie!
    Ho sempre studiato la scrittura da autodidatta e avere qualcuno con cui condividere qualche esercizio, be’, è praticamente un sogno 😉
    Mi butto subito sulla prima lezione e tra il lavoro, un nano da crescere e una vita da vivere, ci rivediamo presto!

    Rispondi
  153. mi sono iscritta, e cominicio a prendere appunti.

    Grazie davvero per la disponibilità a condividere, ottima iniziativa. Sui contenuti aspetto di leggere prima di esprimermi =)

    Rispondi
  154. Riassunto del riassunto: per scrivere una storia occorre un personaggio che abbia un desiderio e una paura, e che dentro una trama incontri ostacoli e faccia scelte. Domanda: tutto ciò è necessario anche se voglio scrivere un racconto da cinque cartelle?

    Rispondi
  155. Ottima idea, ottimo inizio, sono strafelice di averti scoperto.
    Non perdo tempo e mi invento degli inizi. Grazie

    (2-3 cartelle a me sembravano tante, più che altro!)

    Rispondi
  156. Caro Fabio,

    ipotizziamo che un soggetto o addirittura un trattamento sia sbucato fuori dalle nebbie della mente. Mettiamo anche che non sia proprio da buttare. Almeno non nel nostro cestino. Una giusta decantazione. Lascialo respirare, mi sono detto.

    Puoi metterti nei panni di un principiante che vuole proporsi a qualche produttore/editore? Come muoversi? Come proporsi? A chi mandarlo? Intendo i passi pratici. Penso che molti potrebbero essere interessati qui. Parlo di gavetta e d’insuccessi.

    O funziona proprio come nei film? Tiro giù qualche indirizzo da internet. Infilo tutto in qualche busta, sotto falso nome. Per non bruciarmi subito e poter continuare a invadere impunemente le scrivanie degli editori. O almeno delle loro bionde segretarie.

    Provi a buttare giù qualche riga sul tema? Grazie, come sempre.

    Un saluto,
    tuo allievo Tobia.

    Rispondi
  157. Grazie,
    ho appena scoperto questo sito, ho seguito la prima lezione e ne sono entusiasta. Mi metto a lavoro, spero bene.
    Devo anche recuperare il tempo perduto…

    PS:per strani motivi ho scoperto prima la pagina facebook dei fan e ho lasciato il mio -probabilmente indesiderato- contributo.

    Rispondi
  158. In un mondo popolato da editori che nella migliore delle ipotesi farebbero la loro bella figura in “A che punto la notte” di Fruttero e Lucentini, editor che ti guardano con lo stesso interesse con cui osserverebbero un’orata parcheggiata da sei giorni sul bancone di un pescivendolo e “colleghi” sempre pronti a darti la sola, in un vortice di bizantinismi, verità taciute in un deserto di silenzi gratuiti la tua figura è anomala e quanto meno ammirevole.
    Complimenti, sul serio.

    Rispondi
  159. Fabiooooooooooooooooooooooo…Ho scritto un Soggetto.Mentre lo scrivevo avevo già assimilato alcuni concetti chiave.ostacolo-conflitto-desiderio.e ne è venuta fuori una storia che in qualunque punto interrompi t fa venire voglia di sapere come vada a finire.Gli eventi sono EVENTI.cioè quello che accade non si può spostare e determina il cammino del protagonista.é stata un’esperienza quasi mistica.Certo io sono di parte,ma l’ho fatta leggere ieri a lezione di sceneggiatura.E il professore(Fabio ho capito più in questo corso,che nelle 7 lezioni che per ora ho fatto)era molto curioso di come andava a finire.Poi mi ha fatto un pò di osservazioni stilistiche.Certo è il primo soggetto buttato.Ma con il Manzoni’s secret e tutto ciò che ho imparato da te,credo abbia una bella sostanza di fondo.Vorresti dargli una lettura,e darmi un parere..?O non facciamo che me lo rubi.?Questo diventerà un film per Virzi.=)Grazie Grazie..e ancora Grazie.Fammi sapere.A presto.Giovanni

    Rispondi
    • PER JONNY TARANTELLA:
      sono felice se il mio corso ti aiuta a scrivere meglio. Ma non mandarmi il tuo soggetto perchè non lo leggerò, come non lo leggo agli altri. Colgo l’occasione per invitare a non mandarmi nulla e per rispiegare i motivi di questa scelta. Sono illustrati in home page ma non tutti la leggono.

      1. Ho un lavoro impegnativo che si piglia tutto il giorno, poi la sera ho una famiglia impegnativa e la mia giornata è finita. Già la decisione di fare questo corso gratis richiede un tempo che non ho, e che grattugio qua e là. Nella vita ognuno dà quello che può. Ciò che posso dare io è questo, di più non riesco.

      2. In più non sono affatto certo che servirebbe. Avere un esterno che dà giudizi appare a molti di voi un obiettivo desiderabile, quasi un miraggio. Ma non so quanto sia utile dal punto di vista dell’apprendimento. Un po’ servirebbe all’inizio, certo, però c’è un fatto: chiunque voglia scrivere deve innanzitutto imparare a giudicare i propri scritti, capirne il valore, individuarne i punti deboli, fare diagnosi. Sapere giudicare i propri scritti è una qualità essenziale per chi scrive. Una delle principali. Piuttosto che cercare giudizi, credo sia meglio imparare a giudicarsi. Io cerco di fornire strumenti per questo.

      3. Se anche avessi il tempo e lo ritenessi utile, forse non leggerei lo stesso, perchè per natura faccio una gran fatica a dare giudizi su testi di altri. Non sono capace, non è un mio talento. Inoltre i miei gusti non sempre coincidono con quelli del pubblico. Ci sono film o libri di successo che – se avessi visto prima- avrei stroncato senza pietà. Magari spingendo a cambiare mestiere un tizio che poteva avere successo e vivere felice. Quindi non mi sento in diritto di dare pareri a nessuno. E’ una cosa che mi agita. Non partecipo neanche alle giurie, quando me lo chiedono.

      4. Ultimo motivo. Io ho molte idee, nel mio cassetto ci sono almeno 50 storie. Sono tante. E’ probabile che qualcuna abbia un punto di somiglianza con quella che uno mi manda. E in giro c’è un sacco di gente convinta che tutti vogliano rubare la loro idea. Il che significa: se leggessi le vostre storie qualcuno di voi finirebbe per farmi accuse che ritengo insopportabili. L’accusa di furto di idee per me è tale, infatti.
      E questo vale anche per te, Jonny: il fatto che tu ipotizzi che io possa rubarti un’idea, mi irrita. Sto qua, spendo tempo per mettere on line centinaia di pagine, per rispondere a mail e commenti, mi sbatto per far sì che le lezioni vengano chiare e utili, e devo leggere “non facciamo che mi rubi il soggetto”? Ma con chi credi di aver a che fare? Ti pare che uno che rinuncia a lezioni ben pagate per fare corsi gratis, poi va a rubare le idee altrui? E non dire che era solo uno scherzo, si capisce benissimo quando uno dice la frasetta scherzosa però intanto vuole buttare lì l’avvertimento… Beh, a questo avvertimento rispondo: “come ti permetti anche solo di pensarlo?”

      Detto ciò: l’irritazione va sfogata così passa, riprendo il mio ruolo..Caro Jonny, complimenti per il tuo entusiasmo, che è bello. Però stai attento: sulla scrittura, col tempo ho imparato a diffidare sia dell’entusiasmo che dello sconforto depressivo. Sono due facce della stessa medaglia, nessuna delle due aiuta a scrivere meglio.

      Rispondi
  160. Ciao Fabio!
    stai svelando alla mia mente appassionata di scrittura delle realtà illuminanti!Che vanno anche oltre l’esercizio di creazione di una storia!Tutte queste cose, queste modalità produttive di approccio al mondo “letteratura” sono spesso appena percepibili e difficili da capire in profondità da soli!
    Hai scosso qualcosa dentro me, in senso positivo: con le tue magiche parole hai creato una sorta di svolta, di superamento interiore, di consapevolezza che non avevo ancora scoperto.
    Spero che grazie al tuo appassionato contributo possa superare -non senza difficoltà ovviamente- quell’angoscia terribile che mi prende quando sto di fronte il “mostro bianco”, il foglio vuoto.
    ps:apprezzo che tu faccia questo corso gratuitamente; io sono scappata da un corso di scrittura creativa a pagamento…non so, alla prima lezione mi è sembrato tutto così forzato, cosi’ poco adatto a me , così artificioso…invece penso che sia molto più bello e utile spiegare questi segreti così profondi con calma, ironia e passione come fai tu tramite la scrittura comporta.
    Spieghi tutto molto bene,in profondità e sinceramente, non preoccupandoti di dilungarti. E questo va sicuramente a tuo merito!Bravo!

    Rispondi
  161. mitico!
    mi sto vedendo tutti i film in cui hai sceneggiato… e sono belli e però cacchio, molti non sapevo neanche esistessero.. ma come cacchiarola funziona la distribuzione in italia? da me sicuramente non sono passati al cinema quei film… da poco ho visto quello lì, “diverso da chi?”, mi piace come hai costruito la storia del pugno in faccia, molto intelligente! (non so se merito tuo cmq te lo dico!)

    e comunque non rubarmi l’idea ok?

    Rispondi
  162. Affascinante! Come iniziare ad ascoltare una bellissima musica della quale non si può più a meno…ma devo perchè prima occorre provare a scrivere i 3 o 5 inizi da “buttare via”..
    La scelta difficile è “INIZIARE” poi tutto viene automatico 🙂
    proviamo e speriamo bene!

    Rispondi
  163. Salve a tutti.
    Mi sono permesso di lasciare un commento per dire quanto sono contento che ci sia un corso come questo,tra l’altro ben strutturato.
    Io sono molto giovane(sui 16 anni)ma scrivo sceneggiature già da un paio di anni,il mio stile lo devo tutto dalle copie in pdf delle sceneggiature che escono on-line. Le ho dissezionate tutte e ho fatto mio il modo di scrivere. Ma con un corso come questo sono veramente contento di poter ampliare le mie conoscenze.
    Grazie mille

    FABIO RISPONDE: felicissimo di avere lettori così giovani!!!!!

    Rispondi
  164. Grazie Fabio per la tua iniziativa.
    Finalmente qualcuno che pensa anche a chi non si può permettere un corso di sceneggiatura professionale.
    Grazie ancora.

    Rispondi
  165. Grazie Fabio, i miei più sentiti ringraziamenti. Il tuo sforzo è prezioso per chi si avventuri nel mondo della scrittura senza averne le basi alle spalle.

    Io un romanzo l’ho già scritto, o almeno questo è quello che credevo prima di leggere la tua lezione numero uno.

    Quanto è vero quello che scrivi e quanto ho voglia di buttare trenta capitoli per aria e passarli al setaccio perché mai in nessun punto il lettore possa pensare “che noia” e, se mi conosce, possa dirmi “No, scherzi? È interessante!”

    Grazie ancora per lo sforzo. È molto apprezzato.

    Rispondi
  166. Buon giorno Fabio, ho saputo di questo corso per caso. E pensare che stavo naufragando nella ricerca di un corso di scrittura senza sapere dove sbattere la testa. Mi pare tutto chiarissimo. Posso usare il tuo materiale per le mie lezioni a scuola?
    Grazie, scarpette rosse

    FABIO RISPONDE: Le condizioni per usare questi materiali sono due, uguali per tutti:
    – Citare la fonte da cui proviene il materiale e l’autore (come è normale che sia)
    – Usarlo in sedi gratuite, in cui il fruitore non paga in alcun modo
    Soddisfando queste due condizione si può fare quasi tutto. Mi farebbe piacere, se non è complicato, esserne informato.

    Rispondi
  167. Blog senz’altro utile per molti che scrivono ma, soprattutto, pieno di buone intenzioni. Non è granché utile a me che non sono interessato al raccontare storie, ritenendo che il mondo ne fornisca a sufficienza per suscitare stupore, e il lavoraccio del cucire tra loro frammenti usati, allo scopo di generare trame già usurate per cliché frusti… non mi attira. Io scrivo storiellette brevi, orientate verso il luogo dove andranno a scivolare per conto loro. Se non si fosse intuito scrivo talmente a casaccio da essere il mio primo lettore, altrimenti non mi divertirei a farlo. Avere successo non rientra nei miei progetti, convinto come sono che l’assenza di aspirazioni sia segno del tocco divino. Curioserò in questo progetto carino perché sì, anche nella speranza di trovare una moglie bella ricca e generosa, un suocero che mi adora, e un lavoro che mi rubi soltanto pochi minuti al giorno per farmi fotografare il sorriso da una fabbrica di dentrifici.

    Rispondi
  168. trovo questo corso online intrigante oltre che ben strutturato, crea la voglia di mettersi alla prova ma in modo consapevole, con sforzo, sapendo che nulla nella vita è regalato

    Rispondi
  169. Io da piccola usavo per disegnare il retro dei copioni usati che passavano nelle mani di mio papà che lavorava in Rai. Crescendo, ho iniziato a girarli e leggerli ed immergermi in un mondo di sogni e fantasie. Forse grazie a te, quel desiderio che da anni mi spinge a cercare di spremere una STORIA da quel gomitolo di belle idee, sarà soddisfatto.
    Solo grazie, per il dono della tua esperienza e del tuo tempo.
    Simona Valentina

    FABIO RISPONDE: Questo commento mi ha molto intenerito. Ho due figlie piccole che fanno disegni sul retro dei miei copioni…

    Rispondi
  170. Ho una domanda sull’esercizio, probabilmente stupida ma per me essenziale: le storie devono essere degli “abbozzi di trama” come nell’esempio da lei proposto?
    Grazie

    FABIO RISPONDE: altre persone hanno fatto la stessa domanda. Rispondo a tutti alla fine della lezione 4, dove si parla degli esercizi da fare

    Rispondi
  171. Davvero un bel blog complimenti. La prima lezione l’ho trovata particolarmente interessante, sto già provando a mettere in pratica i tuoi consigli con l’esercizio.

    Rispondi
  172. Grazie per l’iniziativa. Ho pubblicato due libri, ma la mia fantasia era bandita. Sono il risultato di due anni di ricerche in archivio e polverose biblioteche. Spero di mettere a frutto i tuoi consigli e di scrivere qualcosa di valido. Grazie ancora.

    Rispondi
  173. “Nel più grande romanzo della nostra tradizione, i Promessi Sposi, per risolvere la trama non a caso interviene la Provvidenza. E’ un dato simbolico troppo sottovalutato!”
    :)))))) grazie grazie grazie
    Non ho mai voluto scrivere, neanche i temi, per questo forse le tue lezioni mi aiuteranno.
    Compenso leggendo.
    Marta

    FABIO RISPONDE: Felice che tu abbia notato la mia frase su trama e provvidenza. E’ davvero un dato simbolico sottovalutato

    Rispondi
  174. ( se il o la moderatore/moderatrice potesse aggiungere un “l” mancante al mio post precedente gli/le sarei molto grato, grazie 🙂 )

    FABIO RISPONDE: Il moderatore non c’è, faccio tutto io. Per questo nei miei testi ci sono molti errori di battura :).
    Comunque il tuo l’ho corretto!

    Rispondi
  175. meravigliosa iniziativa: mi sono sempre stupita davanti all’evidente, incredibile fatto per cui chi avesse di più non fosse “naturalmente” portato a regalare. grazie per la preziosa smentita.

    FABIO RISPONDE: tema molto interessante, rispondo via mail

    Rispondi
  176. Ho pubblicato un libro a inizio dicembre, leggendo le tue istruzioni, mi sono accorto che le ho seguite senza conoscerle, direi che per me dunque è stato un ripasso! Ciò che voglio imparare invece è scrivere sceneggiature, giacchè non ne ho lette molte e non mi sono mai cimentato a scriverne una.
    Grazie mille, seguirò le tue lezioni! 🙂

    Rispondi
  177. Complimenti !!! Già questa prima lezione mi ha dato moltissimi spunti e nuove prospettive per riflettere su quanto ho scritto fino adesso. Non che abbia fatto chissà che cosa, ma in compenso adess….posso buttare tutto con la coscineza in pace !! 😀 ahahahahah
    A parte la battuta, davvero molto esplicativo e di grande interesse quello che hai deciso di condividere con tutti noi. Spero di riuscire a migliorare graie ai tuoi consigli. FabryB

    Rispondi
  178. I personaggi o protagonisti non sono mai creati troppo distanti da chi li crea,oppure sono il loro opposto facendo scelte che in passato l’autore crede di aver sbagliato domandandosi come sarebbe la sua vita se nei suoi bivi avesse scelto altro. RIMPIANTI.
    Un buon autore è chi ha dovuto fare molte scelte sbagliandole, magari dando la colpa a consigli ascoltati.
    il nostro roker sceglierà sicuramente il posto fisso perchè il suo mondo e amici e fidanzata lo vogliono .
    Lui coltiverà la sua passione e forse con x factor riuscirà a realizzarla per due mesi.
    Avra alcune foto qualche filmato da far vedere ai suoi nipoti i quali saranno costretti a imparare la musica per compiacere il roker di famiglia.
    se scegliesse di fare il rocker pederebbe di credibilità in quanto avrebbe potuto farlo in ogni momento della sua vita precedente al concorso, il solo fatto che per accontentare sua madre partecipi a un concorso dice molto di lui e della suasottomissione al sistema.
    grazie.

    FABIO RISPONDE: La storia del “presunto rocker”, nata come esempio in un corso di scrittura (ovviamente gratuito, si teneva in un pub) poi l’ho finita, e non è proprio come ipotizza Riccardo. Magari un giorno la pubblico.

    Rispondi
  179. Puff! Pant! Sto arrivando anch’io!!
    Volevo finire gli esercizi della lezione 1 prima di proseguire, ma magari dò un’occhiatina alla due intanto, che dici?

    Comunque ho già avuto un grosso risultato: la grande storia che avevo in mente per un mio eventuale libro, era una pseudo-storia! Eh ma se nessuno me lo diceva!!

    Comunque mi aggiungo ai grazie grazie grazie per questo corso gratuito (visto che tra un pò gratis non ci daranno neanche l’acqua!)

    L’ho scoperto poco tempo fa grazie e Vittorio braccino corto Collini, che ne ha parlato su Radio Deejay..
    E visitando il sito ho scoperto che hai partorito tu quel film straordinario che è Lezioni di cioccolato! L’ho visto recentemente, e poi l’hanno rifatto in tv.. Esilarante!
    Grazie anche per quello
    p.

    Rispondi
  180. Sto prendendo accuratamente appunti nei tuoi scritti.
    Anche il quotidiano lo guardo analizzando i particolari, sempre considerati ovvi, per me, adesso voglio notare il nesso causale delle cose che portano all’unica soluzione possibile.
    Adesso bisogna solo mettere in pratica nero su bianco.

    Grazie per il tuo lavoro!
    Manuela

    Rispondi
  181. molto interessante,non avendo ambizioni “scrittorie” mi ha fatto riflettere su come stia sbagliando a scrivere la mia, di storia. E’ da quando ho raggiunto l’età della ragione che evito di affrontare la mia area di pericolo rendendo la mia vita noiosa e sconclusionata come il peggiore dei canovacci di un principiante privo di talento

    FABIO RISPONDE: Attenzione, mi permetto di dire ALT! La tua interpretazione è troppo allargata. Io posso testimoniare che, almeno in base alla mia esperienza, queste teorie in qualche modo funzionano nella scrittura. Ma se funzionino nella vita proprio non lo so. Non ho esperienze in materia. Anch’io, come tutti, se non costretto dai fatti, evito con cura di affrontare le mie aree di pericolo. Anzi, come tutti non voglio neanche sapere quali sono.

    Rispondi
  182. @Ginevra
    e la letteratura come terapia? la buttiamo alle ortiche?

    FABIO RISPONDE: Assolutamente no. Un effetto “terapeutico” dello scrivere secondo me c’è. Ma lo vedo più come lento e indiretto distillato della pratica. Diffidavo dall’applicare pari pari all’esistenza le categorie usate per scrivere. O meglio, non è proprio che diffidavo, dicevo semplimente: attenzione, io di questo non so nulla, non l’ho mai fatto.

    Rispondi
  183. Bartleby lo scrivano…Non è un paese per vecchi…La donna di Gilles…
    deragliamento inevitabile e guai a spostare un evento…
    Grazie per questo nuovo paio di occhiali

    Rispondi
  184. Grazie, ho appena scoperto un tesoro! Non ti conosco personalmente, Fabio, ma ti sono grata per questo blog (e lo sono anche all’amico facebookiano che me l’ha segnalato)

    Rispondi
  185. Ti scopro per caso, o forse per necessità.
    Trovo tutto molto interessante, questo tuo narrare la scrittura è anche una storia, perché mi porta a chiedere: e dopo che succede?
    Quindi proseguo la lettura.
    Grazie.
    M.

    Rispondi
  186. Grazie, Fabio. Anche io la intendo così: se si può, regalare cultura. Con lo stesso spirito di Abbado come ne ha parlato ieri a Che tempo che fa, citando l’educazione culturale di massa in Venezuela.

    Rispondi
  187. Bravo Fabio! E’ giusto rendere un po’ di quello che si riesce a ottenere. Il problema da superare dopo il corso, a cui mi iscriverò, è: chi sono gli editori che ti pubblicano le storie? Anche io tento di fare la scrittrice, ho anche pubblicato qualcosa, ma che fatica! E prima di approdare ai romanzi ho studiato e studiato, scritto e scritto novelle e racconti, ma poiché si impara sempre seguirò il tuo corso, chissà che non mi porti bene.
    Ciao e grazie per voler condividere la tua esperienza
    Patrizia

    .

    Rispondi
  188. oggi ho fatto questa bella scoperta. è stata simpatia a prima vista e ho lasciato una bava di lumaca appiccicaticcia sul blog interruzionisullapagina di splinder.
    ecco ti volevo dire grazie.
    a presto
    francesca

    Rispondi
  189. ho letto oggi l’articolo del giornale che ti riguarda. sono curiosa per natura e scrivo. mi piacciono le cose nuove e anch’io ho letto molti manuali di scrittori affermati. sulla prima lezione mi esprimerò dopo averla letta e studiata molto, molto bene. (ti avverto ho 72 anni…quasi compiuti) ciao. anna maria

    Rispondi
  190. Salve mi chiamo Silvia,
    devo aver fatto qualche casino durante la registrazione perchè non riesco ad entrare nella lezione numero 4.
    Aiutooooooooooooooooo!

    FABIO RISPONDE: Questo problema accade a circa 1 utente su 100. In genere la causa è un problema di password, che il lettore Guglielmo riassume così: “nella grafica della password non si distinguono le O dagli zeri, gli uno dalle elle minuscole ed inoltre vengono inseriti vari simboli che sono inconsueti nelle attribuizioni di password e complicano l’operazione”. Insomma la password (generata automaticamente da WordPress e non decisa da noi) è un po’ complicata, qualche volta uno la copia male e quindi non accede. Il problema si risolve non copiando manualmente la password ma facendo “copia & incolla”. A quel punto è impossibile sbagliarla. Poi, seguendo le istruzioni, è possibile anche cambiare la password con una che scegliete voi e che sia più facile da memorizzare…
    Per per cambiare la password si fa così (me lo ha scritto una lettrice): “una volta che hai fatto il login quindi ti sei collegata al sito di bonifacci con la tua registrazione, in qualsiasi pagina del blog ti trovi sulla colonna destra ci sono diversi contenuti tra cui META sotto c’è scritto AMMINISTRA SITO, cliccandogli sopra ti ritrovi nella tua bacheca, clicca su PROFILO e lì trovi tutti i tuoi dati, in basso c’è anche la password che può essere modificata. Spero sia chiaro”
    Distrutto da questa spigazione tecnologica, vado a letto 🙂

    PS: Mi sono accorto che ho risposto alla domanda di una lettrice con le parole di altri due lettori. Bello, vuol dire che comincia ad esserci un certo traffico qua….

    Rispondi
  191. Penso che mi studierò con attenzione tutto quello che dici. Scrivo racconti da una vita. Certi accorgimenti li usavo senza rendermene conto. ma conoscere la “tecnica” della scrittura è un modo per fare emergere le idee.

    Rispondi
  192. Grazie per queste lezioni.
    Ho la sensazione che tu le faccia per amore delle cose belle, regalando la tua esperienza come un giardiniere che annaffia un fiore per farlo sbocciare, permettendogli di stupire il mondo con la sua bellezza. Certo, magari sarebbe sbocciato da solo, ma perché correre il rischio di farlo morire quando lo si può nutrire e raddrizzare mentre cresce?

    A pensarci bene è per questo che voglio scrivere: per creare cose belle.
    Grazie di nuovo.

    FABIO RISPONDE: Grazie del bellissimo complimento, ma magari fossi così generoso 🙂 In realtà il corso serve anche a me, mi costringe a studiare di nuovo, cosa che nella vita fa sempre bene…

    Rispondi
  193. Davvero moolto interessante tutto ciò che dici, chiaro, stimolante, ti fa venire voglia di iniziare subito a scrivere una trama.Una domanda: se il PERSONAGGIO ha un desiderio e una paura che coincidono come l’amore verso una donna? Può essere? Forse banale, siamo già pieni di storie d’amore! o forse no…magari dirai, su questo ultimo punto, dipende da come si sviluppa. Ma sull’altro punto?
    Grazie comunque
    Barbara

    Rispondi
  194. Sono anni che vorrei scrivere….ma non ho mai capito cosa!!!e poi ho la sindorme da “foglio bianco”….ogni volta che ho in testa qualcosa…puntualmente svanisce non appena prendo una penna in mano!!
    Ora grazie alle sua lezioni potrò finalmente trovare la mia giusta direzione.
    Grazie grazie e ancora mille volte per avere messo a disposizione la sua esperienza in modo gratuito…

    Rispondi
  195. Quante domande avrei da farti! Per esempio : l’ispirazione e’ un qualcosa che ti arriva all’improvviso, leggendo , guardando , pensando, amando? Oppure: come capisci che non stai scrivendo una storia
    “tecnicamente perfetta” ma inutile? Ancora: ci si puo’ ” costringere” a scrivere oppure quando ci si sente in un momento particolarmente fecondo e’ bene mollare tutto e lasciarsi andare a quello che viene viene e poi intervenire?
    Lo so. Possono sembrare domande ridicole. Non so se lo sono ma sono senz’altro immature, e se ne conoscessi la risposta, a finale, non mi sarebbero nemmeno piu’ domande, ma soluzioni.
    Non ho nemmeno detto grazie (a te), presa dall’affollamento di queste qua! ( le domande!)
    🙂 grazie grazie grazie…mi piace troppo!

    FABIO RISPONDE: Ho il sospetto che tu abbia letto solo la prima lezione. Mi pare che ad alcune di queste domande rispondano le altre. Leggile e sappimi dire

    Rispondi
  196. ciao fabio,
    prima di tutto grazie per la lezione.
    mi è sorto un dubbio però: tu dici che dobbiamo sviluppare la storia in modo da limitare le scelte fino ad arrivare ad un finale in cui vi è una sola scelta possibile.
    ma questo non è troppo limitativo? in questo modo non si perde la possibilità del cosiddetto colpo di scena?
    ho letto altrove che è importante non far compiere mai al proprio personaggio l’azione più ovvia e prevedibile ma fargli fare qualcosa che il lettore/spettatore non si aspetterebbe mai.
    quale metodo bisogna dunque seguire?

    FABIO RISPONDE. Dire “un solo finale possibile” è anche una metafora. Serve a far capire che il finale deve essere il frutto logico di quanto accaduto prima, e non un corpo estraneo. Ma questo non esclude sorprese e colpi di scena. “Inevitabile” non vuol dire “prevedibile”. Al contrario, nelle lezioni si dice esplicitamente che il finale deve essere inevitabile ma anche sorprendente.
    Ci capita di trovare in un film o in un romanzo qualcosa di assolutamente sorprendente che poi, pensandoci e sommando indizi sparsi che avevamo trascurato, scopriamo essere anche logico, naturale.
    Quindi secondo me, nel finale e in altri punti salienti della storia, è il risultato a cui tendere è spesso un ossimoro tipo “sorpresa inevitabile”, “imprevisto necessario”, “logica conseguenza inimaginabile”, eccetera eccetera. Per restare nei termini della tua domanda: bisogna seguire entrambe le strade contemporaneamente.

    David mamet suggerisce di “Dare allo spettatore ciò che si aspetta ma non nel mondo in cui se lo aspetta”

    Rispondi
  197. “Lo faccio perchè da giovane, davanti a esosi master, mi dicevo “se divento sceneggiatore, terrò corsi gratis”, e dopo 11 film è ora di mantenere la promessa.”
    Le faccio i miei complimenti per un azione tanto utile quanto generosa.
    Evviva!

    Rispondi
  198. Sai cos’è la cosa strana? che rileggendo i racconti (fumetti) che scrivevo da piccola, non mi sembrano così orribili. Di certo erano pieni di ingenuità (ero poco più di una bambina), però ricordo che nel scriverli(disegnarli), mi sceglievo sempre un tema base (Di qualsiasi tipo, in particolare legato alla fisica) che trasformavo in storia, e cercavo di curare gli elementi che la caratterizzavano evitando ciò che non c’entrava col discorso principale della stori(ella).
    In seguito mi appassionai a storie che erano, in realtà ‘iper-storie’ e mi sono lasciata ingannare da queste. ora sto cercando di tornare sui miei passi, anche se è un pò complicato.

    Rispondi
  199. Sono una che ama , più di ogni altra cosa ,leggere . Ho pubblicato un romanzo, di recente , con una piccola casa editrice , e non so se continuare .Intanto mi interessa imparare i segreti del mestiere ,anche se credo che non pubblicherò mai più un rigo . Se scriverò ancora , sarà solo per il piacere di rileggermi di tanto in tanto . Sono vecchia , disincantata e con nessuna voglia d’andare in giro a fare presentazioni come mi aveva chiesto il mio editore . Ciao e grazie

    Rispondi
  200. Grazie per la generosa iniziativa! Sebbene la mia età non genererà alcun frutto seguirò questi consigli per soddisfare mia figlia, adulta, che mi obbliga a scrivere favole per bambini. Perchè la scrittura è terapeutica e mai inutile.

    Rispondi
  201. Solo stasera ho scoperto questo sito, dopo aver ascoltato una Sua intervista a radio Capital. Per curiosità ho letto qualche riga, ma sono stata velocemente rapita.
    Ho stampato le tre lezioni e mi sono registrara, pronta a intraprendere questa strada non ancora percorsa.

    FABBIO COMMENTA: Trovo tutto cià meraviglioso, soprattutto perchè non ho mai fatto interviste a Radio capital…

    Rispondi
  202. grazie davvero! in un mondo in cui chi ha anche solo un briciolo di successo – così come per altri motivi chi non ce l’ha – sembra inaridirsi e guarda agli altri che hanno simili aspirazioni creative come a dei rivali è porprio rincuorante sentire la tua voglia di favorire e stimolare: e così sotto forma di regalo è proprio bello bello!
    grazie!
    Elena

    Rispondi
  203. Ciao ti ho già scritto a nottefonda solo per ringraziarti: ero troppo stanca per aggiungere quello che però volevo dire e anzi chiederti ancora.
    Ovvero: amici e anche qualcuno che fa lo scrittore più o meno per davvero mi hanno spesso detto che i miei personaggi, ma anche i miei stessi racconti, risultano troppo mentali, evanescenti e senza corpo e rivelano evidentemente alcuni miei blocchi.
    Ma se, come mi pare d aver capito, tu indichi di seguire la traccia dei nostri nodi interiori –o forse tu non intendi questo con la paura interiore e l’ossessione rivelante?- vuol dire che finché non li abbiamo risolti e riconosciuti non possiamo produrre nulla di buono e di vero?
    Dunque una scrittura autentica e riuscita richiede secondo te un preliminare percorso di profonda analisi della propria anima, anche proprio in senso psicoanalitico?
    Oppure al contrario potrebbe addirittura essere che lasciandoci guidare dall’ispirazione –ovvero decidendo quale paura interiore e ossessione rivelante affibbiare al nostro personaggio- possiamo affrontare i nostri stessi blocchi e magari risolverli con una sorta di terapia indiretta che consegue naturalmente al processo della scrittura se lo affrontiamo nel giusto modo?
    grazie ancora!
    Elena

    Rispondi
  204. Ciao. Ho letto la prima lezione. Non voglio scrivere un libro,ma solo scrivere bene. E’ difficile trasmettere quello che si sa,ma nelle tue parole ho letto “il disegno” della vita. Penso che ti offenderei a dirti “sei grande”,per chi lo “è” superfluo. Leggerò a pieno tempo le altre lezioni. Grazie

    Rispondi
  205. fiiiico! è da quando ho 8 anni (ora ne ho 17) che voglio scrivere qualcosa, ma tutte le volte inizio, scrivo due pagine e poi per un motivo o per l’altro mi blocco e non porto mai a termine la storia. forse, grazie ai tuoi insegnamenti, la prossima sarà la volta buona!:)
    (p.s. da grande mi piacerebbe lavorare nell’ambito della sceneggiatura e dell’editoria in generale. che percorso di studi sarebbe il più adatto? mi consigli quest’ambiente, o è molto molto difficile essere presi in considerazione e trovare un lavoro e quindi è meglio desistere?…grazie mille!)

    Rispondi
  206. Good ideas proverò a metterle in pratica.E un mondo nuovo da scoprire ; dove le idee passano ràpidamente da la mente per farse vivi nelle pagine…Grazie per i consigli

    Rispondi
  207. Ciao.
    Ho letto la prima lezione, devo dire che è molto interessante e penso che mi possa aiutare molto. Mi è piaciuta particolarmente la parte sulle 7 cose da fare, penso che sia un ottimo modo per poter scrivere bene. Non avevo mai preso in considerazione l’idea di fare prima una bozza di dialoghi, scene, location prima di scrivere la definitiva. Voglio provare a farlo ora.
    Comunque, continuerò a seguire le tue lezioni perchè mi piace moltissimo scrivere, penso di essere abbastanza capace, ma non così tanto da definirmi brava.

    Rispondi
  208. E’ veramente un’idea grandiosa, la tua. Cercavo un’opportunità simile già da tempo e improvvisamente è arrivata. Invece di una storia inventata sto scrivendo un’autobiografia sotto forma di diario. Quindi non posso inventare colpi di scena o aree di pericolo, mi auguro che la realtà risulti più interessante della fantasia.

    Un abbraccio affettuoso e pieno di gratitudine, Valeria.

    Rispondi
  209. Io l’altro giorno l’ho sentita in radio a dare consigli e cosi subito mi sono messa a cercarla io di storielle ne scrivo da quando o cominciato a scrivere anche se faccio un gran mascello però mi diverte mi piace mettere nero su bianco tutto quello che mi passa per la testa odio scrivere al pc nn riesco a seguire un filo logico vorrei tanto riuscire a farle leggere qualcosa. per adesso la ringrazio di vero cuore dei consigli.

    Rispondi
  210. Grazie mille per le indicazioni e per la decisione di condividerle.
    Sono solo a metà della prima lezione, ma mi sto ritrovando ad annuire così tante volte e a pensare “è proprio vero!” con una tale frequenza che ho sentito il bisogno di manifestare le mia gratitudine.
    p.s. ho due storie abbozzate, credo che al momento archivierò quella che avrebbe come protagonista una ragazza, più o meno della mia età, alle prese con problemi di cuore…
    insomma, grazie mille davvero!

    FABIO COMMENTA: Grazie dei complimenti ma aspetta ad archiviare!!! Si può partire dalle proprie esperienze personali, anzi all’inizio è in certa misura consigliato. Bisogna però farne una storia, evitando di cadere nella “non storia” o nella “iper storia”. Se diventi consapevole di questo, puoi usare anche il materiale della tua vita, che ha il grande vantaggio di essere vero. Devi solo farlo diventare una storia… Il tema sarà trattato più avanti, volevo solo evitarti corse troppo rapide verso il cestino dei rifiuti 🙂

    Rispondi
  211. Ok.
    Premetto che mi sono iscritta prima di leggere la lezione n. 1. Non amo le premesse, mi fanno sentire in colpa, ma meglio in colpa che “guardona”. 🙂
    Dopo la lettura ho pensato che proprorre
    lezioni di scrittura gratis può voler dire due cose: 1)o si ama veramente quello che si fa, tanto da volerlo condividere; 2)o si è leggermente masochisti, perchè è come mettere un piatto di lasagne davanti a chi non mangia da una settimana. Prova a fermalo.
    Comunque, caro fabio, penso seriamente che tu appartenga alla prima categoria e devo dire cheho trovato la lezione veramente interessante. Ho già fatto l’esercizio e di “inizi” ne ho scritti una sessantina. Li ho scritti negli ultimi 10 anni, vale lo stesso? Diciamo che sono una ripetente un po’ fuori corso…Di questi solo 5 sono diventati delle storie vere.
    Ora volo a leggermi la lezione n2.
    Letizia

    Rispondi
  212. La prima impressione è di pura gratitudine: in un mondo cinico ed egoista c’è ancora qualcuno disposto a donare la propria esperienza…
    Comunque non mi sento di dare al mio commento alcun tratto critico (anche perché non ne avrei il diritto), anzi preferisco limitarmi a leggere in silenzio (nonché avidamente) i tuoi consigli e mettermi lesto alla scrivania per dare vita alle troppe storie che affollano la mia mente! Ma prima sarà meglio finire di consultare le lezioni eheheh
    Saluti e grazie.
    Ale

    Rispondi
  213. Caro Fabio, leggo un quantitativo industriale di sceneggiature per lavoro. Ho scoperto questo blog grazie ad un articolo sul sole 24 ore. “l’80% dei dattiloscritti non contiene una storia” confermo e sottoscrivo. Non ho ancora visitato tutto il blog ma spero di poter trovare anche delle storie interessanti dei tuoi “studenti” e attenzionarle….
    Complimenti per la tua “donazione di sapere”

    FABIO RISPONDE: Cara Roberta, mi fa molto piacere che la tua esperienza confermi il mio dato. Pur avendo parlato con molte persone del settore, io non ho Mannheimer alle spalle e sono andato un po’ a naso sul numero esatto!!!

    Rispondi
  214. Ciao Bonifacci,aver letto questa prima lezione è stato come per un 30 enne aver incontrato in una,serata non organizzata,non importa dove e quando,una ragazza bellissima e disponibile,aver passato sconvolgenti momenti d’amore ed alle prime luci della mattina tornando a casa, durante i sette giri della citta’fatti a vuoto con lei negli occhi ,nel naso e nelle orecchie ,pensare: e adesso,cosa mi invento per reincotrarla,frequentarla,approfondire la sua conoscenza? Scusa la banalita’ del paragone ma mi capita di provare esattamente questa emozione. Per chiarezza, io ho 64 anni he he he.
    Claudio

    FABIO RISPONDE: Non scusarti, è un paragone fantastico! Sono felice che il corso susciti emozioni così impreviste!!! Se ne avete altre, raccontatele!

    Rispondi
  215. Ciao Fabio, prima di tutto grazie, ho deciso di seguire il tuo corso perchè la motivazione da cui è nato mi è arrivata sincera e autentica.
    leggendo qua e là ho avuto l’impressione di aver trovato del materiale valido, donato per il piacere di farlo, e non le solite nozioncine date in cambio di lauti compensi.
    Prima di cominciare mi sono ripromessa di lasciarmi prendere per mano e vedere dove mi porterai. voglio fidarmi, seguirò questo corso come ci si lascia portare dalla corrente di un fiume. comunque vada sarà un successo. o capirò che la mia passione può trasformasi in qualche cosa di importante, o che rimarrà una passione.
    questo fine settimana sarà dedicato all’esercizio della prima lezione.
    grazie ancora
    Marisa

    Rispondi
  216. Bello, bello, bello.
    Mi resta solo da seguire e fare gli esercizi.
    Mi sento già a metà dell’opera! Complimenti e grazie per il lavoro che metti a disposizione di chi ha voglia di slogarsi le dita. Gianpaolo.

    Rispondi
  217. Ciao!!!
    Io, in quanto quindicenne problematica, di storie ne scrivo a bizzeffe!
    E lo ammetto, il 99,9999% non contengono una vera storia.
    Trovo molto utile il tuo corso gratis di scrittura, è una cosa buona, dato che a scuola ora non si trovano più delle iniziative del genere da parte degli insegnanti.
    E concordo con quanto scritto in precedenza dagli altri lettori: sentire qualcuno con così tanta voglia di fare, è stimolante per continuare a scrivere e inventare.
    Grazie,
    Maria.

    Rispondi
  218. Ciao Fabio,
    ho trovato la tua prima (ossia la mia) lezione interessante e con interessante voglio dire che ho appuntato i tuoi grassetti e qualcos’altro.il muro della stanza comincia ad avere i sui tasselli.
    mi registro.
    buone parole sempre
    Alessandro
    (studente corso di alta formazione in scrittura creativa Milano)

    Rispondi
  219. Grazie fabio!E’ tantissimo tempo che cerco di capire come si potrebbe scrivere……(avendo fatto vari tentativi senza avere fiducia alcuna)considerando che mi batte in testa costantemente il pensiero e la voglia di farlo,e seguendo la prima lezione del tuo corso credo di aver raccolto il coraggio e la fiducia di”forse” riuscire!Ininizierò ad appuntare i post it,e buttare giù gli inizi di storie,e seguirò passo passo il tuo corso, per il quale meriti un ringraziamento speciale!!!

    Rispondi
  220. Complimenti. E’ più di 40 anni che leggo e non ho mai trovato nessuna spiegazione chiara, sintetica e semplice (spiegare in maniera semplice, alla portata di tutti, vuol dire che si sa maneggiare la materia in maniera magistrale) sul perché alcuni libri sono buono e altri sono solo ciarpame . Grazie Roberto

    Rispondi
  221. Ciao, ho cominciato a leggere la Lezione Uno ma non ho ancora finito perchè devo uscire, la riprenderò al rientro. La prima impressione è positiva; i consigli mi sembrano interessani e gli stralci di possibili storie intriganti. Grazie. Anna-Maria

    Rispondi
  222. com’è strana la vita … amo il cinema da sempre, è cominciata la mia terza vita e mi sono iscritta al DAMS … sto frequentando un workshop cinematografico e ho avuto la conferma che desidererei “fare” più che “teorizzare” … ho un abbozzo di sceneggiatura nel cassetto da 20 anni … ma non so “scrivere” una sceneggiatura anche se mi piacerebbe … stamattina cerco sul web e trovo il tuo sito … e il tuo corso è esattamente quello che mi ci vuole per imparare (?) a mettere su carta il “film” che è solo nella mia mente … guardo il tuo sito e la tua filmografia (non faccio commenti sui film che hai sceneggiato: potrebbe sembrare piaggeria!!!) … poi … poi vedo che sei nato a Bologna … e qui il cerchio si chiude !!!!! perché sono bolognese anch’io … seguirò le tue lezioni quindi con molto affetto (la prima, già, mi è piaciuta molto: poche indicazioni e molto chiare!!) e ti farò sapere come starà andando! grazie, comunque vada: non capita spesso di trovare qualcuno che “regala” la sua esperienza !!!

    Rispondi
  223. Grazie.Seguire la sua lezione è davvero coinvolgente sia per quello che scrive che per come lo scrive. E soprattutto per la passione che si sente. Non è facile incontrare persone disposte a condividere la propria conoscenza e le proprie esperienze con semplicità e per il piacere di farlo.Questo modo di muoversi mi ricorda con molta tenerezza mio padre,pittore,quando riceveva i suoi allievi in studio e passava ore con loro a parlare di pittura. Grazie anche per questo.

    Rispondi
  224. Io ho letto il ciak di maggio proprio stamattina e leggendo tra le pagine mi ha incuriosito il link del tuo corso di scrittura on line. Io sono una sceneggiatrice all’inizio della mia carriera e aspiro a seguire il corso di sceneggiatura RAI/Script, quindi ritengo che è utilissimo mettere a disposizione di altri, la sua esperienza personale, anche perchè sono pochissime le persone disposte a farlo. Io ho avuto come insegnante alla Sapienza Silvia Napolitano, che ha tenuto un laboratorio di sceneggiatura e mi ha fatto scoprire il mondo RAI/Script (anche se io ho fatto una stage in RAI, in un programma tv). Grazie davvero delle tue lezioni e spero di vederti per ringraziarti personalmente.

    Anna.

    Rispondi
  225. sto frequentando un corso di scrittura creativa e sono contenta di aver trovato le tue lezioni che mi confermano e mi completano ciò che ho sentito alla scuola. per ora ho letto solo la prima lezione, sicuramente continuerò e farò le mie domande.ho già provato a scrivere qualcosa, ma sono tutti racconti di vita vissuta. ora vorrei provare a “inventare” una storia, per questo mi ha interessato ciò che ho letto nella prima lazione. grazie, ci risentiamo più avanti. gianna

    Rispondi
  226. Affascinante, solo le cose semplici hanno valore.
    Una storia che non racconta non è una storia.
    Anche quando parlo con gli amici devo avere un racconto … per non uccidere con la noia.
    Vivo solo se raccolgo e costruisco racconti.
    Grazie per aver fatto condensare una idea fumosa in chiarezza.

    Rispondi
  227. Caro Fabio
    mi associo ai numerosi e meritati complimenti che ho letto nel blog.
    Credo sia veramente innovativo mettere in pratica un’inversione di tendenza culturale: in un mondo che spinge a trasformare anche le risorse morali (che aumentano con l’uso) in risorse materiali (che sono finite ed esuribili)tu fai il contrario nella piena fiducia dell’intelligenza e della creatività altrui.
    Grazie per questa tua testimonianza e grazie per l’eccellente breviario di linee guida alla scrittura: cercherò di fare gli esercizi e di migliorare la mia vita scrivendo qualche storia. Negli anni, purtroppo già molto numerosi, ho tenuto sempre nel cassetto il progetto di scrivere e anche se temo che resterà tale, il tuo è il primo concreto aiuto che ricevo a mettermi al lavoro.
    Ti farò sapere, oltretutto la comune città mi ti fa sentire particolarmente vicino.
    Un caro saluto e buon lavoro anche a te Giovanni

    Rispondi
  228. Beh, interessantissima questa lunga prima lezione. Mi sono sempre promesso di leggere tutto fino in fondo, ma il tempo manca.
    È verissimo che se non c’è una VERA storia da narrare, una storia che ingrana e che fa chiedere al lettore “e poi che succede?” non si sta scrivendo, ma si sta perdendo tempo. Ed è verissimo che in tanti si crede di stare scrivendo una storia quando in realtà non è così… I teoria bisognerebbe sempre partire in media res? Un romanzo che scorre linearmente da un punto di partenza e arrivando in modo crescente a vari punti di impatto corre il rischio di annoiare? È una cosa che mi sono sempre chiesto.
    Grazie mille per aver reso queste lezioni gratuite 🙂 .

    FABIO: la storia lineare annoia se sono deboli i contenuti, i conflitti, le scelte, i personaggi, la posta in gioco. Ma se gli elementi sono deboli, annoia anche se ci costruisci un raffinato montaggio temporale.
    E se sono forti, la storia è interessante sia che la racconti “dritto per dritto” sia saltando qua e là.
    Insomma, una percorso non lineare in certe storie può aggiungere valore. Ma se il valore non c’è sta tranquillo che non lo crei mischiando le carte.
    Anzi, più la storia è forte più funziona se la racconti nel modo semplice che il re suggeriva ad Alice: “cominci dall’inizio e poi prosegua fino alla fine”
    Certo, è sempre bene iniziare in media res, ma non vuol dire “entrare a metà storia”, per poi zompare all’inizio e saltare alla fine. Spesso bastare saltare i preamboli e iniziare dal primo evento significativo.
    Il modello perfetto forse è: “Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto”. Lineare, puntuale, comincia dove inizia la storia, senza fronzoli. Però è impossibile non leggere la riga successiva. Credio non sia mai accaduto al mondo…

    Rispondi
  229. E’ veramente un gesto straordinario.
    Offri agli altri quallo che avresti voluto ricevere. Straordinario.
    C’era un film che parlava di una cosa simile.
    🙂
    Marco

    FABIO: Mi pare di averlo visto, ma non ricordo il titolo…. Grazie delle belle parole

    Rispondi
  230. Bene.. spero di aver trovato il modo per riempire le giornate che mi separano dal primo, futuro e ignoto primo impiego, con qualcosa che mi interessa e che, per ora, ho il tempo per approffondire!

    Bene, domani mi metto di impegno e inizio con i “compiti per casa” 🙂

    grazie per questo blog 🙂

    Rispondi
  231. Io scrivo per mio piacere e per scaricare i miei pensieri su un foglio di carta, alla mia età (65)non mi interessa pubblicare un libro, ma mi interessa lasciare a qualc’uno i miei pensieri, le mie storie, la mia vita.
    E’ troppo poco per incominciare a scrivere seguendo i tuoi consigli. Ho seguito altri corsi di scrittura e mi hanno dato l’imput, ma ora devo costruirmi uno stile per rendere piacevole la lettura dei miei racconti. Se non è un piacere scrivere che piacere é leggere!

    Rispondi
  232. Ho scoperto stamattina l’esistenza di questo sito e adesso ho finito di leggere la lezione numero uno. Ne sono rimasta entusiasta, in parte perchè credo sia lodevole da parte tua mettere a disposizione così la tua esperienza e i tuoi insegnamenti, in parte perchè è da circa un anno che scrivo ‘sceneggiature’ per cortometraggi senza sapere come si fa e in questo periodo ero proprio alla ricerca di una buona scuola per cominciare a imparare 🙂 Grazie

    Rispondi
  233. Caro Fabio,
    come tutti gli altri frequentatori del sito ti ringrazio di cuore per il regalo che ci stai facendo.
    Ho appena scoperto il tuo corso on-line, ho letto d’un colpo la prima lezione e avrei alcune domande (forse stupide) da farti. Gli esercizi che facciamo te li possiamo inviare per avere correzioni e consigli? Come funziona un corso on-line, posso farti domande o intervenire con messaggi? Abbiamo la possibilità di postare i nostri “esercizi”?
    Scusa ma è la prima volta che seguo una cosa del genere e non credo di averne molto chiara la dinamica…

    FABIO RISPONDE: Procediamo con ordine.
    “Gli esercizi che facciamo te li possiamo inviare per avere correzioni e consigli?”
    Purtroppo no, siete tantissimi e non ho il tempo materiale di correggere tutti, e poi è molto utile che ciascuno impari ad auto-correggersi. Però volendo si può chiedere l’aiuto di altri corsisti, pubblicando un annuncio nei commenti e scrivendo la propria mail per scambiarsi gli esercizi e darsi pareri a vicenda. Se non vuoi dare la mail a sconosciuti, puoi fare l’annuncio anche alla pagina fan di facebook (cerca “Scrivila ancora Sam”) che ha più di 3000 fan.

    “Come funziona un corso on-line, posso farti domande o intervenire con messaggi?”
    Domande sì, si possono mandare via mail o nei commenti, prima o poi rispondo, o in privato oppure sul blog collegato al corso (dove puoi trovare tutte le risposte passate).

    “Abbiamo la possibilità di postare i nostri esercizi?
    Questo per l’appunto no, salvo fare annunci per scambiarli con altri corsisti, come ti ho detto

    “Scusa ma è la prima volta che seguo una cosa del genere e non credo di averne molto chiara la dinamica…”
    Questo è normalissimo, non è chiara neanche a me. Credo infatti che questa sia una iniziativa piuttosto rara se non unica: perciò non resta che inventare tutti insieme le regole.

    Rispondi
  234. Sito molto istruttivo, sto cercando di creare almeno 5 inizi di storie, per ora non mi viene in mente niente, spero nei prossimi giorni.
    Complimentissimi

    Rispondi
  235. Salve Fabio,
    ho acquistato questa mattina la rivista MILLIONAIRE, è lì che ti ho trovato.
    Adoro scrivere…ma so che questo non basta, è per questo che adoro chi come te …aiuta quelli come me?! Un gioco di parole sciocco ma credo che abbia reso l’idea!
    Ti sto leggendo…chissà che un giorno tu non legga me.
    Dolce giornata
    Cinzia

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  236. GRAZIE!

    Avevo accantonato a 13 anni l’idea di scrivere qualcosa, ma in fondo…perché no?

    Mi ha fatto di nuovo tornare la voglia di esprimermi con l’arte, cosa che faccio già visto che suono, ma il mio rapporto con le parole è privilegiato visto che ho iniziato a leggere e scrivere in età prescolare.

    Mi farebbe piacere un giorno farle un po’ di sana concorrenza! 😉

    …e grazie ancora! 🙂

    Rispondi
  237. ho solo letto velocemente la tua prima lezione. La rileggerò con attenzione.

    La tua è un’idea che avevo da tempo: condividere disinteressatamente con gli altri le mie conoscenze e i miei studi.
    Forse, se questa prassi si diffonderà, avremo un mondo migliore.

    Complimenti e grazie.

    Rispondi
  238. Bravo Fabio, parlar chiaro e mirare all’obiettivo. A parte il giudizio su Pennac verso l’inizio della lesson one, sottoscrivo. Anzi, approfitto del momento e butto giù una ventina di canovacci

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  239. Consigli veramente utili e stimolanti…. sicuramente per me: mi sono accorto, dopo tanti anni di scribacchiamento, che scrivere è per me un’attività necessaria come il mangiare, il respirare, o leggere. Grazie

    Rispondi
  240. Semplicemente chiaro !! Ma ora qui davanti alla pagina bianca del pc un bel muro !! Dove caspita vado a pescarla una storia ?
    Che dite potrebbe essere questo un incipit ? desiderio di scrittura…paura di essere vuoti e inadeguati….cosi’ sbuca un personaggio chequalche cosa fara’ ! Molto bella questa prima lezione.
    Grazie !
    Rita

    Rispondi
  241. Ieri ho provato a scrivere una storia “cattiva” (era il requisito, stanno facendo un’antologia di racconti cattivi a scopo benefico, se mi dai il permesso pubblico il link)…

    Ho dato il peggio che potevo, che peraltro non è molto… alla fine mi sentivo una vera bestiaccia…

    Ma non ce l’avevi mica detto che faceva così male eh? 🙂

    Rispondi
  242. grazie grazie grazie
    per ora non mi viene altro, anche perchè sono impaziente di iniziare a provare a scrivere 10 inizi di storie.
    Devo fare presto. La seconda lezione mi sta aspettando.
    claudio

    Rispondi
  243. Grazie Fabio, ho trovato la prima lezione molto interessante. Per 40 anni ho tenuto nel casseto la mia vocazione di scrittore. I miei “Temi” erano sempre molto buoni ma non si sono mai trasformati in “Storie”. Adesso, anche grazie a te, ho deciso di provarci sul serio. Male che vada avrò affrontato la mia “area di pericolo”.
    Un caro saluto
    Massimo

    Rispondi
  244. Hello Mr.Fabio

    Ecco io ho una storia mia .. ho anche chi mi pubblica la mia storia mia .. ho provato riprovato mille volta ma non ci sono riuscita scrivere il mio libro .. potrei scrivere in lingua originale dal quale provengo avrei anche scrittore pronto .. ma non riesco .. non riesco vivere li per sei mesi della mia vita e non riuscirei neanche essere me stessa con scrittore …..
    Cerco urgentemente chi scrive il mio libro!!! hehhehehehheh che pretesa nehh!!!!
    come si puo fare????
    grazie
    un abbracciooo

    FABIO: Strana domanda. E’ raro trovare qualcuno che cerca qualcun altro per scrivere il proprio libro. ma al mondo c’è tutto, va bene anche questo. Però non so proprio come aiutarti. Ti serve un incontro strano, fortunato e imprevedibile. Prova a mettere un annuncio sulla bacheca della nostra fan page, chissà (Su facebook, si cerca “Scrivila ancora Sam”)

    Rispondi
  245. Ciao Fabio,
    devo proprio ringraziarti per questo “regalo” ho appena finito di leggere la prima lezione e ne sono entusiasta,ho una storia da raccontare ed è da un pò che cerco di scriverla ma non avevo idea da dove iniziare ed ora grazie a te inzio a mettere le basi x poterla scrivere.Ora vado subito a svolgere il compito che mi hai assegnato!
    grazie ancora!!!

    Rispondi
  246. FANTASTICO!
    Mi hai aperto la mente!
    In più mi hai fatto riflettere su molti libri auto-prodotti che ho comperato.
    Che non mi sono piacuti…
    Ma ora capisco perchà nessuno gli ha pubblicati.
    illimunante

    Rispondi
  247. No comment!
    Ho letto la prima lezione tutta d’un fiato e sono confusa dalle molte “dritte” e citazioni.
    Devo assimilare … Forse prima di passare agli esercizi e alla seconda lezione mi rileggerò la prima!

    Rispondi
  248. E’ banalissimo:come prima impressione: ma il testo della prima lezione(che ho appena finito di leggere)mi è piaciuta molto..credo che il Suo Corso
    sarà utilissimo!..Sono alla costante ricerca di mezzi “intelligenti”( quindi capaci di programmarmi la mente nella ricerca del pensiero che precede la scrittura di una sceneggiatura:GRAZIE!!) Devo dire anche che-per capire più di quei tre o quattro aspetti che ho trovato per me illuminanti-
    dovrò rileggere almeno altre due volte la prima importantissima lezione
    GIAMPAOLO FURIA Viterbo: 04 Settembre 2010 (Santa Rosa da Viterbo)

    Rispondi
  249. Della prima lezione ho capito che ognuna delle infinite storie che possiamo materializzare è come una bella scatola piena di tasselli di un puzzle:
    possiamo cominciare con uno qualunque di quei 500 o 1000 o 2000 tasselli multiformi, ma dobbiamo sapere già da subito che ciascuno ha un solo posto in quella storia ,e che l’ordine sarà sempre più piramidale progredendo nella scrittura…fino alla punta sommitale dove tutte le nostre scelte saranno finite con la soluzione finale della storia che abbiamo raccontato.
    Poi, guarderemo le stelle dalla punta della nostra piramide..
    GIAMPAOLO FURIA

    FABIO RISPONDE: A parte le stelle finali, che mi paiono un po’ eccessive, sì, è esattamente quello che penso. Trovato il primo tassello, una storia è già definita. Dopo, si tratta solo di passare un po’ di mesi per tirar fuori gli altri 4999…

    Rispondi
  250. anche io ho appena finito di leggere la prima lezione(ho preso degli appunti…ma la mia mamma mi dice spesso che io sono UNA GRAFOMANE!)e mi è garbata. Io ho scritto già della mia esperienza(sono stata ricovereta x 3 mesi in seguito ad una emorragia CEREBELLARE-nel cervelletto- ed in seguito ho cercato una associazione che si occupa di clown di corsia:AVS>di ciò parla il mio scritto). Visto che il mio curatore di bozze mi ha suggerito di fare un corso di scrittura presso una qualche biblioteca, io,quando un amico mi ha parlato di questo, ho preso l’occasione al volo!se qualcuno degli aspiranti vuole leggere il mio scritto:”VIVA”,mi può interpellare alla mail:vaivalevai@alice.it;glielo spedirò volentieriiii

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  251. Adoro questo sito, grazie per le lezioni, leggerti gratis è un privilegio. Adesso proverò a fare gli esercizi, anche se, sai, noi del Censis siamo privi del canto.

    Rispondi
  252. prima di tutto devo dire che sentire la tua esperienza per noi persone che sognano di poter trasformare in immagini una storia personale e quindi sentita è spronante.
    ho letto con attenzione la tua prima lezione e la mia domanda è questa:
    per me che ho intenzione di realizzare un corto che dia immagine ad una teoria di un filosfo valgono lo stesso le regole del personaggio?o mi conviene concentrarmi sui simboli oggettivi che potrebbero essere associati a cio che voglio esprimere?o rischio cosi di diventare solo una filosofa che ha cose da dire e nessuna storia da raccontare?grazie

    Rispondi
  253. Intanto grazie per la sua generosità. Sarebbe bello pensare di vivere in un mondo dove ognuno regala gratis un po’ del suo sapere. Cmq ieri ho cominciato il primo esercizio della prima lezione: ‘scrivere inizio trama’. Caro Fabio, e se riuscisse a trovare anche un po’ di tempo per correggere queste bozze scritte da noi, oramai suoi alunni? Ciao Francesco

    Rispondi
  254. Buongiorno a tutti!

    Mi chiamo Gianluca, sono iscritto al sito da pochi giorni ma ho già letto le lezioni almeno 4 volte ciascuna. Una vera rivelazione! Sto persino scrivendo un post nel forum, cosa che non avevo mai fatto in tanti anni di cazzeggio (si può dire?) su internet.

    Vorrei dilungarmi in complimenti e convenevoli, ma arrivo subito al dunque, una riflessione nata proprio dal “tema” della prima lezione.

    Si è parlato di aspiranti scrittori che vogliono scrivere ma non hanno una storia. Ebbene, credo che il mio caso la situazione sia opposta: c’è sia una storia che non ha uno scrittore.
    Mi spiego meglio. Da sempre amo le storie. Non importa che si tratti di libri, di cinema, di fumetti, di videogiochi: mi piacciono le belle storie e basta. Mi piacciono al punto che non mi basta “subirle” passivamente, ma ogni tanto amo inventarne delle mie.
    Ed è qui che arriva il problema: “fissarle” sulla carta. In particolare, circa 10 anni fa (ne ho 31), è scoccata una scintilla che col tempo è diventato un vero e proprio incendio. Personaggi, situazioni, un intero universo ha preso vita nella mia mente, ma ogni volta che provo a imprigionare questo mondo su un foglio di carta mi accorgo dei miei enormi limiti tecnico-stilistici. Per questo sono finito su questo sito, alla ricerca di una soluzione!

    E’ normale una cosa del genere? Ci sono altre persone nella mia situazione? A me sembra strano che uno voglia improvvisarsi scrittore senza QUELLA storia da raccontare.. ho trovato molti parei autorevoli sull’argomento, e sembra davvero che la domanda “nasce prima la storia o lo scrittore” è come quella sull’uovo e la gallina. O forse sono io che pecco di presunzione a considerare la mia idea LA STORIA CHE MERITA DI ESSERE RACCONTATA??

    A parte questo, una domanda “di servizio”: i limiti di cui più risento riguardano la costruzione della singola pagina, del singolo capoverso…il corso si svilupperà anche in questo senso o rimarrà sempre su un livello più generico (sceneggiatura, Zen della scrittura e così via)?

    FABIO RISPONDE: Avere una storia che si ha bisogno di raccontare è un ottimo punto di partenza. Secondo me, il migliore. Se poi pecchi di presunzione non lo so, puoi saperlo solo tu. Mi pare strano che tu non riesca a metterla su carta, se ce l’hai chiara in testa. Il corso affronterà anche le tecniche di scrittura nel senso che intendi tu (costruire una pagina, un singolo capoverso) ma ci vorrà un po’ di tempo (sono in grave ritardo sulle lezioni 5 e 6, lo so :)). Alcuni suggerimenti random:
    -intanto raccontala a voce. Basta un registratore, cominci dall’inizio e vai fino alla fine, registrandoti. Così verifichi se la storia c’è davvero tutta o se magari il “blocco di scrittura” nasce da incertezze sulla storia che non sai di avere
    -Sullo stile puoi fare comunque allenamento da solo. Primo: leggendo ottimi romanzi e cercando di “smontare il meccano” (cioè di capire i trucchi stilistici) in quelli che ti piacciono di più. Secondo: facendo l’esercizio dei sogni (un buon modo per scoprire il proprio stile e comunque per sbloccarsi). Terzo: leggendo manuali in materia. Un classico americano (mi pare del 1918) è Element of Style di Strunk & White. Si trova anche in italiano. Non contiene genialate ma è un ottimo punto di partenza. Basta applicare quello per non parlare più di “enormi limiti tecnico-stilistici”. Poi ce ne sono tanti altri, che puoi cercare da solo, a seconda delle tue caratteristiche (non esiste un solo stile, ovviamente, ma tanti stili).

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  255. Grazie mille per le lezioni!
    Seguo il corso dall’autunno 2009. Mi piace veramente molto, soprattutto lo stile contemporaneamente serio e scanzonato. E’ incoraggiante per me, che non ho mai scritto niente…almeno fino ad Aprile, quando ho costretto un amico (cinquantenne) e un’amica (non ha ancora trent’anni) a formare una classe. Abbiamo riletto tutte le lezioni e stiamo facendo gli esercizi. Anzi, l’esercizio. Il primo: i dieci incipit.
    Li scriviamo, ognuno per conto suo, e poi ci incontriamo per rileggerli e valutarli “bonifaccianamente”. Adesso il mio computer ha una cartellina con tanti file contenenti accenni di storie, suggestioni, esperimenti e qualche micro soggetto.
    Ma soprattutto ho un appuntamento fisso con Lorenza e Francesco e un tempo da ritagliarmi nella settimana per fare i compiti da sottoporre loro. Insomma grazie, Gianluca (41)

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  256. Pingback: the joy of hating
  257. ho appena letto la prima lezione! devo dirlo per forza… è qui in gola… sembri bravissimo!!! adoro scrivere, e forse in parte inconsciamente opero già alcune delle tecniche che hai descritto..ma sentirle così chiare… MI APRE UN MONDO DI IDEE!! corro a fare gli esercizi…devo sperimentare i miei limiti!! grazie!

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  258. Sono rimasto veramente impressionato dal modo in cui spieghi .
    Devo ancora riprendermi!!!
    Io adoro scrivere ,sono capitato per caso su questo sito e quando ho iniziato a leggere la prima lezione ,non ho potuto fare a meno di continuare fino alla fine.
    Inoltre penso che la tua iniziativa (di fare un corso gratuito) ti faccia veramente onore . Con questo ti ringrazio per tutto !!! Un salutone

    Rispondi
  259. Leggendo la prima lezione mi sembra che si possa incorre nella sequenzialità. Storia = inizio – processo – fine

    Ma non credo che questo voleva dire il nostro maestro. Il “succede” può aevre avuto tanti inizi, può avere tanti processi e può non aevre una fine

    Se uno schema è essenziale per un discente per cominciare a muoversi, poi bisogna cercare di evitarlo nella storia credo.

    Ricordo che un bimbo, figlio di un ferroviere, mentre gli facevo vedere che la motrice doveva andare avanti e non indietro come voleva lui, mi guardè e mi disse che le motrice vanno in tutte e due i sensi, non hanno verso.

    Ho lavorato e studiato tanti anni nel mondo informatico e da poco ho iniziato l’avventura dello scrivere, l’ipertestualità e le mille soluzioni di un problema erano pane quotidiano per me

    La scelta non è mia una sola, l’obiettivo si. Dialiettica e strategia.

    Comunque il “nostro” ha ragione nello scrivere che non sappiamo scrivere storie. Non mi viene neanche un inizio ora.

    Buon lavoro a tutti e grazie per le lezioni, fatte, si vede, con passione

    Rispondi
  260. Personalmente, prendendo spunto dalla mia vita, nascono tanti racconti che possono divenire episodici, c’è un personaggio che sembra ben definito. Ho appena iniziato a scrivere una serie di racconti erotico sentimentali, che inserirò in un romanzo rosa, che avrà una storia semplice e breve, intrecalata da una narrativa di racconti che definiscono mano a mano il personaggio, che è una moralista adattata in un mondo immorale, in cui per vivere ed essere felici bisogna diventare immorali, e quindi la morale nel libro diventa non quella definità dalle regole astratte di religione o legge, ma è la morale del popolo quella che ti rende parte della vita e alla quale non puoi fuggire o ti adatti ad essa o smetti di vivere, poi c’è il tema dell’amore cercato, sempre, e della vita vissuta con amore, nonostante l’amore non ne faccia parte, o sembri un sogno utpico in una società egoistica che lo rifiuta, cercando il piacere rispetto al sentimento. Poi c’è la malattia di cui la protagonista soffre da molti anni e che scopre come un opportunità per capire il mondo ed essere profondamente presente in esso. Spero di riuscire a scrivere bei romanzi, vorrei una saga con questa protagonista, che è una specie di cappuccetto rosso nell’isola che non c’è. Non so se riuscirò a fare dei bei lavori, la mia esperienza parte da poesie, ne ho fatte più di cento, e fra un pò cercherò un editore, ora voglio scrivere, qualcosa di complesso profondo ed intimo, perchè scopro che il mio sentire appartiene anche ad altri e anche altri si possono ritrovare nel mio personaggio, il tuo corso mi sarà molto utile per fare un buon lavoro, anni fa lessi “,come si fa un tema in classe,di maria teresa serafini”, mi fu utile e imparai un pò a scrivere da lei, poi ci furono le letture e la mia passione autodidattica

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  261. ho riletto la prima lzione… quante cose avevo dimenticato!! rifarò l’esercizio che avevo già fatto in parte, sono convinta che dopo saprò giudicarmi con più attenzione, e forse con più modestia. ancora grazie. gianna.

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  262. ciao Fabio! ebbene si, finalmente mi sono deciso a leggere la prima lezione del corso, e l’ho trovata molto interessante (in questo caso va bene anche se non dico “e poi che succede?”), ora il primo ostacolo da superare sarà quello di mettermi a scrivere i 10 inizi di storia…oltre che lentissimo sono anche piiiiigro da morire e reputerò un successone se riuscirò a scriverne 2!! e comunque anch’io riscontro lo stesso problema di Gianluca, ovvero di idee ne ho ma poi è all’atto di metterle su carta che trovo grossi ostacoli, visto che, tanto per dirne solo una, ho la terza media e una padronanza della lingua italiana quantomeno traballante; mi salvo un pò perché leggo parecchio!
    comunque su questa problematica giustamente si può cercare di migliorare anche da soli…per il momento ti dico grazie, e alla prossima 🙂

    Rispondi
  263. Grazie Fabio, ho finalmente letto la prima lezione. Sono diversi anni che frequento un gruppo di scrittura e ho riconosciuto “i ferri del mestiere”, ma straordinariamente oliati, lucidati e pronti all’uso! molto utile.Appena posso faccio gli esercizi capo!
    Ti volevo anche dire che quello che mi ha condotto qui è la stima per il tuo lavoro, amore bugie e calcetto è uno dei film che mi è piaciuto di più negli ultimi anni. a presto letizia

    Rispondi
  264. Beh, sono più che dovuti. Sia per la gentilezza che per l’utilità e la bravura con cui hai composto queste lezioni. Sono utili da commuovere. Grazie ancora

    Rispondi
  265. gentile Fabio ho letto e preso appunti sulla lezione uno..che oltre a essere interessante è anche molto appassionante, fa venire subito voglia di mettersi all’opera.
    A me però piacerebbe tanto creare una sceneggiatura teatrale, per cui ti domando se pensi che i principi siano gli stessi, e se in qualche modo il fatto che a teatro l’ambientazione sia spesso fissa, possa influenzare il lavoro dell’autore. Quello che al cinema puoi girare con una macchina da presa muovendoti in vari ambienti, con la possibilità di passare velocemente da una immagine all’altra, a teatro non si può fare. A teatro credo sia tutto più statico, più basato sulla parola e sul movimento del corpo che portano le emozioni. Spero di essere stato chiaro. Grazie!!!

    FABIO RISPONDE: Non parlerò del teatro perchè non ho mai scritto pèer questo mezzo (salvo alcuni monologhi comici) e qua parlo solo di cose che conosco per esperienza diretta. E’ comunque certo che la fisicità del teatro impone criteri specifici, come l’unità di luogo e di azione, già definiti da Aristotele più di 2000 anni fa. Ci sono in giro molti ottimi testi sulla scrittura teatrale, ne suggerisco due che già citati in bibliografia: “Note in margine a una tovaglia” di David Mamet e il più specifico “ABC del teatro” di José Luis De Santos Alonso.

    Rispondi
  266. sono felice! questo corso mi da una struttura. per ora sono alla lezione 1. vado piano, ho bisogno di digerire. un commento: ma cos’e’ ‘sta storia che “siamo quello che facciamo piu’ di quello che pensiamo?”. davvero nessuno al mondo riesce a capire chi e’ facendo dei ragionamenti, ma e’ davanti ai fatti che sappiamo chi siamo?!?! non abbiamo istruzioni nella vita, e’ vero. tutto ci accade per la prima volta, sono d’accordo. ma non possiamo affrontare meglio la vita se ci ragioniamo? a me pensare piace un sacco, ma davvero tantissimo. ci passo un sacco di tempo, mi da calore, mi da un senso. mi piace tanto anche fare, mettermi alla prova, fare delle scelte, ma pensare prima e dopo mi e’ vitale. mi aiuta a digerire, a soppesare. e’ con il pensiero che sono io. le azioni possono farle piu’ o meno tutti, no? c’e’ qualcuno che la pensa come me? comunque, Fabio, grazie pensato. ora passo agli esercizi e ti faro’ sapere un grazie di fatto!

    FABIO: Figurati se proprio io sostengo che non bisogna ragionare: lo faccio sin troppo, e lo valuto sin troppo. Infatti penso anche che i nostri ragionamenti influenzino molto le azioni future. Quel che si dice nella lezione è un’altra cosa: molto semplicemente, ragionando nessuno può capire chi è davvero. Perchè non sa come si comporterà in concreto davanti alle situazioni reali. Io posso immaginare, chessò, di essere un grande inviato giornalista, ma quando poi si tratta di sgomitare coi colleghi per avere prima una notizia, o di mentire per proteggere una fonte, che farò? Ne sarò capace? Avrò paura? Sarò uno che si butta, o uno “delicato” che si trattiene? Posso ragionare finchè voglio, ma finchè non provo non saprò mai se sono adatto a quel lavoro o no. E questo vale per tutto. In ogni caso -se non ti convince la metafora sulla vita reale (che in effetti è sempre ardita) -sono convinto che il concetto valga nella narrazione di storie: i personaggi sono quello che fanno, non quello che dicono, o che pensano. Poi ci sono eccezioni, ovviamente, e a volte sono capolavori. Ma qua non parliamo di eccezioni, sennò non si riesce più a trovare una regola, un metodo, un criterio pratico. Ed è questo che si sta cercando, ricordiamolo: criteri pratici per scrivere storie, non la verità della vita…

    Rispondi
  267. Ciao Fabio,
    vorrei chiederti un consiglio riguardo alla scrittura di favole per bambini da illustrare.
    Immagino la struttura sia la stessa, anzi più amplificata (desideri e paure), ma calata nel mondo infantile.
    Ma come non rischiare la banalità? O cadere in psicologismi che ovviamente non andrebbero compresi?
    Cosa,secondo te, è veramente importante nell’approccio della scrittura per bambini?
    Grazie per tutto questo che hai creato, condividendo e trasmettendo i tuoi studi e le tue riflessioni.
    ANna

    FABIO: Purtroppo non lo so. Di favole per bambini ne ho create tante, ma solo per le mie figlie. Ho fatto sicuramente degli “errori narrativi”, che ritengo ammissibili in un padre che inventa storie per le figlie (le quali, si spera, riceveranno qualcosa dall’atto in sè, oltre che dai suoi contenuti) ma non vorrei propagare i miei errori a chi desidera svolgere questa attività in modo professionale. Ina ltre parole: in questo corso racconto solo cose che -almeno a me- sono risultate utili nella scrittura professionale. Riguardo a settori come la narrativa per l’infazia, in cui sono un semplice “hobbista”, non mi pare corretto dare consigli.

    Rispondi
  268. @teresa
    io la penso come te… salvo poi trovarmi ad aver pensato troppo e realizzato poco. dove ho sbagliato? non lo so. ho visto gente molto più non voglio dire superficiale ma più pragmatica si, sfilarmi davanti. dove ho sbagliato? un saluto

    Rispondi
  269. quello che è importante sottolineare è che in Italia, salvo il dopoguerra e qualcos’altro, gli scrittori, gli autori, sono in genere gente priva di forza interiore. Io ammiro la cultura americana e specialmente i loro sceneggiatori, perchè proprio come dici tu Fabio, sono prima di tutto degli scrittori di storie. Senza storia c’è il nulla assoluto, un chiacchiericcio che sa di perdita di tempo. Tutto parte e tutto finisce dalla storia e dall’azione in essa contenuta. In genere le storie dovrebbero essere avvincenti, debbono tenere viva l’attenzione del pubblico che alla fine non si annoia mai. La cosa peggiore del cinema italiano, o per lo meno dell’ultimo cinema italiano, è che è insipido. Parla sempre dei sentimenti, della condizione umana del piccolo borghese italiano medio e del suo microscopico mondo senza avere scenario, respiro, orizzonte. Ed infatti la nostra decadenza si rispecchia sempre nelle storie scritte da autori piccoli piccoli, che non riescono ad emergere dai microcosmi nei quali sono disperatamente immersi. Noi non abbiamo scrittori ma dei metascrittori, psicologi, sociologi d’accatto che pensano di immettere in flaccide storie le loro teorie sul mondo che alla fin fine finiscono per non interessare a nessuno. Film da sbadiglio vengono preannunciati nelle solite sagre cinematografiche, film che pretendono finanziamenti pubblici e sono fatti in genere da gente raccomandata. Film che vengono bocciati poi in tutti i consessi internazionali. Il registro di queste storie è eternamente uguale, il tono è sempre lo stesso. The song remain the same. L’alternativa è il cinepanettone che è poi dal punto di vista della sceneggiatura una stessa trama scritta vent’anni fa e ripetuta in modo ossessivo fino ad oggi e reinterpretata da un manipolo di attori imprigionati da contratti e da ruoli che il mercato deve per forza assegnargli. Insomma film d’azione, tranne rarissime eccezioni, non c’è. Il film con una trama senza tregua e che incolla e diverte ed emoziona il pubblico non esiste e temo che non esisterà più. Almeno, io la penso così. Salvatore

    FABIO: ritratto impietoso, che so per certo molti condividono. Chissà se vale anche il miei film, mi sa di sì 🙂

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  270. … il mio problema è che ho iniziato una caterva di storie e che non ne ho mai finita una!! insomma, iniziare è l’ultimo dei miei problemi :°

    FABIO: Il tuo commento mi ha fatto riflettere. Conosco quella sindrome, anche io per anno avevo solo inizi.
    Ma non posso dare come esercizio “finisci una storia”. Se uno ci riesce il corso non serve più a niente!
    Insomma, non ho trovato una soluzione, questa mail è solo per dire che qualche minuto ci ho pensato…
    In bocca al lupo

    Ecco, appena uno scrive che non ha un’idea, gli viene. Il fatto è che nel tuo caso l’esercizio è proprio quello: finire una storia. Potresti fare così: procedere per stadi brevi.

    Passo uno: scegli una delle tue storie e ti imponi di finirla in forma di “soggetto”. Fa conti di dover dire a un editore o produttore, pronti a pagarti un sacco di soldi, di cosa parla il tuo libro o ilm. Quindi devi fare un testo di 4 pagine in cui sia riassunto tutto lo svoluppo della storia. Solo in forma di riassunto, poche pagine, senza entrare nel dettaglio. Ma che contenga tutta la storia

    Passo due:…no mi fermo, facciamo così. Se ti sembra utile, e se fai davvero il passo uno, riscrivimi che ti dico il due.
    E’ la prima volta che penso un esercizio su misura, procediamo step by step, se vediamo che serve

    Rispondi
  271. E’ per caso che ho trovato questo corso sulla scrittura e così ho deciso di riprendere a scrivere come facevo a 10 anni, quando inventavo storie. Poi la vita mi ha portato altrove..cmq grazie perchè ho trovato l’ispirazione dopo anni e in un periodo in cui nn so davvero cosa voglio fare.
    Cmq sono d’accordo con te sul capire davvero chi siamo solo di fronte alla prova dei fatti.
    Ah.. pur nn sapendo niente di scrittura e di esercizi e nn avendo ancora letto il tuo consiglio è da un po’ che tenevo penna e fogli sul comodino per scrivere i miei sogni..ma appena sveglia nn li ricordo più..aspetterò…nel frattempo leggerò la seconda lezione.
    Grazie buona serata

    Rispondi
  272. Va bene, tutto bello, grazie.
    Davvero.
    Ma se hai storie, ma nessun talento?

    FABIO: mah, non so che dire. E’ un caso abbastanza raro, credo. E comunque ci sono casi di successo senza talento, casi di successo senza storie, casi di talento e storie ma senza successo. Può accadere di tutto, sempre e comunque… Quindi il “che fare in pratica?” è una scelta che ciascuno deve fare per sè, non si possono dare consigli su questo

    Rispondi
  273. molto bella e interessante la prima lezione, continuo con le altre, io devo scrivere l’analisi di un libro misterioso, che per capirsi ha il necessario bisogno di interagire con la vita dell’autore del libro, diventando come una nuova storia, che però al 90% è interrotta dall’analisi e molte informazioni per comprenderla, esistono consigli particolari al riguardo?

    FABIO: Forse sì, ma io non li so 🙂 Buon Natale a tutti!

    Rispondi
  274. scrivere è la cosa più bella e difficile che ci sia….
    grazie a te di cuore, perchè solo chi ha passione pura può fare quello che hai fatto tu,
    pubblicare un corso del tutto gratuito…in una società dove le cose che non costano nulla…non valgono NIENTE…ma è solo APPARENZA!!
    GRAZIE!

    Rispondi
  275. Mi unisco a quanti ti hanno gia’ ringraziato per questo corso, e io che ho gia’ letto cose del genere , da Pirro a Field, devo dire che hai colto nel segno. Se volevi farci venire (o tornare) la voglia di scrivere , ci sei riuscito. Complimenti.
    Per evitare di raccontare sempre la stessa storia (cioe’ la mia, il 25-30-35 enne con i suoi sogni etc. come hai magistralmente spiegato) io parto da fatti di cronaca (spesso nera) che trovo sui quotidiani o da storie accadute a conoscenti, che poi manipolo e adatto (puo’ essere un suggerimento per chi e’ a corto di idee). Utilizzo anche i sogni, e come suggeriva un altro amico in un post, tengo matita e taccuino sul comodino.
    Ancora grazie Fabio.

    Rispondi
  276. Intelligente e divertente questa prima lezione.Apprezzo e in gran parte condivido; proseguirò con piacere.
    Scrivo narrativa e riesco anche a pubblicare: sono incuriosita dalla ricerca dell’autore, qui sopra. Non mi era venuto in mente che si potesse scrivere per conto di un altro,che per giunta pensa in altra lingua. Se la richiesta è seria e puoi contattarlo, vorrei saperne di più. Ciao, grazie

    Rispondi
  277. Ciao Fabio,

    mi chiamo Paola Segatto e sono di Ronchi dei Legionari in provincia di Gorizia. Mi piacerebbe scrivere bene.

    E ti dico GRAZIE, carissimo Fabio, per l’aiuto disinteressato che mi stai dando.
    Sono entrata nel tuo interessante sito per puro caso e ne sono rimasta colpita non tanto sia gratuito, ma quanto il tuo insegnamento è davvero molto ben scritto, puntiglioso ed inoltre si nota la tua buona fede ad aiutare le persone che sono in difficoltà nello scrivere, ma che hanno una voglia matta a farlo.

    Una di queste persone sono io.

    Tanti Auguri, Fabio per tutte le cose buone e belle della tua vita.

    Un abbraccio,

    Paola Segatto

    Rispondi
  278. UNA RICHIESTA SEMPLICE, SEMPLICE…. 🙂
    Complimenti, ho appena finito di leggere la prima lezione e sono rimasto veramente colpito dalla semplicità con cui esponi dei concetti fondamentali per chi vuole scrivere.
    Ma la cosa che ti fa più onore, secondo me, è la pubblicazione gratuita del corso.
    Ho visto altri corsi simili su internet, gratuiti anch’essi, ma non erano cosi interessanti. E poi chi li pubblicava non aveva certo la tua professionalità.
    Trovo la tua impostazione molto simile al libro di Vincenzo Cerami(che consiglio anche se è a pagamento), forse anche perchè l’attività prevalente di entrambi è quella di sceneggiatore.
    Però credo che nel corso, tu sia stato molto meno sceneggiatore di lui. In senso positivo: tu ti rivolgi a chi vuole raccontare delle storie, siano esse per il cinema, per la letteratura o quant’altro.
    Una sola richiesta, semplice, semplice: puoi scrivere anche una drammaturgia del comico? (scusa l’antitesi).
    Mentre la scrivi, io finirò il tuo corso….
    grazie ancora per la pubblicazione e ciaoo

    FABIO: per fortuna c’è già. John Vorhaus, “Scrivere il comico”. Principi, strutture e pratica dalla gag alla situation comedy. Parla molto proprio della “drammaturgia” del comico, come usarlo in una storia lunga e non tanto in una gag.
    Questo è un link: http://www.audinoeditore.it/libro.php?collana_id=M&collana_progr=45
    Grazie per i complimenti, fanno sempre piacere 🙂

    Rispondi
  279. @monica
    Ciao Fabio!
    Mi piace molto la tua iniziativa, utile, mirata e seria. Anch’io, come molti iscritti in questo blog, sono una “scrittrice in erba” e mi diletto a riempire il mio tempo inventando e scrivendo storie. Ne ho scritte veramente tante, ma di ognuna di queste conosco perfettamente l’inizio e la fine, ma non ne conosco gli sviluppi. Mi spiego meglio. Conoscerei anche quelli, ma mentre scrivo mi si accavallano talmente tanto le idee che sviluppo le storie in modo completamente diverso da come le avevo immaginate. In questo modo perdo di vista il mio finale. E mentre rileggo ciò che ho scritto, mi sento persa e getto la spugna, abbandono… Così, mi sono dedicata alla poesia. Almeno la poesia è breve, ha un inizio e una fine e, nell’arco di massimo tre giorni, è finita (a volte, anche ore) per la mia gioia e quella dei miei amici che mi leggono.
    Devo provare a mettere in partica il tuo consiglio. Inizierò a fare un riassunto dei fatti che voglio analizzare e vedremo che ne esce. Mi dispiace lasciare incompiute le mie “opere”. Opere che leggerò solo io e qualche mio amico, ma almeno le leggeremo complete, no?
    Grazie!
    Eli

    Rispondi
  280. ciao Fabio (posso dare del tu, vero?)
    sono Valeria e ti scrivo da Siracusa.
    Mi sono imbattuta per caso in questo sito e sono felice di averlo fatto!
    Riesci a spiegare i concetti e, cosa ancor più importante, a imprimerli nella mia testa.
    Vado a leggere subito la seconda lezione 🙂
    cari saluti

    FABIO: Curioso, proprio oggi ho inventato il mio primo personaggio nato a Siracusa! Speriamo sia buon segno…

    Rispondi
  281. Mi sono iscritto per curiosità su input di un’amica scrittrice… ma adesso seguo per ansia di apprendere, che mi hai fatto insorgere dentro con le tue parole e il tuo modo di porre questi argomenti. GRAZIE. Natale.

    Rispondi
  282. Ciao Fabio(ti do del tu,ok?)…ma una password più semplice no??eheheh….Comunque, stavo cercando un corso di scrittura creativa in Sicilia e per caso mi sono imbattuta in questo sito…Ho finito la prima lezione e prima di passare alle altre voglio fare l’esercizio che ci hai proposto….voglio fare le cose con calma,penzandoci bene =) Grazie!

    FABIO: le password le sceglie il sisema, non posso farci niente. Però si possono modificare

    Rispondi
  283. Ciao Fabio, ho appena scoperto il tuo regalo ed è magnifico!…ma posso davvero scaricare tutte le tue lezioni gratuitamente? Grazie, grazie di cuore!

    FABIO: Certo che sì, stanno qui apposta!

    Rispondi
  284. Ciao Fabio, anche io come tanti altri sono finita qui per caso. Stavo giusto cercando annunci per qualche corso in aula di scrittura creativa a Milano… ne avevo trovato uno davvero carino, economico, con un programma convincente e della durata di tre mesi! Purtroppo alla fine hanno annullato tutto per l’esiguo numero di iscritti… Davvero un peccato, la cosa che più mi entusiasmava era esser obbligata in un certo qual modo a fare gli esercizi e poi poter dialogare attivamente con persone in carne ed ossa. Vabè, pazienza! In ogni caso volevo darti la mia piena approvazione su quel che hai scritto riguardo ai nostri studi scolastici. E’ tutto vero! Infatti anche io ho grossi problemi nell’andare avanti con una storia, quando arrivo ad una trentina di pagine A4 (scusa ma non saprei dirti quante cartelle possano essere), mi blocco. Sento una sorta di disagio nel continuare a scrivere, come se mancasse qualcosa. Infatti manca qualcosa!!! Sono sicura che andando avanti con le tue lezioni riuscirò a capire. In ogni caso penso che involontariamente metta già in pratica ciò che descrivi nella tua prima lezione, però voglio comunque fare gli esercizi.
    Insomma, grazie mille, davvero!

    Domandina: per l’esercizio devo per forza inventarmi nuovi inizi, oppure vale lo stesso se prendo spunto da tutte quelle storie che ho cercato di scrivere negli ultimi anni?

    (Scusa per il commento prolisso, ma odio saltare i dettagli!)

    Rispondi
  285. Stavo scrivendo una storia a puntate, per un programma alla radio, su un ragazzo compreso tra i 25 e i 30 anni che non sa bene dove andare e si barcamena tra vari lavori. Dopo aver letto questa lezione mi sono molto arrabbiato e ho cancellato tutto, pure il programma alla radio. Ho deciso di smettere di scrivere, e di barcamenarmi tra vari lavori, poi però ho scritto questo http://t.co/4sDyMg9 in cui prima mi arrabbio molto (con te/me) poi ti do ragione.

    Rispondi
  286. Sono felice di assermi imbattuta nel tuo sito. Ho finito la prima lezione. Sono proprio emozionata…. Adesso dovrò iniziare a scrivere gli inizi di storie, che Dio mi aiuti!!!!

    Rispondi
  287. Non conoscevo il sig. Bonifacci, per flusso di link sono arrivato qui e mi sono reso conto di aver visto quasi tutti i film sceneggiati da lui e che mi sono piaciuti: c’è qualcosa di diverso in ognuno ed addirittura in “E’ già ieri” (tema più voltre trattato vedi “il giorno della marmotta” che a me fa impazzire)si trova sempre qualcosa di nuovo e mai ovvio. L’iniziativa di questo blog è fuori ogni canone, basti pensare che se segui un corso A PAGAMENTO non ti danno tutte le dritte necessarie perché nessuno vuole ritrovarsi concorrenti troppo preparati.
    Ringrazio il titolare ed esprimo tutta la mia simpatia ed approvazione per quanto ha fatto finora e mi fermo con le adulazioni perchè vorrei porre a lui e voi tutti un quesito:
    cosa pensate quando vedete fiction o film con contenuti stracopiati, ovvi ed illogici? (e non mi riferisco alla carenza di mezzi economici ma di idee)
    e cosa attualmente vi attira di più per l’innovazione e l’articolazione delle vicissitudini dei protagonisti?
    io ad esempio sono estasiato da How i met your mother
    Saluti e a presto!

    Rispondi
  288. ho finito di leggere la prima lezione. Sono emozionata. Peccato che anzichè seguire l’emozione che le tue parole mi hanno trasmesso devo andare in cucina ed iniziare a pensare cosa mettere insieme per il pranzo.
    Comunque grazie.

    Rispondi
  289. Salve. Ho diviso un foglio in tre parti e ho cominciato a scrivere tre attacchi. Per ora non sono soddisfatta.
    Mi chiedevo: c’è qualcuno che qui aiuta con una valutazione/correzione/consigli?
    Buon lavoro a tutti.

    Rispondi
  290. Ciao Fabio, volevo solo ringraziarti e farti i complimenti x questa bellissima iniziativa. Forse finalmente ho trovato la “scusa” che sto cercando da un po’ x ritagliarmi del tempo da dedicare alla scrittura… spero proprio di riuscirci. Un abbraccio, Francesca

    Rispondi
  291. Mi sono messa subito al lavoro… il tempo è poco, ma la voglia vince!
    Grazie mille per i consigli, mi sembra già di fare meno fatica a concretizzare il caos che ho in testa 🙂

    Rispondi
  292. Ciao,
    mi accingo a leggere la prima lezione, ma volevo chiederti una cosa: sono un affezionato della carta, non è possibile avere una versione stampabile delle varie lezioni?

    Grazie

    Rispondi
  293. Ciao Fabio,
    non ho letto tutte le otto pagine di commenti che precedono questo. Si tratta, a prima vista, quasi esclusivamente di lodi e ringraziamenti. Mi sento di condividerli tutti, per fiducia e istinto.
    Ma c’è una cosa che mi rode, davvero: Rocco, alla fine, ha accettato oppure no quel benedetto concorso? E che fine fanno tutti quelli che volevano sacrificare la sua felicità in nome della propria? E se il ruolo da impiegato lo spaventa, ma è comunque più affine alla sua natura..
    Insomma, uno scrittore forse non lo sarò mai, ma come lettore sono conclamato! Devo sapere! Un abbraccio.

    Rispondi
  294. Grazie Fabio per condividere i “ferri del mestiere”. La lettura della prima lezione è stata illuminante sia per avere una minima percezione di come si costruisce una trama sia per capire quale sia la mia zona di pericolo: la pigrizia che dovrò sormontare per scrivere dieci inizi di storie!!
    Grazie

    Rispondi
  295. sono una non-scrittrice,non faccio parte di alcun sito o altro ed e’ la prima volta che scrivo qualcosa su…internet(?)(si dice cosi’?).dopo aver letto la lezione 1, le scrivo poche righe solo per ricambiare,seppur in minima parte,il tempo che ha sottratto alla sua vita per dedicarlo gratuitamente a me ed agli altri che si trovano a leggere questi preziosi consigli..grazie,sofia

    WOW, grazie a te. Molto onorato di essere il destinatario della tua prima frase scritta su Internet. E grazie del tuo grazie 🙂

    Rispondi
  296. Ciao Fabio.Una volta mi ritenevo portata a scrivere anche perchè ero forte in grammatica, ora non più e,ironia della sorte, da quando sono iscritta all’università : praticamente abbandonata l’abitudine di confidare i miei pensieri ad un foglio di carta, terminato il dovere che per me era piacere di svolgere temi, non scrivo più.Leggo molto poco e ho degli assurdi dubbi grammaticali di cui mi vergogno. Anche la mia dialettica è di gran lunga peggiorata. Mi piacerebbe ritornare a scrivere e parlare correttamente e spero che questo corso mi aiuti…ancora non ho lettonulla, ma ho intenzione di farlo e spero di trovare anche esercizi.
    Ciao e grazie per aver messo a disposizione gratuitamente la tua conoscenza. Oggigiorno è davvero un evento più unico che raro

    Rispondi
  297. Grazie, anche a nome dei personaggi delle mie pseudo storie: si stanno ribellando. Finalmente! Vogliono sentirsi più vivi, dicono. Penso che ne abbiano il diritto, glielo devo. Almeno, finchè non si mettono in cerca di un’autore, uno di quelli veri …

    Francesco

    Rispondi
  298. Ciao Fabio!
    Io sono una aspirante scrittrice, e ti ringrazio tantissimo per questa tua iniziativa, infatti mentre leggevo questa prima lezione, mi sono accorta del motivo per cui il mio romanzo, al quale sto lavorando, si é bloccato nel bel mezzo…ci sono un paio di elementi che potrebbero essere benissimo spostati o addirittura esclusi, ecco perché no sta crescendo come vorrei.:) Grazie seguiró queste tue lezioni con molto piacere ed interesse.

    Rispondi
  299. Sembra davvero incredibile: google poi digito “corso di scrittura creativa gratis” Penso “Che scrocco che sono, mai troverò qual…….. ma!?! 1°link, 2°link, 3°link sembrano bufale…. e questo chi è? ”
    Tuttto questo 27 minuti fa, ora ho gia letto la prima lezione, del pittore, della carriera e i link; ma che culo stasera!!!
    Grazie caro Fabio cercherò di mettere a frutto i tuoi insegnamenti, fai una cosa deliziosamente sana a condividere tutto ciò con noi altri poveri mortali!

    Rispondi
  300. Queste lezioni mi sembrano fantastiche, medito da tanto tempo su come mettere giù una bella storia, ma non avevo ancora trovato un metodo così pratico efficace. Mo’ passo gli esercizi…

    Rispondi
  301. Bel modo di spiegare le cose, fluido e accattivante.
    Sicuramente non noioso!
    Complimenti, continuerò a seguirti anche se, per ora, sono alla lezione 1.

    Rispondi
  302. Mai lette tante castronerie in una volta sola.
    PRIMA CASTRONERIA: La grande storia sarebbe SOLO quella che emoziona;
    SECONDA CASTRONERIA: Le teorie e le riflessioni sono inutili(povero Bergman)(Se, come si dice, una storia è un sistema allora bisognerebbe SAPERE che ogni sistema ha una sua teoria).
    TERZA CASTRONERIA: per scrivere una storia bisogna averne già una in testa(il “qualcosa da dire”; CONCORDO!)però poi la lezione prende avvio non dalla storia che uno effettivamente dovrebbe già avere in testa ma da un vuoto personaggio (un giovane immaturo) per poi cucirgliene addosso una.
    Questa è sartoria, non creazione!
    QUARTA CASTRONERIA: Una storia è emozionante se ti domandi “cosa succede dopo?”; emozione che diventa orgasmo se capisci il meccanismo che la rende funzionante e ne prevedi lo svolgimento.
    Secondo questa idea, dopo aver visto un film bisognerebbe buttarlo (o al limite esporlo come souvenir) perché tanto ormai lo sai cosa è successo dopo! Poveri film di Hitchcock in cui, una volta conosciuta la trama, la suspense si è esaurita per sempre. Addio emozioni!
    Qui dentro si insegna il feuilleton, non certo l’arte!
    E questo accade perché l’arte non la si può insegnare.
    Se non ha senso parlare di Vasco Rossi senza ascoltare la musica di Vasco Rossi non ha altrettanto senso parlare di una possbile storia X se non si è gli autori della storia X.
    L’unico che può dettare le regole nella creazione della mia storia sono soltanto IO.

    FABIO: Squillo di tromba!!! Finalmente, dopo 937 commenti positivi, anzi spesso entusiastici, arriva una stroncatura. La rispetto e, ovviamente, non la contesto. Preciso solo una cosa. E’ ovvio che qua non si insegna l’arte, l’ho scritto nella premessa: insegno solo quel poco che io ritengo di sapere su come si racconta una storia, punto. Ho scritto con chiarezza che questo non è l’unico modo, è il mio modo. Non ho nessun pretesa di possedere verità, metodi universali et similia. Sono solo un falegname di mezza età che ha deciso di perdere un po’ di tempo per dire ai giovani falegnami “oh, io le sedie le faccio così”. Se a qualcuno serve, mi fa piacere. Se non gli serve, spero trovi da qualche altra parte ciò che lo può aiutare. Comunque, in bocca al lupo, Filippo. Il tuo cipiglio mi piace.

    Rispondi
  303. Volevo chiedervi … c’è qualche partecipante giovane nel corso??? Non perchè gli altri siano vecchi ;-), ma perchè io ho solo 13 anni…

    Rispondi
  304. Ciao molto accattivante il tuo modo di scrivere piacerebbe anche a me mettere nero su bianco in questo modo cosi lineare chiaro emozionante insomma amdare al succo senza buttare completamente il frutto ma assaggiarne ogni minima parte ,mi chiedevo non sò se è adatto a me questo corso in quanto il mio problema è che ho tante belle idee ma no sò come metterle su carta mi mancano le parole giuste per esprimere quello che sento, se tu mi potessi dare un consiglio ne sarei felice ,ti ringrazio anticipatamente.

    Rispondi
  305. Trasmettere con entusiasmo il proprio patrimonio di conoscenze, anche non fosse verità assoluta, è sempre piu raro trovare chi è entusiasta di farlo.
    Non so se scriverò, ma certe cose che tu hai detto mi sembrano lezioni di vita.
    grazie,ciao

    Rispondi
  306. Mah! che debbo dire? Ognuno ha il suo modo di scrivere e di concepire storie. Io sono un esordiente di 73 anni e cose da dire ne ho tante, tante cose ho visto, tanti uomini ho conosciuto perché viaggiavo; se mi mettessi a scrivere le mie esperienze non finirei più, ma forse alla fin fine farebbero sbadigliare il lettore in cerca di distrazione e allora per lui meglio dei libri gialli non c’è niente. Un errore che si fa è quello di concepire il lettore come uno che dev’essere comunque divertito, ci sono anche lettori che si interessano di argomenti particolari e che desiderano conoscere il mondo e la vita che li circondano: ad esempio se sono un medico e racconto le mie esperienze posso destare degli interessi, lo stesso se sono un ingegnere , un avvocato, un magistrato… Certi lettori vogliono anche capire non divertirsi o evadere. Detto questo, non mi piacciono troppo i corsi di scrittura, perchè ogni scrittore anche se è esordiente ha il suo modo di dire, di vedere la vita, ha i suoi sentimenti e le sue convinzioni. Tuttavia il corso è utile (ma forse un po’yuppy) perché dà suggerimenti molto utili.

    Rispondi
  307. Non so cosa direbbe Carlo Emilo Gadda di questi corsi e per la verità neanche Stendhal. Il primo era il maestro di storie fantasiose, allegoriche e caricaturali ( così dipingeva un certo tipo di società);i romanzi del secondo sono a episodi, non necessariamente legati fra di loro. Entrambi però scrivevano in un modo divino.

    Rispondi
  308. Beh, avendo letto – per ora – solo questa prima lezione, posso lasciarti questo commento: non è male, ma è restrittivo.
    La buona notizia è che è meno restrittivo di ciò che dice – ad esempio – il Syd Field che tu stesso hai citato. Mamet magari direbbe che non è sufficente, ma io direi che certamente è meno ostico da leggere dei “manuali” scritti da lui.
    Il punto è che qui si parla di come creare solo UN tipo di storia – il tuo tipo di storia. Però bene; mi sembra un buono spunto, migliore di tanti altri, per farsi un’idea di come scrivere qualcosa. Poi starà all’abilità e all’inventiva del futuro scrittore il saper aggirare le “regole” imparate.
    Very well done.

    Rispondi
  309. Grande! bravissimo!
    Da sempre sognavo di scrivere narrativa, o almeno di raccontarmi. Ci avevo pure provato, dopo 5 anni vissuti in America, ma … che schifezza!!
    Ora invece mi hai fatto venire voglia di riprovarci, cosi’, per me stesso.
    Ma non hai paura della concorrenza? Di scatenare forze incontrollabili? Insomma, di perdere il posto?
    GRAZIE!!

    FABIO: perdere il posto in favore dei più giovani è un fenomeno naturale che prima o poi capita comunque: anzichè combatterlo, meglio favorirlo, non credi? Almeno così diventa un risultato che hai perseguito anche tu, e non qualcosa che subisci soffrendo 🙂

    Rispondi
  310. volevo sapere cosa intendi per cartella..o meglio..cosa vuol dire che per scrivere un inizio di storia bisogna darsi uno spazio di 2-3 cartelle? grazie anticipatamente

    FABIO: senza fare troppo i pignoli sul numero di caratteri, vuol dire “2-3 pagine”

    Rispondi
  311. Salve, Fabio! Inanzi tutto dovrei ringraziarti. Non è da molti, con la notorietà di cui godi, scegliere di condividere con altri i metodi della propria passione, ciò che ti rende un professionista e secondo me è come condividere una parte di sé!
    Io cercavo informazioni per capire se fosse stato meglio scrivere in terza persona o il prima quando mi sono imbattuta sul tuo blog. Ho una storia che è davvero un ‘intrippo’: sto scrivendo una storia nella storia. Io non sono una scrittrice, ed è la prima volta che affronto un lavoro del genere. Ma ho sempre voluto tirare fuori dalla testa tutte le storie che mi immaginavo. Oh dio sono emozionata :)…. finalmente ho preso coraggio ed ho iniziato questo lavoro. Ho una storia base sia per la principale, che sarebbe raccontata tramite un libro trovato dal protagonista della seconda storia, sia per la secondaria. E’ un intrippo vero! sono a buon punto il problema è: secondo te potrebbe essere più grande di me tutto questo? Cioè affontare ”la storia nella storia” come primo racconto si rivelerebbe anche un casino per il lettore, secondo te? help!! Altrimenti li separo definitivamente, ma a me serve che il mio protagonista legga quel (scusa il termine) maledetto libro per comprendere con che tipo di male ha a che fare! Ah dimenticavo ti presciso la mia storia è un fantasy.

    FABIO: Beh, sicuramente hai scelto di iniziare facendo il tuo primo salto con l’asticella piuttosto alta. Si può fare, ma bisogna esserne consapevoli. Più aumenti la difficoltà, più aumentano le possibilità che il salto non riesca. Detto ciò, uno poi deve scrivere ciò di cui ha voglia di scrivere. Se è questo, vai con questo.
    Fra l’altro anche il primo film che ho scritto era così: non si è mai fatto ma non per quello, perchè era troppo costoso.
    Se posso darti un consiglio è questo: cerca di trattare le due storie anche in modo autonomo. Fatti una scaletta precisa della loro evoluzione. Poi pensi al modo in cui si incrociano. Perchè se parti già incrociandole, le storie finiscono per nascere dalla necessità dei loro incrocio, e persono la loro autonomia.

    Poi so che in parte deve essere così: le singole storie nascono dalla necessità dei loro incroci dagli effetti che hanno una sull’altra. Però mantieni due file a parte in cui controlli che la storia principale e “la storia nella storia” funzionino sempre anche da sole, non abbiano mai pause o cedimenti. Se guardi solo agli effetti che devono avere una sull’altra, perdi di vista il valore delle due storie, che resta la cosa fondamentale.
    Voglio dire: avere una storia nella storia funziona se le due storie sono molto forti. Se per legarle, sei costretto/a a renderne una o entrambe più lente o deboli, non va bene.
    Spero di essere stato chiaro, il tema è complesso e sarà oggetto di una delle prossime lezioni, appena avrò il tempo di riprendere a scriverle…

    Rispondi
  312. posso scrivere i miei inizi di storia su carta?
    se si, le 2-3 pagine di cui parlavi si riferiscono a un quadernone?..:-)

    FABIO: Sì. E non è così importante la quantità

    Rispondi
  313. Ho una storia che e’ una bomba. Sicuro. Lo so perche’ sono un esperto, patentato lettore. Sono altrettanto certo di non avere il necessario talento per scriverla. Che faccio, signor Bonifacci?

    Mah, per prima cosa deve fare quello che lei crede, putroppo io non sono in grado di dare consigli sulle scelte di vita. In secondo luogo, se il suo caso è questo, è un caso raro. Di solito avviene il contrario (il mondo è pieno di gente che scrive benissimo ma non ha una storia da raccontare). A mio avviso, tuttavia, se una storia è davvero una bomba, può funzionare anche se non è scritta benissimo. Pensi a Stieg Larsson: non è che abbia questo stile granchè raffinato, eppure a milioni siamo rimasti incollati alle sue pagine. O forse lei scrive proprio male, non lo so, però penso che se la storia è una bomba ci sarà un editore che se ne accorgerà, e le metterà a disposizione battaglioni di editor per aiutarla a scriverla meglio. Di storie veramente potenti, come lei sa da lettore, non ce ne sono in giro poi tante. Detto ciò se devo essere sincero, non sono del tutto convinto che lei abbia davvero una “storia che è bomba”. Certamente lei è in buona fede ma so che molte persone sono convinte di avere una storia quando invece hanno soltanto un’idea di storia, oppure un inizio di storia, un brandello di storia. Cioè una parte minima di quel mondo completo che è una storia. Non so se è il suo caso. Può essere solo lei a deciderlo, con quella esperienza di lettore che per fortuna non le manca. Poi mi creda, se la storia è davvero una bomba, troverà la sua destinazione. Come diceva Fitzgerald, intitolando con questa frase anche un libro, “Le belle storie si scrivono da sole”.

    Rispondi
  314. Anch’io alla ricerca di qualcosa da raccontare, mi chiedevo se potesse
    essere utile allo scopo porsi questa domanda:
    “Cosa vorrei che accadesse alla mia vita?”

    Che ne pensi? Potrebbe essere un buon indizio su cui costruire una trama?

    FABIO: Certo che sì. Ma ogni modo è buono. La prima idea può venire fuori in mille modi diversi. Poi bisogna lavorarci, e di questo proviamo a discutere qui. Che ci siano idee tra i nostri validi corsisti lo diamo per scontato 🙂

    Rispondi
  315. Ciao Fabio, sono contentissima di aver scoperto questo corso.
    Neanche molti giorni fa mi arriva la risposta di una ce al mio romanzo: la trama è poco sviluppata.
    PurtroppoXD
    Inizialmente ci sono rimasta male perché credevo che la mia storia non avesse niente che non andava. Ho passato qualche giorno a scervellarmi su cosa mancava e visto che niente avviene per caso alla fine ho trovato il tuo blog.
    Con la prima lezione mi hai già aperto gli occhi.
    La mia è una pseudo storia, perché posso spostare tranquillamente gli eventi. Anche se la adoro rimane una pseudo storia, ho capito che ciò che ho messo alla fine avrei dovuto metterlo all’inizio.
    Da sola non ci sarei arrivata 🙂
    Probabilmente ho sbagliato anche perché ho pensato al tutto come a una “trilogia fantasy” e non mi sono concentrata sulla trama del libro primo e bastaXD
    Con l’aiuto delle tue lezioni la trasformerò, facendola diventare la storia che doveva essere fin da subito.
    Grazie mille!
    Seguirò tutto per bene, quindi scriverò gli inizi di altre storie.

    Rispondi
  316. Ciao Bonifacci.
    Della serie “sarà capitato anche a voi” le storie ci vengono guardando qualcuno e fantasticandoci un pò su. Esempio: guardando Cinzia, quarantenne professoressa un pò snob e molto spiritual, vedo che è sposata con uno che la “controlla” ed ha una figlia di dieci anni alla quale sta appiccicata come il velcro. Cinzia guarda tutti gli uomini come se fossero potenziali grandi amori, quasi concupiscente, e tenta disperatamente di ritagliarsi spazi quasi segreti. Come ad esempio la scelta di diventare vegetariana visto che non sopporta più la “carne”.
    Mi intriga ma non riesco a capire dove vuole andare (desiderio) e di cosa ha paura. Sono nei guai? Cosa le può accadere?
    Grazie Fab.

    FABIO: di solito non rispondo a chi mi chiede consigli specifici su come scrivere la propria storia. Ma qua c’è una domanda semplice e ben posta, che mi permette di fare un discorso più generale. Questo: NON E’ NECESSARIO sapere prima cosa desidera e di cosa ha paura. Quelle sono le bussole della tua storia, il tuo nord e il tuo sud, ma non è detto che tu le conosca prima del viaggio. Spesso le scopri durante il viaggio (la scrittura). Solo così, peraltro, viaggiare diventa avventuroso, pericoloso, bello. Se sai già tutto prima è una storia che somiglia a un villaggio all inclusive. Ci si può divertire lo stesso ma non c’è sorpresa, nè avventura.
    Nel caso del tuo personaggio si intuisce a grandi linee quale può essere la sua area di pericolo. E’ legata all’emotività, ai sentimenti, al lasciarsi andare, a un eccesso di controllo, sia subito (dal marito) sia praticato (sulla figlia). E’ molto vaga come indicazione, ma E’ SUFFICIENTE PER ORA. Poi scrivendo la storia vedrai come reagisce il tuo personaggio agli eventi e -osservando-creando le sue reazioni lo conoscerai sempre più a fondo, scoprendo la sua bussola interiore (sua del del personaggio che prende vita nella storia, non della persona reale che ti ha dato l’ispirazione).

    L’importante ora è farlo muovere, cominciare a fargli capitare qualche cosa. Ma cosa? Deve essere qualcosa che lo mette in difficoltà, che gli fa iniziare un cammino che lo conduce verso la sua area di pericolo. Non è difficile, visto quello che già sai.
    Puoi creare un grande evento, o un piccolo fatto, che avvierà l’azione creando lentamente un effetto slavina.
    Supponiamo che scegli questa seconda strada, vediamo qualche esempio (IMPORTANTE: non ti dirò le cose giuste da fare, solo i primi esempi che mi vengono in mente, le cose giuste le devi scegliere tu). Se è una commedia, puoi ad esempio creare un pasticcio del provveditorato che confonde due domande e la manda a insegnare nella scuola del carcere minorile, tra giovani delinquentelli: loro sono zero spriitual, si abboffano di carne, e non si fanno minimamente tenere sotto controllo.
    Come reagisce la prof sipitual, vegetariana che tiene tutto sotto controllo? Cosa fa? Come va in crisi e con quali ripercussione nel resto della sua vita, e nei rapporti familiari?
    Senti che la storia già è partita? Poi dalla reazione di lei (che tu inventerai) nascerà un’altra conseguenza, a cui lei reagirà, eccetera. L’importante è che tieni la storia sui binari di quell’area di pericolo, che all’inizio viene colta in modo generico, come una immagine sfocata nella nebbia, e che via via si metterà sempre più a fuoco.

    E’ solo un’ipotesi, il fatto che mette in moto la storia può essere un altro. Può scoprire un segreto impensabile del marito, può saltar fuori in modo shockante qualcosa sulla figlia. O altre mille cose. Devi sentire tu, a naso, quale suona più giusta in base all’intuzione che hai al momento sul personaggio.
    Ma il concetto che volevo chiarire è questo. Non è necessario che tu sappia già adesso cosa desidera e di cosa ha paura. basta che tu abbia una intuizione su qual è la sua area di pericolo. Poi fai accadere un fatto che mette in moto una storia che ti permetta di scoprire insieme al personaggio le sue paure e i suoi desideri, e tutto il resto di cui è fatto.

    Rispondi
  317. Ciao. Se non fosse per quella piccola incomprensione fra me e la password andrebbe benone. Qualcuno mi da una mano prima che mi metta a urlare davanti al computer che se ne infischia xchè essere inanimato e vagamente stronzo?
    Comunque grazie Bonifacci. Credo che Cinzia, vegetariana un pò snob e molto spiritual che tenta di scappare da suo marito che ancora mangia carne riceverà una lettera dai toni garbati, forbiti ma intensi (se po fà!) che la informa che Erminio, appunto suo marito, l’ha tradita tempo fa con un uomo. Chissà se si sentirà ancora così sicura di sè.
    P.s.: la mia area di pericolo è la password!! Non riesco a vedere la 4 e la 5. Posso urlare adesso?
    Passo!!

    FABIO: Sei veramente simpatica. Per chi ha letto il corso, la battuta “la mia area di pericolo è la password” è molto efficace! Anche l’idea sul personaggio della prof non è male

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  318. Ciao Bonifacci.
    Non vorrai mica dirmi che per un ipotetico personaggio che prende ispirazione da me il confronto con la tecnologia è “personale”? La tecnologia è sinonimo di gioventù e quindi questa, poniamo il caso, quarantacinquenne si imbarca in una vera e propria sfida con se stessa comprandosi un pc, relativa chiavetta etc. E se poi da fossile del cretaceo diventasse quasi una hacker? (si scrive così?). Magari scopre il modo di “entrare” in qualche banca. E’ normale entrare nel casino facendo ‘sto esercizio proposto dall’emerita scuola guida “Bonifacci”. Ciao Fab

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  319. Anch’io ho problemi da mesi con la password. Seguo le indicazioni per riceverne una nuova ma non viene inviata anche se mi viene indicato di controllare la posta. Ho fatto molto tentativi.

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  320. Una storia vera, magari autobiografica leggermente romanzata, è credibile?
    E’ una buona storia comunque vada o può aver bisogno di ritocchi oppure è sempre una cattiva storia?
    Perchè mi chiedo: per quale motivo cercare una storia banale, assurda, quando a te stesso è capitato di tutto, tipo una scazzottata davanti ad un supermercato con tre naziskin per difendere un barbone di origine slava, e a seguito di quel fatto hai conosciuto una splendida donna ed è nata una storia d’amore?ciaociao

    FABIO: una buona storia è una buona storia per le sue ragioni intrinseche che -per quanto possibile- stiamo cercando di spiegare nel corso. Il fatto che sia vera, inventata, credibile, realistica o fantastica, è secondario. Sulla domanda: perchè inventare storie se ti è capitato di tutti, risponderei con un’altra domanda: “perchè anzichè andare al cinema o leggere un libro la gente non va al bar ad ascoltare le storie capitate davvero agli altri?”

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  321. Fantastiche queste pagine! E’ da anni che scrivo, o meglio che provo a scrivere, e solo questo inizio di corso ha sottolineato un’altra volta quello a cui ogni tanto pensavo! Il difficile è rispettare queste buone regole e perdersi ugualmente con tutta l’immaginazione nella storia; una volta che però all’inizio i personaggi sono ben strutturati forse è vero che più si va avanti con l’intreccio degli eventi e meno difficoltà si hanno ad immedesimarsi nei tratti di ognuno di loro!
    Adesso che ho scoperto queste pagine spero di riuscirne a fare tesoro! Scrivere, in fondo, io lo vedo come una professione: non esistono i geni, nè nella scrittura nè nel lavoro. Ogni cosa succede man mano che si acquisisce esperienza; come un falegname che dopo trent’anni trova naturale e privo di difficoltà il lavoro che deve svolgere.
    Perciò grazie di aver messo a disposizione questo corso!

    FABIO: Concordo, è il lavoro che crea la bravura. Poi certo, esiste anche il talento ma uno che se ne intendeva diceva “il genio è mettersi tutti i giorni a tavolino alla stessa ora”

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  322. Se solo ci fossere più persone dedite al lavoro ed all’insegnamento come te il sistema e la società sarebbero migliori. Grazie per il tuo aiuto GRATUITO(e lo sottolinerei) ed efficace!! Domani mi metterò subito al lavoro per gli esercizi, è un impegno che ormai mi sono preso ed intendo mantenerlo!

    FABIO: Che dire? Faccio il corso per ricevere mail come questa. E’ un piacere impagabile, vale molto di più di qualsiasi retta potreste mai versare. Grazie

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  323. Fantastico! Ho letto la prima lezione tutta d’un fiato! Il problema è che io sono un tecnico e devo scrivere un libro su un noiosissimo argomento commerciale. Non so se ringraziarti, mi metti delle idee in testa…
    Un momento. Questo potrebbe essere l’inizio di una storia: c’è il problema della scelta, c’è il desiderio e c’è pure l’area di pericolo (eccome se c’è!). Allora devo proprio ringraziarti (per ora).

    FABIO: ok ma non fare confusione. Decidi se vuoi scrivere un libro tecnico, oppure un romanzo su uno che deve scrivere un libro tecnico. Certo si potrebbe anche tentare la via di mezzo: un libro tecnico scritto sotto forma di romanzo su uno che deve fare un libro tecnico. Sarebbe innovativo, e rischioso. Dipende anche da quale è il tema tecnico che devi trattare

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  324. Queste pagine sono un aiuto utilissimo,almeno per me.Grazie per il tempo che hai dedicato alla stesura di questo corso,non molte persone lo avrebbero fatto senza un tornaconto personale.Tra l’altro è scritto davvero bene, in modo chiaro ed esaustivo. Grazie grazie grazie!

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  325. Fabio, scusa la domanda specifica ma non trovo.
    Come si rende in termine tecnico quando vuoi far apparire un’immagine, un avvenimento di rilievo tra una scena e l’altra, ad esempio la pubblicazione di una notizia importante su un giornale, che é collegata al resto degli evvenimenti ma rimane comunque “a sé”.
    Tipo un flash, tipo “edizione straordinariaaaaa” …
    Solo per curiosità, ciao.

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  326. Ho letto ed apprezzato moltissimo la prima lezione. Sono nonna di 5 nipotini di età compresa tra gli 8 anni ed i 7 mesi e per loro ho cominciato a scrivere delle storielle.

    FABIO: Che meraviglia!!!!! Sono fiero di averla come corsista!

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  327. scrivere storie dovrebbe essere come percorrere il fiume ininterrotto dei nostri pensieri ,bisogni, crisi e paure nel realizzare qualcosa :e proprio
    come i Personaggi confrontarci con qualcosa che sia quasi “pericoloso” realizzare..e dai sogni che compensano difficoltà e frustrazioni riuscire
    ad averne forza per progettare idee e nuovi percorsi …Come la fantasia,come le storie e gli inizi di trame…
    E’ così che pensiamo e viviamo:ma anche scriviamo storie?!Oppure -caro Fabio- ho capito fischi per fiaschi?!

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  328. Mi associo anch’io al commento di Marta.
    Grazie per aver scritto questo corso. E’da tempo che cercavo in rete consigli così utili.
    Tempo fa, ho seguito un laboratorio di scrittura e a parte acluni concetti basilari sul discorso diretto e indiretto, prima o terza persona ho imparato poco altro.
    Attenderò con ansia le nuove lezioni…
    A proposito, se posso permettermi, come sei messo?
    Un caro saluto…

    FABIO: Ho appena risposto alla stessa domanda in un commento alla lezione 5. Non mi sono affatto stufato del corso, per niente. E’ solo che ho veramente tanto lavoro. Anzi, mi scuso per il ritardo, ci tengo a questo corso, ti assicuro che prima o poi recupero alla grande.

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  329. Complimenti, ho navigato un po’ per il web in cerca di qualche consiglio utile su come costruire una storia e ho letto molti articoli senza trovare ciò che cercavo (a dire la verità non ho trovato proprio niente se non una serie noiosissima di parole). Il tuo articolo invece mi ha entusiasmato e non poco.
    P.S. Ho 18 anni e sto su internet da quando ne avevo più o meno 8, questa è la prima volta che lascio un commento felice di ricevere la newsletter, non pensavo sarebbe mai arrivato questo giorno xD.

    FABIO: Che dire? Ho iniziato a fare questo corso sperando di ricevere un giorno commenti così. In bocca al lupo a te e tutti i giovanissimi che passano di qua.

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  330. Complimenti per l’iniziativa, graze davvero. Condividiamo lo stesso spirito di condivisione della conoscenza. E ora ti ritrovi con un corsista virtuale in più, volente o nolente!

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  331. Ciao Fabio,
    Napoletano di 56 anni, sono autore, attore e regista teatrale, ho scritto diverse commedie tutte in dialetto napoletano, ed hanno riscosso un ottimo successo. Non mi sono mai cimentato in un copione cinematografico, ma l’idea mi alletta. Ho trovato nel tuo corso, di cui mi complimento, non solo interessante ma anche molto istruttivo, e da cui mi sono accorto di alcune mie lacune.
    Non so ancora quale siano le differenze tra un copione per il teatro e quello per il cinema, ma ci posso provare. Sai una cosa? Quando si scrive una storia, prima di tutto deve divertire a te stesso ed è questo l’importante:divertirsi. Poi se vengono accettate bene se no pazienza.
    Seguirò il tuo corso, e….. BRAVO

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  332. Telegraficamente. Grazie.

    Meno telegraficamente.
    Peccato non essere portato per la scrittura, nella vita avrei voluto essere più bravo in molte cose. Ma non si può. Sicuramente è tutta colpa mia.
    Non sono uno scrittore, non ho mai scritto nulla, sono il tipico ragazzo della new PC generation, ma amo il profumo della carta e dell’inchiostro e mi interesso di tutte le cose belle, e scrivere è una di queste. Quindi ho letto solo per nutrirmi.
    Le tue lezioni per me sono state cinque magnifiche storie, ora sono più nutrito e più ricco!

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  333. Bhè,mi associo all’insieme delle tante persone che ti ringraziano, ed io nel mio piccolo, farò di questo corso, l’inizio di un sogno da mettere in un cassetto sempre aperto.
    Grazie allora per aver scritto, prima con il tuo generoso cuore e poi con la mente esperta di scrittore, questo corso.Spero di trarne le basi, per poter liberare la vena artistica, che credo fermamente riposi in ognuno di noi.Ancora un grazie,di quelli veri.

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  334. Ho scoperto queste lezioni grazie a mia mamma, dato che dove abito non ci sono corsi di questo genere.
    Devo dire che sono davvero utili e le preferirei a un corso vero e proprio, perchè sono tutte da seguire dal pc.
    Poi ho davvero bisogno una mano per imparare a migliorare la scrittura.
    (Ho quattordici anni.)

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  335. che dire? intanto, grazie. per la semplicità, il non ricorso a gerghi tecnici, l’assenza di sussiego da “professionista della scrittura”, la molta vita e pratica che traspare dal tuo insegnar raccontando…

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  336. oh capperi!
    un lavoro egregio, davvero.
    Fabio ti faccio i miei complimenti e ti ringrazio tantissimo per quello che hai pubblicato. Per me, e credo per molti altri, è molto, molto utile.
    finalmente qualcosa di utile in giro per il web.
    qua la mano

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  337. grazie grazie grazie!!!!! …sono un’assidua lettrice ma un po’ timida nello scrivere, non sapendo nemmeno come iniziare…!!!

    …Che ne direbbe di una coppia innamorata ma annoiata proprio dal suo candido amore che riesce and andare avanti dalle singole trasgressioni di ognuno dei due. Ma un giorno succede qualcosa di inaspettato e paradossale…..

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  338. Ciao Fabio, ti ringrazio infinitamente per questo illuminante corso di scrittura più unico che raro, tocchi punti davvero profondi della tecnica narrativa! Volevo farti una domanda riguardo al primo esercizio, quello dello scrivere vari inizi di storie. Una volta creato il personaggio con il suo desiderio, la sua paura e la sua area di pericolo mi viene più che altro da creare una serie di brevi eventi a catena e continuare così per 2-3 pagine, lo trovo però snervante, mi chiedo se è forse quello che intendi?. O forse l’inizio che intendi tu è più simile all’inizio di un soggetto? Ho scaricato quello di Amore, Bugie & Calcetto sperando che sia la strada giusta.
    Attendo una conferma e ti ringrazio nuovamente per questo corso!
    Trive

    FABIO: Sì intendevo esattamente quello che tu trovi snervante (più che il soggetto di “ABC” che è un po’ “furbo”, serviva a vendere l’idea ma non succedevano tante cose).
    Credo che allenarsi a buttare giù inizi di storie sia una palestra molto utile. Poi se uno lo fa spesso, prima o poi ne trova una che gli fa dire “E’ lei!”

    Rispondi
  339. Ciao Fabio,

    dopo molti anni di studio della letteratura antica, italiana, straniera, moderna e contemporanea.. finalmente mi è tornata la spinta a creare qualcosa di mio.
    Prima del liceo classico scrivevo tantissimo e in modo appassionato, poi purtroppo il dover leggere e imparare capolavori scritti da altri mi ha fatto perdere la fiducia nelle mie capacità. e’ un peccato che la scuola non insegni a valorizzare le proprie risorse!
    Quindi eccomi qua.. pronta a fare un tentativo seguendo i tuoi consigli!
    Complimenti per le risorse gratuite che metti a disposizione di noi aspiranti scrittori.. menomale che c’è qualcuno come te!

    Rispondi
  340. Eh cazzarola, bello! Mi è piaciuta la prima lezione, adesso mi metto subito a scrivere 10 inizi di storie. Hai visto mai che imparo a scrivere pure io? Grazie, grazie e ancora grazie!!!

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  341. Sono capitata su questo sito a partire da una ricerca su google: cercavo “corsi di scrittura creativa”. Ho scritto queste due parole con un po’ di vergogna, come se stessi cercando “corsi di sesso” o “corsi per imparare a mangiare”. Sono da sempre convinta, infatti, che lo scrivere sia qualcosa che dovrebbe venire naturale (così come il sesso e la voglia di cibarsi)e non sottostare a regole che omologherebbero il potenziale innovativo e inaugurale di ogni nuova idea. Sono da sempre convinta che non sia possibile insegnare il talento. Credo anche che nessuno dei miei scrittori preferiti, da Raymond Carver ad Agota Kristoff, da Doris Lessing a R.M.Pirsig, abbia avuto bisogno di un corso di scrittura creativa per scrivere ciò che ha scritto. E allora cercare “corsi di scrittura creativa” è per me un po’ la dichiarazione di un fallimento: se ho bisogno di regole, di aiuto, significa che mi manca quel “je ne sais quoi” che rende uno scrittore tale. Poi ho iniziato a leggere la lezione uno. La cosa fantastica è che dopo poche righe già ho potuto riconoscere alcuni errori di cui si parla. Errori che da sempre commetto, e che non avevo mai capito essere tali, ma che mi rendevano infatti frustrata e infelice. Semplicemente questo mi ha convinto della bontà del corso. E ho capito che genio o non genio quello che mi interessa è scrivere, e queste parole possono aiutarmi a farlo. Grazie!!!!

    FABIO: Grazie del commento e dei complimenti. Comunque anche alcuni dei tuoi scrittori preferito hanno fatto i corsi di scrittura. Ad esempio Raymond Carver, che addrittura firma la prefazione del libro scritto dal suo insegnante di scrittura creativa, ringraziandolo per tutto quello che ha imparato da lui (l’insegnante si chiama John Gardner, e il suo libro, tra l’altro, è molto bello). In bocca al lupo, e buona scrittura

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  342. Ciao e complimenti per il suo lavoro. Davvero!
    Sto leggendo con davvero tanto gusto e tanto piacere le tue lezioni. Effettivamente scrivere è un lavoro duro!
    Il mio grande dubbio nello scrivere è sempre stato questo: reputo giusto e quasi obbligatorio scrivere e raccontare storie, ma scriverle raccontando cose giuste, cose sensate e non inventate. Mi spiego meglio: se voglio scrivere la storia di un uomo di 40 anni che lavora in ufficio a New York (esagero per fare l’esempio) mi troverei in grosse difficoltà dato che io ho 25 anni e lavoro come operaio in provincia di Milano e non so niente di lavoro di ufficio, niente della vita di un 40enne e niente di New York. Quindi sono “costretto” a scrivere la storia di un ragazzo di 25 anni (dei quali conosco abitudini e stili di vita), di operai e di luoghi che conosco. Per questo mi viene da pensare che (oltre alla capacità di scrivere e gli studi in merito) una bella storia interessante e originale la possa scrivere chi ha avuto una bella vita, una brutta vita, una vita piena di viaggi e soprattutto piena di conoscenze che possano fare in modo di scrivere un racconto o un romanzo su un lavoro, un luogo esotico o un modo di pensare.
    Altrimenti un ragazzo “normale” non credo possa sfornare nessun tipo di storia non sentita già mille volte: un viaggio in spagna, la conoscenza di una ragazza, la ragazza che abita a londra, il protagonista che va a londra, ecc ecc.
    Non so perchè ho scritto tutto questo, forse per sentirmi dire che non è vero, o forse per sentirmi dire che ho ragione e quindi non fantasticare troppo sull’idea di scrivere una bella storia.
    Grazie e complimenti ancora per il suo lavoro!

    FABIO: Il tuo commento dimostra una grande consapevolezza di un problema fondamentale. La scrittura ha bisogno di verità e di realtà, le sono necessarie come il lievito nel pane. Tuttavia le realtà che possiamo conoscere nella vita sono limitate. Quindi che fare?
    Ci si può costruire un’esistenza avventurosa e vedere tutto il mondo per poi poter scrivere qualcosa di originale e potente. E’ lo stile Hemingway che però, per noi comuni mortali, rischia di essere un po’ dispersivo. E poi non è adatto a tutti anche perchè, banalmente, chi vive avventure in prima persona spesso perde un po’ la voglia di scriverle. Salgari diceva che la scrittura si nutre non di conoscenza ma di desiderio di conoscenza.
    Questa è appunto un’altra strada: vivere una vita normale e inventare cose mai viste. Salgari scriveva romanzi ambientati in Malesia senza averla mai vista. Però questo stile va bene per un certo tipo di letteratura, più di intrattenimento. La mancanza di verità si sente.
    Esiste infine una terza strada, in parte più artigianale e modesta, che si riassume in una parola: studiare. Studiare la realtà che si vuole descrivere, entrarci dentro, sperimentarla, parlare con chi la vive, e poi infine scriverne. Un esempio è Martin Cruz Smith che anni fa scrisse un giallo ambientato a Mosca (Gorky Park). L’autore a Mosca non c’era mai stato, tuttavia quel libro fu salutato come uno dei migliori ritratti della società sovietica dell’epoca. Come aveva fatto? Semplice: aveva studiato. Per non parlare del Manzoni e del suo lavoro certosino durato 27 anni.
    Nel mio piccolo, lo faccio sempre anch’io. Per scrivere “Si Può Fare” ho frequentato per qualche mese un centro di salute mentale, e parlato con decine di persone che lavoravano in cooperative sociali come quella raccontata nel film. E’ un metodo che uso sempre: anche se scrivo in una commedia, se ho in scena un pizzaiolo egiziano o un camionista, almeno un giorno in una pizzeria egiziana o su un camion, me lo faccio. E se è il protagonista, ne faccio molti di più.
    Studiare le realtà umane fra l’altro è molto bello, è uno dei motivi per cui vale la pena scrivere. All’inizio si hanno un sacco di timidezze, si ha paura di chiedere. Però, se ti butti, scopri che la frase “vorrei conoscere il tuo mondo per un romanzo che sto scrivendo” ha il potere di spalancare mille porte. Una curiosità autentica paga, il 90% delle persone si apre, ti racconta, ti fa vedere.

    Ecco quindi quella che, per chi non è incline a una vita avventurosa, può essere una buona chiave per scrivere: un occhio attento alla realtà per individuare le possibili storie, e poi, quando si trova quella giusta, la capacità di studiare l’ambiente di cui si vuole parlare, com umiltà, curiosità, interesse.
    Infine un consiglio: all’inizio, quando si comincia, è meglio non distanziarsi tantissimo dagli ambienti che si conosce meglio. La verità della scrittura è una sorta di distillato, come la grappa. Finchè non abbiamo imparato a distillare bene, meglio non andare troppo lontano dai mondi che conosciamo meglio.

    Infine, non dimenticare mai che la fonte più preziosa siamo noi: le nostre emozioni, quel “cuore” che abbiamo e che contiene in potenza tutti i sentimenti umani. La rabbia furente che proviamo quando abbiamo fretta e qualcuno ci ruba il parcheggio può diventare, se osservata in profondità, la base di una splendida descrizione del misterioso “raptus omicida” di cui si parla tanto nei dibattiti tivù :).
    Insomma, una accurata conoscenza del mondo che si descrive è fondamentale ma la maggior parte della verità emotiva che possiamo mettere nella scrittura è facilmente reperibile: sta dentro di noi.
    Per questo, e concludo, Rodinì diceva “per scrivere una grande opera serve un avventuriero che resti a casa”.

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  343. Iniziativa molto bella! Ultimamente ho incontrato una ragazza di 22 anni con una voce stupenda e mi ha chiesto di scrivere alcune canzoni per lei. Mi piacerebbe portarla a teatro come “personaggio vero” perciò sto cercando di scrivere, oltre alle canzoni, una breve recita. Avrei bisogno di tanti consigli e delle persone giuste per realizzare questo progetto.
    Grazie.

    Giovannina

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  344. Scrivere parole è stato espressione delle mie “paure”e dei miei “desideri” nel corso del tempo. Come una voce che modula l’emissione dei suoni, così ho scritto in stagioni diverse, istante dopo istante.
    E come un esteta alla ricerca del bello, altrettanto io alla ricerca della parola: il fascino che emana, il suono che produce, le sensazioni che evoca.
    Chiedendomi cosa fosse la scrittura creativa e nel contempo pensando agli esperimenti letterari dei futuristi, alla libertà delle parole, alle parole che si inseguono sul foglio bianco come fossero pensieri senza punti né virgole, ho cominciato a cercare e per questo sono qui.
    Scopro te e il tuo pensiero frutto di tanto e tutto e non posso non scrivere la mia sensazione: mano nella mano accompagni e sveli.
    Grazie

    Rispondi
  345. Ciao Fabio, ho letto la prima lezione e sono molto interessato a continuare. Ho due domande da completo principiante: 1) Per “inizi di storie” intendi delle brevi recensioni delle storie che mi sono venute in mente o solo l’inizio vero e proprio? 2) Quando parli di “cartelle” intendi pagine? Scusa per la banalità, ma al momento ho bisogno di sapere queste cose. grazie
    Massimo
    FABIO: Intendo l’inizio vero e proprio. E le cartelle sì, sono le pagine

    Rispondi
  346. Interessante, piacevole da leggere, pratico e, soprattutto, utile. Dopo la prima lezione ho già capito i punti deboli del testo a cui sto lavorando. E anche quelli forti…
    Grazie!

    Rispondi
  347. Ora capisco perchè non ho mai conservato niente di quello che ho scritto; non contenevano la tecnica della narrazione!! C’erano tutti gli ingredienti “commestibili” a mio parere e mescolati a formare un “apparente buon panettone” che una volta assaggiato però, era solo da buttar via, perchè senza sapore; così, una volta terminato di scrivere e l’andavo a rileggere, l’unica cosa da fare era solo strappare e cestinare. Da giudice di me stesso però, capivo che avendo la capacità di mettere tre parole una dietro l’altra a cui dare anche un senso mi meritavo una chance, per cui curiosando in internet ho avuto la possibilità di incrociarti e ne sono contento. Non avevo mai sentito parlare di scrittura creativa, se non da Enzo de Caro (uno del famoso trio La Smorfia) che insegna questa disciplina credo alla Federico Secondo di Napoli; tutti abbiamo dentro le parole ma abbiamo bisogno di regole per creare. Quindi ti ringrazio Fabio per la disponibilità e leggerò con attenzione le successive lezioni; personalmente mi riterrò soddisfatto se mi aiuterai a non strappare più quello che scriverò; vorrei un giorno lasciare a mia figlia, il racconto di quella parte di papà che ogn’uno di noi ha dentro e che per ruolo, timidezza, educazione e chi più ne ha ne metta, non ha voluto o potuto far venir fuori. Oggi da vecchio posso dire che se avessi avuto da mio padre un regalo del genere, sarei sicuramente più completo. Grazie maestro….ad maiora

    Rispondi
  348. Ho letto,con grande stupore,la prima lezione perchè non riuscivo a credere che un corso gratuito fosse così interessante. FINALMENTE!!!

    FABIO: Grazie, questo commento coglie uno dei miei obiettivi segreti. Combattere il diffuso pregiudizio che “se è gratis, è scadente”. E’ un concetto che trovo terrificante. Tutte le cose migliori sono gratis, la vita stessa, in fondo, è gratis. Visto che viviamo di pregiudizi, io ne ho scelto uno contrario: attento a tutto quel che si paga, rischia di essere scadente 🙂

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  349. Arrivato qui, ora, ho solo una domanda che mi gira nella testa: è l’inizio di qualcosa per me?
    Vediamo la trama delle vita cosa scrive.

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  350. Fabio, splendido. Quando scriverò il mio best seller ti citerò nei ringraziamenti, per secondo. Il primo posto è già prenotato, sai, ne va del mio quieto vivere. Grazie 🙂

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  351. Ciao Fabio! Intanto inizio col ringraziarti di cuore per il tuo splendido e magnifico e gratuito corso di scrittura creativa, scrittura creativa, scrittura creativa e chi più ne ha piàù ne metta di scrittura creativa 😉
    Comunque sono rimasta veramente di ghiaccio quando ho cliccato la “LEZIONE 4” e mi ha dato: “ERROR forse la pagina che cerca non esiste più” O_O …………………………… COSA?! Non potrò mai leggere la lezione 4 e la 5?!! questo mi rattristerebbe moltissimo e beh calcolando che hai scritto la prima lezione nel 2009 e ora siamo al 2012 ho paura di essere arrivata troppo tardi 🙁
    Ti ringrazierei tanto se potessi darmi una risposta/soluzione e grazie ancora per il tuo regalo (non è da tutti)
    Att.
    Jessica

    Rispondi
  352. Ti ringrazio molto Fabio per questo fantastico, meraviglioso,illuminante gratuito corso di scrittura creativa, un corso di scrittura creativa che come questo corso di scrittura crativa non si è mai visto un altro corso di scrittura creativa (ho esagerato un pò) ;).. Sei stato molto generoso nell’ averci fatto questo regalo! Si sente quando c’è passione per quello che si fa e tu sei riuscito non solo a trasmettermela ma anche a ispirarmi! Voglio seguire il tuo esempio di determinazione e passione 😉
    grazie
    Jessica

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  353. scusa ho una domanda probabilmente stupidissima: si passa alla lezione 2 solo dopo aver completato il primo esercizio oppure la lezione 2 può aiutarci a lavorare sugli inizi di storie preposti? Grazie 🙂

    FABIO: Meglio fare prima gli esercizi della 1, senza pretese, così come vengono. Poi passare alla 2

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  354. CIAO FABIO, INNANZITUTTO COMPLIMENTI PER LA TUA SCELTA “CORAGGIOSA”, MA SOPRATTUTTO GENEROSA DI CREARE UN CORSO ONLINE GRATUITO… CONOSCO DIVERSI SCENEGGIATORI CHE CON IL CAVOLO CHE FAREBBERO CIO’… INOLTRE AGGIUNGO ANCHE I COMPLIMENTI PER IL TUO LAVORO!!!
    MI OCCUPO DI SCRITTUA DA QUALCHE ANNO, MA STO SEEGUENDO CON PIACERE E GRANDE INTERESSE IL TUO CORSO ONLINE (FATTO SOLO LA PRIMA LEZIONE) PERCHE’ SONO DELL’IDEA CHE NELLA VITA C’E’ SEMPRE DA IMPARARE… E SOPRATTUTTO SONO UNA PERSONA CHE TENDE A MIGLIORARSI, QUANTO MENO CI PROVA. QUINDI GRAZIE… SONO ALLE PRESE CON LA STESURA DI UN SOGGETTO PER UNA COMMEDIA… ED E’ LA PRIMA VOLTA, SINCERAMENTE SONO PIU’ PORTATA A FAR PIANGERE I LETTORI O I TELESPETTATORI CHE A FARLI RIDERE… ANCHE PERCHE’, DICIAMOCELO FRANCAMENTE, LA PRIMA COSA E’ PIU’ SEMPLICE DA STRUTTURARE, DA SVILUPPARE… MA ORA VOGLIO CIMENTARMI IN UNA COSA DIVERSA… VOGLIO RIDERE E FAR RIDERE. UN SALUTO E ANCORA COMPLIMENTI!!!

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  355. Ciao Fabio, finalmente dopo mesi e mesi riesco a leggere la tua prima lezione del mio primo corso di scrittura! Sono felicissima ed entusiasta (si nota eh?). Non avevo aspettativa alcuna, solo ottime referenze su di te. La prima lezione mi ha fatto capire che non sempre tutte le mie storie si sono snodate attorno ad un desiderio/paura/pericolo. In anni passati ero molto più istintiva, non assaporavo la storia, era un lampo che sfogavo e via. Ero una di quelle che beveva tanto vino senza scegliere quello più di suo gusto, senza assaporarlo né degustarlo. Il tempo aiuta e il confronto pure, quindi sono diventata una “tramista” molto rompiscatole. Ma visto che occorre pratica e che non è mai abbastanza quella che faccio, l’esercizio 1 devo assolutamente farlo ora (anche perché è qualche mese che 2 o 3 storie mi ronzano per la testa e non le ho ancora buttate giù, ecco l’occasione giusta).
    Ho letto alcuni tue risposte ai commenti e li ho trovati altrettanto illuminanti, soprattutto quella a ciccio-cochi. Devi sapere che scrivo da quasi 20 anni. E da altrettanto tempo ho sempre pensato che sarei emersa come autrice a tarda età, perché mi sembrava di sapere sempre così poco della vita e che le trame che potevo raccontare, fossero sempre banali. Negli ultimissimi anni mi sono resa conto che era anche una scusa questo mio posticipare una possibile carriera artistica, e così mi sono “buttata” nella mischia (ho oltrepassato la mia area di pericolo). Il mio secondo lavoro è ascoltare, leggere,osservare, annusare tutto quello che ogni giorno mi accade e mi sta attorno. Obbligo i miei amici a raccontarmi aneddoti per conoscere paure e desideri diversi dai miei, faccio scorta di vita! Ho tre quaderni di appunti che faccio macerare tra loro e poi ogni tot vado a vedere quale trama è fermentata meglio. Sono consapevole che per scrivere di certi temi è obbligatorio studiare. Ma tu mi hai illuminata dicendo che posso pure chiedere di seguire in prima persona la vita per es. di un infermiere o di un taxista. Mi hai aperto un mondo di nuove opportunità-
    Fabio, capitano o mio capitano, ora faccio l’es. 1 e poi ci “vediamo” per la seconda lezione.
    Ciao ciao

    FABIO: Che bel commento, sono quasi commosso. Quindi taccio…

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  356. Adoro internet..quando da una semplice ricerca ti apre pagine come questa!! non è facile trovare proprio quello che si stava cercando…o di cui si aveva bisogno! complimenti e…grazie!;)

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  357. Ciao Fabio, ti ringrazio per la qualità e la chiarezza di questo lavoro.
    A scuola ero uno di quelli da 6– di Italiano, quindi non credo che sarò mai un grande scrittore, però amo esprimere ciò che sento con la musica e il disegno. Ora, grazie a te, sento di poter migliorare anche nella scrittura.
    Grazie anche per avermi fatto comprendere come superare il semplice evento da raccontare per costruire qualcosa di più profondo e vero.

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  358. Seppur con le sue differenze, mi sento un po’ vicino al tormentato eroe della tua storia. E anche a me è sorta decisa la domanda “che scelta farà?”

    Magari dalla mia vita reale mi darò spunto per la prosecuzione!

    A tal proposito ho una domanda: le persone incontrate, i luoghi visti possono fungere da personaggi e ambientazione per le nostre storie? In che modo dobbiamo rapportarci con queste conoscenze personali (mutarle, riportarle fedelmente)?

    Grazie e saluti!

    Rispondi
  359. Il tuo lavoro, la tua saggezza a disposizione della nostra fame di fama. I nostri sogni sono ben chiusi in chissà quale cassetto chiuso nella nostra vita, ma è bello che qualcuno, ogni tanto , decida di provare a darti le chiavi per tentare di aprirlo. Non è facile, la vita è un’altra cosa. C’è il mutuo da pagare,i figli che crescono….ma grazie a iniziative come queste,possiamo tentare di mettere ordine ai nostri scritti e vedere se con questo bellissimo mestiere ci può essere una strada nascosta che ancora non abbiamo percorso. Grazie e scusa la lunghezza.

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  360. Buongiorno Fabio, mi unisco a tutti i complimenti, meritati, che hai ricevuto, sia per l’iniziativa sia per la qualità dei contenuti espressi. La domanda che vorrei porti, per quanto possa sembrare retorica, è:”come si riesce a diventare scrittore/sceneggiatore?”. Non fraintendere, non voglio sapere come tu sei riuscito a scrivere per il cinema, né probabilmente voglio una risposta, ma capire in generale se c’è una strada da percorrere. Provo a spiegarmi meglio, nel corso della mia vita ho letto/visto (come tutti) molte opere: film, romanzi, racconti, fumetti, serie TV, videogiochi, cartoni animati. In tutte queste categorie c’è una forte componente legata alla scrittura, ma non tutte queste opere sono dei capolavori, anzi probabilmente neanche il 50% percento risulta decente. Questa percentuale puramente casuale non è solo un mio giudizio sul lavoro di altri, ma un insieme di sensazioni personali legate anche a dati di vendita o di ascolti/visioni. Specifico questa cosa, perché quando ragiono ad alta voce, qualcuno mi ha detto che se un’opera non mi piace non significa niente magari non la capisco (cosa assolutamente possibile), o magari è commerciale; invece no, in quel 50% ci sono opere brutte che non si vendono neanche per sbaglio. Inoltre queste mie considerazioni tengono solo conto di opere che pensano di essere belle, non di quelle fatte per sfruttare una moda del momento.
    Da qualche parte hai scritto che un tempo leggevi i lavori che aspiranti scrittori ti mandavano e che a volte rispondevi pure, la mia domanda reale è: veramente queste opere erano più brutte o lacunose della media di produzioni cinematografiche/letterarie che regolarmente sono messe in vendita?
    In un libro autobiografico Stephen King scrive che una cosa comune in molti aspiranti autori è, dopo aver letto un libro di avere due stati d’animi contrapposti: non riuscirò mai a scrivere un’opera del genere; se ci è riuscito pure lui ce la posso fare anch’io. A me pare che fin troppe volte il sentimento comune sia il secondo.
    Magari, alla fine, sono io che sbaglio nel giudicare male una gran parte delle produzioni e quindi questo mio commento risulterà inutile, ma almeno ho scritto di qualcosa, quindi va bene così.

    A presto
    Ivan

    Rispondi
  361. Folgorante. Grazie di cuore.

    FABIO: Faccio copia e incolla da sopra. Grazie a te! “Folgorante” è di sicuro esagerato ma gratifica tanto! 🙂

    Rispondi
  362. Finalmente ho letto sull’argomento qualcosa di sensato e nel mare magnum della rete è una rarità… rara! Complimenti e grazie

    Rispondi
  363. Grazie per questa illuminante lezione. Ho appena terminato i miei dieci inizi, e ci ho impiegato un po’ di tempo. Qualche storia funziona, qualcun’altra no. Ma potrebbe essere messa da parte solo temporaneamente. Grazie davvero!

    FABIO: Oh, grazie a te! “Illuminante” è di sicuro esagerato ma gratifica tanto! 🙂

    Rispondi
  364. Grazie, grazie, grazie! Quando mi vedrai a ritirare il mio primo premio Strega sappi che sarà anche merito tuo! Scherzi a parte, scrivi molto bene, tutto molto comprensibile e sapere che lo hai fatto gratuitamente per aiutare tanti apprendisti scrittori come noi, è davvero lodevole. Un grato saluto, stefania.

    Rispondi
  365. Ciao Fabio, questo corso è davvero un dono, perché arriva proprio nel momento giusto,ovvero quando stavo per mollare. Le cose che ho da dirti sono talmente tante che alla fine ti ho scritto una mail. Ma il mio grazie voglio scriverlo anche qui: è molto raro in questo Paese, e tanto più in questo momento, trovare qualcuno che doni la propria conoscenza, esperienza e professionalità per il puro piacere di farlo. Chapeau!

    Rispondi
  366. Ecco, non ho più scuse. La mia zona di pericolo ha trovato me. Da mesi leggevo di corsi di scrittura, ma mi salvava la mancanza di tempo, il denaro e tante altre scuse talmente ben confezionate da sembrare quasi nuove (e invece le uso per un mucchio di altre cose).
    Non ho ancora deciso se ringraziarti oppure no. Ma con la scusa delle vacanze, magari provo a buttare giù x inizi. Chissà mai che affronti il mio terrore di scoprirmi banale. 😉

    FABIO: Non perdere tempo a tormentarti con domande tipo “sarò banale o geniale?”. Non è questa la strada. Se hai voglia di scrivere, scrivi, e usa tutte le tue energie per farlo nel modo meno banale che ti è possibile. Le risposte sul tuo valore arriverano da sole. Non sprecare il tempo a farti le domande. Usalo per lavorare. E’ il lavoro che conduce alle risposte, non il porsi di continuo la stessa domanda. Augh!

    Rispondi
  367. Grazie mille per questo corso, la prima lezione mi ha soddisfatto pienamente…
    Adesso vediamo come me la cavo con gli inizi di storie…

    Rispondi
  368. Ciao Fabio,
    è solo da due giorni che ti leggo ma voglio ringraziarti subito per la generosità. Mi sembra già di aver imparato tanto. Stavo per scrivere la versione definitiva di un racconto sulla storia di una donna vissuta nel medioevo…di cui ho scoperto quasi per caso l’esistenza; ho iniziato a scrivere la storia l’anno scorso …l’ho scritta di getto e adesso nel definirla ho timore di snaturarla ma, dopo la lettura di queste tue lezioni, ci proverò; e proverò anche a fare esercizi e a scrivere inizi di racconti; questa notte ho sognato che indossavo sandali diversi; il mio compagno dice che forse desidero tirar fuori un pò di eccentricità…chissà che non mi vengano nuove idee…magari il mio nuovo personaggio uscirà di casa indossando questi sandali e da lì uscirà una nuova storia; grazie degli stimoli…e vorrei ricambiare..dimmmi tu come posso farlo; una domanda:cosa pensi del fatto di riprendere un racconto di un anno e fa e renderlo definitivo…hai qualche consiglio? Complimenti a te e un saluto a tutti i lettori Giulia

    Rispondi
  369. Ciao Fabio e grazie per questi consigli gratuiti ! Volevo sapere solo una piccola cosa…perchè io ho iniziato a scrivere una sceneggiatura grazie più ad una ispirazione per così dire che uno studio o una esercitazione !
    Conviene esercitarmi a scrivere e analizzare il personaggio che ho già scritto oppure lasciare la mia idea e fare tutto da capo con le nuove storie…il mio problema che a volte ho solo idee ma poca concretezza e ci tengo a scrivere una trama, almeno come tu stesso hai detto una storia da raccontare giustamente 😀 saluti grazie !!

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  370. … mi chiedevo, ma nel caso della stesura di racconti, le “regole” rimangono le stesse? Mi spiego meglio: visto la natura breve del racconto, si deve comunque seguire una storia, un personaggio e svilupparlo, o ci si può concedere maggior autonomia, magari immaginando quasi dei monologhi, o qualcosa di simile, che descrivano semplicemente un frammento di storia, o un momento particolare della vita di un personaggio?

    FABIO: In questo corso si cerca di capire come costruire una storia, cosa che serve quasi sempre in un film e molto spesso in un romanzo. Di racconti non sono esperto. Oddio, neanche sul resto lo sono, ho solo un po’ di praticaccia, che però nelle cose brevi mi manca. Di sicuro, anche la maggior parte dei racconti contiene una storia, dunque segue più o meno questi criteri. Poi ci sono storie più adatte al passo lungo e altre a quello breve. Però, se la domanda è “si possono scrivere racconti senza che vi sia una storia?”, davvero la risposta giusta che devo dare è “non lo so”. E’ un genere che non conosco abbastanza.

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  371. Stimolante, torna la voglia di scrivere, l’eccitazione che provavo di fronte al foglio bianco, quando non capivo il panico delle mie compagne di scuola….”e adesso cosa scrivo?”

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  372. Ho letto questa prima lezione tutta d’un fiato e l’ho trovata chiara e motivante. Proverò a scrivere dieci inizi e attaccherò al muro i consigli
    Grazie AC

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  373. Incredibile! Non ho parole! Davvero Fabio Grazie! Ho cominciato a leggere le tue lezioni solo da un giorno e già mi hanno completamente catturata. Non è la prima volta che mi metto davanti a un foglio bianco per cercare di scrivere qualcosa, ma con gli esercizi che offri noto magari qualche mancanza che prima non notavo, e pensare che sono ancora solo alle lezione numero uno. Non mi rimane altro che ringraziarti per questo splendido dono un corso e sperare che negli esercizi che farò non risulterà un vero e proprio obbrobrio. Grazie Fabio
    Seyra

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  374. La prima cosa che vorrei dirti è: Grazie. Sai qual è stata la prima cosa che mi sono chiesta dopo aver letto la storia del 28-enne? “Che cosa succederà?”. E non appena l’ho pensato sono rimasta a bocca aperta, nel pensare che avevi suscitato il mio interesse solamente con una tua “prima idea”. Mi definisco una scribacchina (scrittrice non direi proprio), sto buttando giù una storia ma sapevo che c’era qualcosa che non mi convinceva. Allora ho provato a prendere i miei personaggi e mi sono chiesta: quali sono il loro desiderio, la loro paura, la loro area di pericolo? La risposta è stata… il buio più totale! E lì ho finalmente capito perché la mia storia non funziona. Ho pensato anche alla trama che avevo ideato: l’unica parte di cui ero fiera era la parte in cui gli eventi dovevano svolgersi assolutamente in quell’ordine! Adesso sto facendo l’esercizio che hai “assegnato”: ho già buttato giù due storielle schematiche (poi proverò a svolgerle per bene), e mi ha veramente sorpreso quanto il tuo metodo sia nient’altro che verità. Ti ringrazio ancora moltissimo, continuerò a scrivere i miei incipit fino a che non mi verrà naturale pensare a personaggi che abbiano tutti i “requisiti”.
    Ancora complimenti!
    Simona

    Rispondi
  375. Ho letto la LEZIONE UNO, interessante e soprattutto non noiosa come molte delle cose che si leggono sulla rete su questo argomento.
    Accolgo la sfida: 10 inizi di storie da buttare.
    Ci vediamo alla LEZIONE DUE. A presto, Maria Angela

    Rispondi
  376. Grazie davvero per questo grande miracolo che hai creato.
    Al giorno d’oggi, commuove quasi vedere che c’è qualcuno che fa un regalo così solo per altruismo.
    Per quel che può interessarti, credo che un minimo la mia vita cambierà: proverò nel mio piccolo a seguire il tuo esempio ed essere di aiuto a qualcuno.

    Rispondi
  377. wow..cercavo delle tecniche per scrivere racconti per bambini …e far diventare realtà un sogno che ho da tanto in testa…e trovare la tua pagina è stato un vero regalo!, pensa che ho in mente scrivere in spagnolo perchè è la mia madrelingua, ma leggendo qua e là, anche in spagnolo, qui ho trovato quel che davvero mi ha datto un grande aiuto!
    Complimenti, ho letto fin qua, provo a fare questi preziozi essercizi…e torno ancora!
    un grazie di cuore.

    Mariana.

    Rispondi
  378. Innanzitutto un grazie di cuore per avere scelto di condividere le tue riflessioni e la tua esperienza in questo blog.Io scrivo poesie, in rima e non, e racconti brevi da quando avevo 8 anni credo.Penso di avere un dono, la mia sensibilita’ mi fa sentire in modo profondo ogni cosa, persona ed evento.Una condanna.Oggi scrivo solo quando come in un film la trama di un racconto mi passa davanti e la racconto nel modo piu’ spontaneo possibile.In pochi minuti posso scrivere decine di pagine e, poi, rimanere inattiva per mesi.Al mio blog custodisco la poesia delle cose, tutto cio’ che mi ispira, semplicemente per come lo vedo e sento.Grammatica,punteggiatura e pause non sono il mio forte, per questo, forse, gli editori mi ignorano,ma parecchi mi scopiazzano in rete !Che conforto!

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  379. Un insegnante che sa motivare e spronare. Un aspirante scrittore, il protagonista, che cerca di raggiungere un sogno lontano, forse remoto, timoroso d’incontrare lungo il percorso tutte le sue paure incapsulate nelle critiche della gente conosciute e non (il tema). La sensazione, forse più’ consapevolezza, che la sua resterà una contratta paura di mettersi in gioco e tutte le frustrazioni mosse come canne al vento da aliti di sconfitte e paure d’incapacita’, spingendo verso la convinzione che tutti ne possono essere in grado tranne lui. Parole, frasi, periodi che compongono un racconto senza capacità d’incantare il lettore. Giorni dinanzi a fogli assolutamente bianchi che aspettano d’essere affrescati da qualche racconto che non sembra esserlo. Ed ecco il mio inizio insignificante dopo una prima lezione motivante.

    Rispondi
  380. Mi accodo agli altri commenti,un GRAZIE immenso per queste pagine farò tesoro di ciò che c’è scritto e spero di poter utilizzare questi insegnamenti nella maniera giusta!

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  381. Ci sto provando ed è comunque una gioia veder scorrere la penna (mi piace di più e riesco a concentrarmi meglio) che rincorre i pensieri, grazie e ciao

    Rispondi
  382. Grazie mille per tutti questi ottimi consigli.
    Ma non sono stati i cosigli ad essere la parte fondamentale di questo corso secondo me.
    è da qualche mese che scrivo il mio libro (e devo dire che ho rivalutato molto il mio testo leggendo queste pagine) ma nessuno ha mai saputo spronarmi veramente.
    Tra le righe di questo corso ho potuto sentire la tua voce dire “non mollare! provaci almeno!” e credimi, nessuno mi ha mai dato questo consiglio fino ad oggi.
    Quando si parla di letteratura la gente tende a risponderti “è solo un hobby” oppure “perdi tempo” o peggio ancora “che speranze pensi di avere, quando così tante persone ci provano?”. E queste frasi di scoraggiamento escono dalla loro bocca anche se non hanno mai letto una riga del tuo manoscritto.
    Invece te, che neppure ci conosci, sei stato in grado di sponare ognuno di noi aspiranti scrittori.
    Il mio GRAZIE, è per questo.

    FABIO: Il mio grazie invece è perchè mi hai scritto un commento molto carino…

    Rispondi
  383. Lezione molto bella.
    Avrei delle domande da fare visto che ho appena scritto un corto di 15 minuti circa.
    Per il cortometraggio valgono le stesse regole che per il lungometraggio?
    Nel corto ci deve essere per forza un evento che porti il protagonista a misurarsi con se stesso?
    Può un corto catturare l’attenzione puntando sul fatto che si parli di un mondo strano e quindi anche se le scene possono essere spostate da una parte all’altra della sceneggiatura, piacere per l’originalità e la stranezza delle scene stesse? Grazie

    Rispondi
  384. Scusa se scrivo di nuovo.
    Potresti preparare delle lezioni apposite per i cortometraggi?
    Io scrivo da poco e non ci penso proprio a scrivere un lungometraggio.
    Grazie per dare ascolto a noi comuni mortali, ihihiii.

    FABIO: purtroppo non posso. Faccio il corso in modo pratico, parlando di cose che conosco per esperienza diretta. E di cortometraggi ne ho scritto uno solo in tutta la mia vita. Non sono la persona giusta.

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  385. leggendo mi sono resa conto che le storie di principesse ribelli che si salvavano da sole dal drago cattivo che scrivevo da bambina erano molto meglio delle mie non-storie attuali, fatte di disadattati che cincischiano in giro. grazie mille, la verità è che dovremmo ricominciare tutti con le storie che scrivevamo da piccoli

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  386. Ho passato la maggior parte dei miei anni a domandarmi se ero capace a scrivere un libro, fino a quando un giorno di getto senza pormi troppe domane, ho acceso il computer e mi sono trovata davandi ad una pagina bianca. Ho iniziato e finito il mio primo romanzo. Chissà se mai qualcuno lo leggerá ma ringrazio me stessa di aver tentato, perchè questa esperienza mi ha fatto rinascere! Grazie anche a te, ie tue affermazioni e i tuoi consigli sono preziosi. Giovanna

    Rispondi
  387. Ciao… scrivo qui non sapendo se il sito è ancora attivo o meno.
    Ad ogni modo, avendo deciso di imbattermi nella gestione di un blog di scrittura creativa dove la gente possa sperimentare liberamente ( http://www.blogmein.it )e volendo fornire anche degli strumenti che possano far migliorare gli autori (me compreso ovviamente) mi chiedevo se fosse possibile far riferimento ai tuoi contenuti con link a questo sito o inclusione dei contenuti con citazione della fonte.

    FABIO: Sì, se citi sempre la fonte, e se non offri servizi a pagamento per gli aspiranti scrittori, puoi fare riferimento ai contenuti del mio blog. In bocca al lupo

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  388. Perfetto, ho già provveduto a creare la sezione apposita. Ovviamente ho rinnovato l’invito ad iscriversi per poter accedere a tutte le lezioni. Grazie di nuovo per la disponibilità

    Rispondi
  389. Ciao Fabio, ti incontro questa mattina e leggendoti mi accorgo di essermi avvicinata alla mia “area di pericolo”. Molto bene. Grazie. Davvero.
    Silvia

    Rispondi
  390. Ciao,sono sempre io,ho provato a registrarmi per poter andare avanti con le lezioni ma sulla mail non mi arriva la password per concludere la registrazione.Come posso fare? Mi dispiace non poter andare avanti … grazie

    Rispondi
  391. ciao fabio
    mi sono imbattuta casualmente dalle tue parti e visto che mi è sempre piaciuto scrivere ho pensato di mettere un tantino di ordine e di provare a seguire i tuoi consigli.Volevo solo ringraziarti per la disponibilità e per l’ottima iniziativa eppoi mi sono detta…in Italia tutti scrivono, anche personaggi improbabili (non mi fate fare nomi per carità) vuoi vedere che posso riuscirci anch’io? Fosse che fosse la volta buona? un saluto claudia

    Rispondi
  392. Grazie Fabio… consigli molto interessanti.
    Consideriamo anche che “tecnica” in senso etimologico significa “arte” (τέχνη [téchne]) e ciò concorda con la Tua definizione. Una cosa… “perché” si scrive con l’accento acuto ed ha pronuncia “chiusa”…
    Saluti e Felice Anno Nuovo!
    Eliano

    FABIO: Quella dell’accento la so ma ormai ho rinunciato a farmela entrare in testa, e poi non mi va di battere il tasto maiuscole ogni volta che scrivo “perchè”. Tanto nelle cose stampate c’è sempre qualcuno che corregge e quelle per il cinema il testo non lo vedrà nessuno salvo gli attori e il regista. Detto ciò, so che questo atteggiamento sull’accento di “perchè” è poco professionale, ma una cosa poco professionale nella vita ho deciso di concedermela (una deliberata intendo, che senza accorgermene ne farò tanto altre). Il tutto, detto in sintesi suona così: mi hai beccato! 🙂 ! 🙂

    Rispondi
  393. Grazie mille,questo corso è un vero e proprio regalo!
    Sono ancora alla prima lezione, e non so se ne parli in quelle successive, ma ho già una domanda: quanto è importante l’ambientazione del racconto? Il desiderio del personaggio può essere più o meno “valido” a seconda ad esempio dell’epoca storica? Voglio dire, desiderare di sposarsi per una fanciulla del 1800 poteva essere più importante che per una ragazza di oggi, o il desiderio di esplorare il mondo può essere più significativo per uno vissuto quando non c’erano tanti mezzi di trasporto? Forse è una domanda stupida, comunque grazie ancora!

    Rispondi
  394. Bonifacci sei un grande! Ho fatto un confronto neanche tanto approfondito tra il tuo corso di scrittura creativa e quello (tanto strombazzato come gratuito e proveniente dalla scuola Holden) che sta sul sito ilmiolibro.it: il tuo è avvincente come un romanzo, quello appartiene all’armamentario “che 2 palle”.
    Forza con la sesta lezione, facci ‘sto regalo per il 2013! E voglio essere dusgustosamente banale ma sincera: GRAZIE di esistere

    Rispondi
  395. Grazie di cuore Fabio. E’ proprio ciò che cercavo un corso sincero, leale e onesto dove poter approfondire un hobby che sta diventato una vera passione. Ho in cantiere tre romanzi, di cui uno concluso, ma non ho ancora il coraggio di portarlo di fronte ad una casa editrice per sapere se può valere la pena di una pubblicazione. In base alla tua prima lezione ho riscontrato molti miei dubbi e molte risposte a quelle domande a cui non sapevo rispondere. Una cosa positiva è aver riscontrato che molte persone esterne alla fine di un capitolo del mio romanzo, mi pongano la domanda: ‘e poi che succede?’ grazie a quello che ho letto, quindi grazie a te, ho scoperto quanto meno che questa storia crea il vero interesse per cui valga la pena di essere letta. Grazie, grazie e ancora grazie. Dopo le tue lezioni, forse prenderò il coraggio di inviare il mio manoscritto. Un abbraccio e ancora grazie.

    Rispondi
  396. Ciao,
    avevo già lasciato un commento ma non lo vedo più…beh, meglio così, in effetti la domanda era abbastanza stupida e credo di essermi già data una risposta. Quindi ti dico solo GRAZIE MILLE, perchè questo corso mi sta mettendo in crisi e sta lentamente erodendo tutti gli alibi che avevo messo in piedi per non scrivere. Per il momento sono un po’ arenata con l’esercizio della prima lezione (mi sono ripromessa 10 inizi ma sono solo a due) ma ho letto fino alla quarta, e mi pare che il dream writing stia facendo un qualche effetto (sicuramente produce carenza di sonno ;-))grazie ancora,federica

    Rispondi
  397. Ciao Fabio! Volevo farti i complimenti, ho letto le varie sezioni del sito e la prima lezione del corso rimanendo praticamente incantato. In un campo come questo avere qualcuno che ti dice schematicamente “come si fa” è rassicurante e il modo in cui spieghi decisamente intrigante. A distanza di tempo però mi è venuta una domanda da farti: te accennavi alle iper-storie con un’accozzaglia di eventi “pulp” (probabilmente visti i miei gusti cinematografici tenderei a questo errore). Invece per quanto riguarda storie ben riuscite al cinema ma su questo genere… come i film di Tarantino, Guy Ritchie ma anche i poliziotteschi italiani per esempio, mi sembra che desideri, terrori, ossessioni e quindi l’area di pericolo dei vari personaggi che viene intaccata da un evento, siano molto “materiali” come il voler fare tanti soldi subito, voler accontentare il proprio boss o avere il desiderio di farsi giustizia con qualsiasi mezzo. E avere il terrore di essere beccato dalla polizia o ucciso dal proprio boss. Correggimi se sbaglio e se sono fuori strada, ma se è così… va bene? Cioè per farti un esempio (non mio ma tratto sempre da un film): io parto da dei rapinatori che fuggono dopo una rapina in cui hanno ucciso degli uomini, il loro desiderio è avere soldi e farla franca giusto? Il loro terrore è di essere beccati? E un evento che ha a che fare con la loro area di pericolo è che prendono in ostaggio un uomo e un bambino e scappano con la sua auto…
    Spero di essermi spiegato bene, è una domanda a cui penso da tempo e se ce la fai a rispondere mi farebbe molto piacere.
    In ogni caso, ti ringrazio sinceramente! E ti faccio ancora i complimenti per tutto…
    Un saluto,
    Marco.

    Rispondi
  398. Ciao amico. Mi sento bene salutandoti così e lo faccio con una punta d’orgoglio. Io non sono più un ragazzino,sono attempato e coperto da un velo di tristezza.Da anni sto girando attorno ad un’idea che si è fatta bisogno. Forse mi hai lanciato la corda giusta. Grazie Fabio.

    Rispondi
  399. Ciao Fabio volevo ringraziarla per questo prezioso dono che hai fatto a tutti noi e volevo chiederle un chiarimento sull’esercizio. Lei dice che dobbiamo scrivere X inizi di storie ma quanto dobbiamo proseguire la trama? Dobbiamo arrivare al punto della scelta?

    Rispondi
  400. Trovo illuminante ciò che hai scritto con grande generosità e competenza. Mi aiuta a riflettere… sulla scrittura, sul lavoro dello scrivere, sull’immaginazione, sul tramare/espandere o far naufragare una storia possibile. Grazie.

    Rispondi
  401. “a.d.p” (mi viene naturale l’acronimo)o “area di pericolo”…fa un pò paura detta così; forse perchè funziona veramente.
    mi sono avvicinata alla scrittura creativa da poco e in punta di piedi pur pensandoci da molto.
    Questo corso è una bella finestra da cui guardare. semplicemente dico GRAZIE per la generosità.

    Rispondi
  402. Ciao Fabio.. sono anni che mi dico, un giorno scriverò. Il giorno è arrivato. Ora non mi rimane che buttare li i famosi 10 inizi. Uno o forse due ce li ho già.. anzi ora che ci penso, me n’è venuto in mente un terzo. Sei una forza.. con niente sono già a tre!
    A presto.

    Rispondi
  403. Ho riletto varie volte le tue bellissime lezioni e c’è solo una cosa che non mi è chiara e che mi lascia perlpesso: il desiderio preciso ed esplicito all’inizio di una storia.
    E’ chiaro che il desiderio è la forza trainante di una storia (e della vita) e tutto il resto dipende da questo. E’ chiaro anche che è quando un evidente desiderio (obiettivo) viene a galla attraverso l’incidente scatenante che la storia scatta sull’attenti ed è pronta a spiccare il volo.
    Però, l’inizio di una storia prima dell’incidente scatenante non sempre è caratterizzato da un preciso ed evidente desiderio esplicito. Nelle commedie si, ma nel dramma forse no.
    In molti film è il vuoto interiore che caratterizza maggiormente l’inizio delle storie. Più che il desiderio, sono le debolezze che gli rovinano la vita a definire inizialmente il protagonista. Viene cioè evidenziata una situazione di stallo, di blocco.
    In “Schindler’List” il desiderio esplicito c’è da subito. Oskar desidera fare la grana con i nazisti e con la guerra, e questo definisce al contempo anche le sue debolezze: tenere la testa sotto la sabbia.
    In “Casablanca” invece Rick all’inizio è una sorta di morto vivente, i problemi del mondo non lo interessano. Se desiderio c’è, è quello di non farsi coinvolgere da niente e da nessuno. Finché non appare nel bar Isla ed allora le cose cambiano…
    Munny (Gli spietati) all’inizio è uno che fa penitenza spalando la merda dei maiali, chiuso in una vita senza affetti. E’ una persona che non si perdona perché il male ha macchiato la sua anima, e per redimersi deve recuperare la sua dignità. Ma questo non inizia finchè non arriva il pistolero che gli fa la proposta…
    Anche Rocky all’inizio, seppur desideri molto attaccare bottone con la timidona del negozio di animali (però è nel subplot), è disegnato attorno al suo vuoto interiore: è ad un passo dal crollo finale perché sta combattendo le battaglie sbagliate. E’ dimentico del suo vero valore e sta calpestando la sua autostima e la sua dignità.
    Anche nei miei inizi di storie ciò che mi preme è focalizzare il vuoto interiore, un sistema di sopravvivenza che sta andando in pezzi con annessi bisogni psicologici e morali dei quali però il protagonista non è ancora consapevole. E in questo contesto un desiderio preciso ed esplicito può esserci ma può tranquillamente anche non esserci o essere nascosto o sottotraccia. Per muovere la storia da subito sento invece la necessità di avere “un problema“, questo si preciso ed esplicito. Un problema del quale il protagonista è perfettamente consapevole e che intanto attira l’attenzione di un eventuale (molto improbabile) pubblico. Poi arriva l’incidente scatenante e le cose cominciano a venire a galla e la linea del desiderio è pronta a definire la spina dorsale della storia.

    Rispondi
  404. Grazie di tutto cuore per la vostra lezione.Sono davvero entusiasta su come lei a descritto il personaggio ecc.Adesso ,passo alla pratica. Merci

    Rispondi
  405. Che meraviglia imbattersi in questo tuo sito, nelle tue lezioni,nelle tue parole inaspettate e illuminanti. Non credo nel caso, credo nella sincronicità degli eventi. Cercavo qualcosa che mi sollevasse da un certo torpore e in questo “incontro” ho sentito forte il richiamo ad essere presente! Ti ringrazio per la tua generosità e ringrazio il Cielo per aver cambiato il corso di questa serata. Raffaella

    Rispondi
  406. Grazie mille!
    Dovevo iniziare proprio con quelle parole. Era un obbligo morale.
    Solo alla lezione Uno mi sono messo a squadrare il racconto che sto preparando (pigramente) da cinque anni, col risultato che si è andato a nascondere dietro i progetti abbandonati. Codardo.
    Ma anche se lo azzannerò, masticherò e digerirò grazie ai tuoi consigli, so per certo che dopo qualche “e poi che succede?” lo sentirò anch’io.
    Grazie.

    Rispondi
  407. Grazie mille!
    Dovevo iniziare proprio con quelle parole. Era un obbligo morale.
    Solo alla lezione Uno mi sono messo a squadrare il racconto che sto preparando (pigramente) da cinque anni, col risultato che si è andato a nascondere dietro i progetti abbandonati. Codardo.
    Ma anche se lo azzannerò, masticherò e digerirò grazie ai tuoi consigli, so per certo che dopo qualche “e poi che succede?” lo sentirò anch’io.
    Grazie.

    P.S.
    è la seconda volta che mando questo messaggio, forse non è gradito ma non sapendolo faccio che disturbare lo stesso!

    Rispondi
  408. Ho sempre pensato di scrivere una storia ma non sapevo da dove cominciare. Poi ho preso coragio e ne ho iniziata a scriverne una. Il dubio che avevo era: ma chi sa se non sto’ sbagliando tutto? poi ho scoperto questo blog e tutto e’ stato piu’chiaro. Adesso la mia storia ha le caratteristiche giuste. Grazi fabio per i consigli preziosi. Toto’

    Rispondi
  409. Grazie Fabio! Grazie per questo grande regalo! Scrivere è la mia più grande passione!Considero questa una bella occasione per migliorarmi. Farò il primo esercizio con entusiasmo.

    Rispondi
  410. Trovo questi tuoi consigli molto interessanti e penso che potranno essermi utili. Per il momento mi limito a ringraziarti per questa prima lezione sicuro di andare avanti.

    Rispondi
  411. ho scoperto ora questo corso.. davvero interessantissimo, ed è il primo che leggo che mi appassiona e che non chiudo dopo le prime venti righe! continuerò a “studiare”.. e ora comincio anche a fare esercizio!

    Rispondi
  412. Ho sempre pensato che un giorno avrei scritto un romanzo,ma non ho mai avuto il coraggio di cominciare,temendo di cadere in una inevitabile banalità.Sono rimasta molto colpita dai suoi consigli e cercherò di metterli a frutto nel migliore dei modi.Credo che la condivisione di esperienza contribuisca alla crescita collettiva e perciò vorrei ringraziarla tanto per i suoi preziosi insegnamenti1

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  413. MI E’ PIACIUTA MOLTO QUESTA PRIMA LEZIONE, STO STUDIANDO ATTENTAMENTE I CONCETTI DA TE ESPRESSI E SPERO DI ASSIMILARLI PRESTO E BENE. FARO’ GLI ESERCIZI PRIMA DI PASSARE ALLA SECONDA LEZIONE. COMPLIMENTI , CREDO CHE TU SIA PROPRIO BRAVO !

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  414. Non so ancora se riuscirò a scrivere una storia davvero avvincente; quello che so per certo è che quanto sto leggendo, non solo è un “Everest” di informazioni fondamentali per raggiungere lo scopo… è molto di più. Sto imparando divertendomi. Sono entrata in questo sito facendo una ricerca in rete ma non mi sarei mai aspettata tanto. Grazie di cuore Fabio.

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  415. Trovo veramente interessante ed utile quanto sin ora letto, scrivo poesie e brevi racconti, vorrei avvalermi dei consigli che gentilmente metti a disposizione di coloro che, come me amano scrivere e, ancor più amerebbero porsi nella maniera giusta, o a meglio dirsi corretta.
    Grazie quindi.

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  416. Grazie. I tuoi consigli sono preziosissimi per una persona che sogna di scrivere un libro da quando aveva 10 anni.
    Seguirò ogni passo alla lettera perché ritengo questa che ci stai offrendo un’opportunità da prendere al volo.
    Grazie ancora

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  417. Ho trovato questo sito cercando fra gli annunci di lavoro per sceneggiatori,che erano ben pochi..;comunque,ho visto “l’introduzzione” e poi la scritta:”Vai al corso gratuito”,e mi sono messa a piangere come una stupida.A me hanno insegnato che nessuno fa niente per niente,e vedere una persona che fa una cosa del genere per i giovani senza chiedere nulla in cambio,mi ha profondamente colpito.Non piango davanti alla cattiveria,con quella sono abituata,ma davanti alla bontà che è cosi rara.Quindi..grazie di cuore.

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  418. ciao fabio, grazie per il contenuto della tua lezione e per il tuo stile. E’ veramente interessante ma anche molto piacevole.
    Mi piace scrivere, ma ho sempre barcollato nel buio.
    Ora proverò a farmi illuminare dalla tua guida.
    Grazie

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  419. Ciao,Fabio.Con il rischio di ripetermi,le dico che le lezioni sono bellissime.Però c’e un problema:Come faccio a rendermi conto se quel che scrivo va bene?Perchè se non c’è nessuno con cui confrontarsi,rischio\rischiamo di sbagliare di grosso,anche se a me pice e per me va bene,ma se non c’è qualcuno qualificato che ti dica “qui hai sbagliato”o”dovresti fare cosi”,c’è la possibilità di ripetere sempre gli stessi sbagli.Quindi,a parte il fatto che io continuerò a seguire fino alla fine queste lezioni,mi potrebbe raccomandare una scuola di sceneggiatura?Ho trovato varie su internet,ma come non ho esperienza non saprei proprio quale scegliere.La ringrazio.Cristina.

    FABIO: Purtroppo non posso indicarti una buona scuola di sceneggiatura, perchè non ne conosco.
    Una alternativa è trovare un gruppo di amici che scrivono e correggersi le storie a vicenda.
    Puoi anche raccontare la tua storia al bar a qualche amico che non c’entra nulla con cinema o la letteratura. Sulle storie sono tutti competenti. Scrivere una buona storie è difficile, ma ascoltare e capire cosa non va è alla portata di ogni spettatore o lettore.

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  420. La lezion2 mi è entrata dentro;sembrava che fossi andata dallo psichiatra:Non so come,ma le mie paure erano tutte in questa lezione.Poi gli psicofarmaci(spero che non ci sia qualche mia amica qui) che dovresti prenderli per 6 mesi ma dopo 2 anni non puoi farne a meno..insomma,mi è rimasta dentro.In un film un personaggio ha detto a un promesso scrittore con il blocco:Dostoievsky era un epilettico e un giocatore d’azzardo,ha scritto di epilettici e di giocatori d’azzardo,Tolstoi ha fatto la guerra,ha scritto della guerra..ergo..ostacoli,conflitti,ma il persanaggio è quasi sempre una proiezione di noi stessi ma in un’altra vita..penso.Stupendo,Fabio,fai riflettere le persone!!!!

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  421. Lascio troppi messaggi,lo so e chiedo scuza,ma queste lezioni non si leggono e poi si dimenticano,come succedeva a scuola.Devo dire che l’esercizio del “dream writing”mi fa paura.Pure se la sera guardo Tom&Jerry,di notte sogno solo demoni e malati di mente e questo è il minimo.Spero di sognare da adesso in poi..niente!Ecco..questo.Si,lo,so,sono fifona… .:)

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  422. Ciao Fabio,
    Ho scritto due romanzi e parecchi racconti dopo aver seguito un buon corso di scrittura, ma come diceva il mio maestro di allora, qualunque cosa fai ti lascia qualcosa. credo che seguirò le tue speciali lezioni e poi ti farò sapere se ho iniziato il terzo libro. Naturalmente non ho pubblicato nulla però mi piace avere le cose fatte e finite per poi metterle a dimora, non si sa mai.
    Grazie Rosy

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  423. Ho apprezzato le tue lezioni e rivisto alcuni punti del libro che sto scrivendo da più di due anni. Sono un’insegnante di musica, ho scritto musica e testi di ninna nanne che hanno vinto per ben tre anni primi premi a concorsi prestigiosi. Fin’ora avevo scritto soltanto poesie che sono state pubblicate gratuitamente da editori lungimiranti. Mi sono accorta che scrivere un libro è tutt’altra cosa, ma la storia che avevo da raccontare era troppo interessante e intrigante per farmi desistere. Oggi ho quasi terminato il mio lavoro e ho sottoposto a colleghe di lettere alcune cartelle lasciando in sospeso la conclusione del capitolo.
    Le mie colleghe, tutte, mi domandavano di poter avere in visione il resto della storia, perché desiderose di saperne di più. Grazie ai tuoi consigli, adesso so che sono sulla strada giusta per presentare un lavoro
    interessante. continuerò a seguire, con interesse e desiderio di apprendere, le tue fantastiche lezioni. Grazie! Grazie!Grazie!Un milione
    di volte,grazie.

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  424. Questo e’ un corso inestimabile e un lavoro di altruismo e diffusione della conoscenza che solo o grandi geni possono esprimere. Grazie Fabio. matteo vicino
    Ps. Pietra fondante di ogni sceneggiatura espressa in maniera mirabile: la storia porta il senso. Un senso senza una storia non è un film

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  425. Ciao Fabio,ciao a tutti! Domanda…cosa si pensa in giro sui romanzi erotici?Non che mi sono svegliata sta’mattina e ho pensato che devo scrivere uno,mi sono svegliata pensando perché il mio cane sta abbaiando,ma,vedo che quel tipo di romanzi vanno molto di moda quest’anno.Io ho letto uno e non mi è sembrato un granchè,forse perché non sono un granchè.Ma allora perché la gente compra questi romanzi?Forse perché non hanno voglia di letture impegnative o sono belli e io non ho capito niente?Un bacio.Cristina

    Rispondi
  426. Complimenti, complimenti, complimenti. E grazie per la generosità che dimostri nel mettere queste pagine a disposizione di chiunque.
    Non so se ti è possibile rispondere a tutte le domande ma ci provo comunque. Come gestire un romanzo con diversi personaggi principali che hanno vicende che all’inizio sembrano slegate e poi via via si intrecciano fino a diventare una sola? Nel mio caso la storia si condensa poi progressivamente intorno a un personaggio perno e a un tema centrale di carattere “esistenziale” a cui ogni personaggio dà una risposta personale e originale.
    Nel mio romanzo sto operando in questo modo. Capitoli brevi, ciascuno riferito a un singolo personaggio e alla sua vicenda raccontata secondo il suo punto di vista, fino a quando le storie poi si legano.
    Mi pare che questo comporti due problemi:
    – prima che si parli dello stesso personaggio passano quattro o cinque capitoli e si rischia di dimenticare la sua vicenda
    – la parte inziale del testo non chiarisce bene quale direzione vuole prendere il romanzo in rapporto al genere e alla vicenda di fondo.
    Del resto tagliare renderebbe impossibile l’intreccio finale che è un grande affresco corale in cui tutte le vicende trovano un ruolo/spiegazione e soprattutto snaturerebbe il filo rosso del romanzo che consiste appunto nel dire la possibilità di risposte originali e molteplici agli interrogativi dell’esistenza.
    Mi puoi dare qualche dritta? Ti ringrazio in ogni caso.
    AB

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  427. ciao fabio i tuoi consigli sono fantastici e utilissimi, io amo scrivere e amo tutto ciò che riguarda quest’arte scrivo anche poesie… in pratica ho una grande passione, ma fino ad ora non ero riuscita a capire come sfruttare al meglio questa mia dote… grazie veramente… =)

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  428. Buongiorno Fabio. Sono un’apprendista scrittrice (a dire il vero più apprendista che scrittrice…) Sono approdata vagando a caso nel tuo interessante e simpatico blog. Volevo solo ringraziarti per il pensiero generoso e gentile di condividere la tua esperienza con tutti.
    Quindi: grazie!

    a.l.

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  429. L’idea di condividere in modo gratuito le proprie conoscenze e il sapere mi piace molto. Grazie, da chi le ruberà con umiltà parte di questo.

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  430. Ciao Fabio, ho da poco superato lo status di aspirante scrittore per entrare in quello di scrittore esordiente, a breve infatti uscirà in libreria il mio primo romanzo. Sto leggendo con attenzione e interesse il tuo corso e ti faccio i miei più sinceri complimenti, lo trovo utilissimo, completo e qualificato, in esso sto trovando tanti consigli e tante dritte che non potranno che migliorare e rendere più consapevole e professionale il mio approccio alla scrittura e dunque ti ringrazio per questa tua bellissima iniziativa.
    Se dovessi completare la trama di quello spunto sul ragazzo ventottenne in bilico tra la scelta se correre dietro ai suoi sogni di roker o quella di accettare il posto all’anagrafe, io vedrei una terza possibile continuazione, e cioè quella di accettare comunque il posto all’anagrafe tanto per avere un reddito sicuro e non dover più dipendere dai genitori, senza per questo dover abbandonare i suoi sogni; potrebbe infatti continuare a suonare nel tempo libero e a esibirsi col suo gruppo il sabato e la domenica, sperando in un successo crescente. Una simile scelta comporterebbe poi due diverse alternative nel prosieguo della narrazione: 1) le cose gli vanno bene, il successo arriva e dunque lascia il suo posto all’anagrafe e si dedica solo alla musica; 2) il successo non arriva, ha comunque il suo posto all’anagrafe sul quale contare per la sopravvivenza ma certo questo non lo soddisfa e cade vittima della depressione, magari con problemi conseguenti di alcol e di droga; questa situazione potrebbe aprire le porte a tutta una serie di capitoli sul periodo oscuro che ne cosegue, l’abbandono della musica, il tunnel della tossicodipendenza e dell’alcolismo e la conseguente perdita del posto di lavoro, la miseria nera, gli amici che lo abbandonano, ma poi, proprio quando tutto sembra perduto, forse anche la sua vita, potrebbe accadere qualcosa, oppure lui stesso potrebbe in qualche modo ritrovare la forza di volontà per uscire dal tunnel e per ricominciare. La conclusione per me ideale sarebbe questa: mentre si sta disintossicando, mentre sta cercandi di rifarsi una vita, ricomincia anche a suonare e il successo, dopo un po’, arriva, inaspettato, ormai alla soglia dei quarant’anni… un vecchio giovane ragazzo che ha ancora i capelli lunghi, un veterano della vita e del rock che risorge dalle sue stesse ceneri dopo un inizio incerto e problematico per lanciarsi finalmente verso la gloria… e in mezzo a tutto questo ovviamente ci sta benissimo anche l’amore. Una storia così conterrebbe anche una morale, e cioè quella di non arrendersi mai, di non smettere mai di credere in sè stessi e nei propri sogni e di fare tesoro degli sbagli commessi in passato, per non ricadervi. Pur in un contesto e con una trama diversi, è un pò il contenuto del mio primo romanzo.
    Okay, scusa se mi sono dilungato, ma mi piaceva l’idea di dare un possibile seguito a quella storia solo accennata.
    Di nuovo tanti complimenti per il tuo corso.

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  431. Scusa Fabio, ma stamattina ho postato un commento relativo a questa prima lezione che in un primo momento ho visto regolarmete pubblicato ma che poi è stato tolto.
    Specifico di essermi regolarmente iscritto, anche per poter avere accesso alle lezioni 4 e 5.
    Mi scuso se il mio commento non non era forse del tutto in linea con i contenuti del blog, o forse era fuori tema, non so, forse mi sono lasciato trasportare dalla mia fantasia e, dato che quella traccia a cui mi riferivo mi appassionava, mi sono voluto divertire a immaginare una possibile continuazione. Forse non era il caso e di nuovo mi scuso se è stato questo il motivo, che vorrei comunque fosse chiarito da parte tua. Certo non sei obbligato a pubblicare i post di tutti, ma visto che il mio è stato dapprima pubblicato e poi tolto, gradirei almeno conoscerne i motivi.
    Grazie, e grazie anche per il corso, molto bello e molto utile.

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  432. Sono sempre io e di nuovo mi scuso, ma il sistema mi sembra un po’ ferragginoso: stamattina ho postato il mio commeno e l’ho visto immediatamente pubblicato sopra quello di Annalaura; certo, non avevo fatto caso alla dicitura: “il tuo commento è in attesa di poter essere moderato”, però era regolarmente visibile. Dopo di ciò sono uscito dal sito e quando ci sono rientrato qualche ora dopo il mio commento era sparito, e ciò mi ha indotto a postare il secondo commento con la richiesta di chiarimento, e a quel punto l’ho visto a sua volta pubblicato proprio sopra il mio precedente commento, miracolosamente ritornato a essere visibile pur sempre con la dicitura di cui sopra, che appariva anche nel secondo post. Sono uscito, sono rientrato ed entrambi i post erano ancora visibili, con le relative diciture di attesa.
    Forse la colpa è mia che non ho fatto caso alla dicitura, anche perchè in altri blog come ad esempio quello contenuto nel sito La Penna Blu di Daniele Imperi tutti questi andirivieni non sono previsti, ma certo che che il tuo sistema trae in inganno chi entra nel sito per la prima volta e per la prima volta vi pubblica qualcosa.
    Ribadisco comunque il mio apprezzamento per il tuo corso, e i miei ringraziamenti per la sua utilità.
    FABIO: E’ colpa mia, devo approvare i commenti e per pigrizia lo faccio raramente. Almeno credo sia questo

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  433. Devo dire che quando sono arrivata in questo sito alcuni anni fa, ero parte dell’80%, adesso invece riesco a scrivere storie abbastanza facilmente. Anche se alla fine non ho seguito alla lettera quello che hai detto tu, lavoro con un altro metodo, prendendo qua e la i consigli che ritengo utili. Però le tue righe torno spesso a leggerle per fare un ripasso prima di scrivere, o di revisionare le mie storie.

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  434. Caro Fabio grazie per i preziosi consigli di questa prima lezione.
    Sto scrivendo un horror\trhiller, la trama è definita ma non credevo che fosse poi tanto difficile svilupparla…
    Vedi il capitolo finale è legato ad una data ben precisa e devo fare in modo che tutti gli avvenimenti precedenti avvengano prima di essa.
    Sembra facile lo so ma invece è un casino.
    Ho scritto nove capitoli ma ci ho impiegato quasi due anni perchè tra lavoro ed impegni a casa mi riesce difficile trovare del tempo da dedicare alla scrittura.
    Due lettori molto critici (mia moglie e mio padre) mi hanno detto che fin ora la storia è molto coinvolgente e che non vedono l’ora di sapere come va a finire, io invece vorrei tanto sapere quando riuscirò a finirlo.
    Questo libro è il mio sogno nel cassetto, a volte mi sento scoraggiato e penso che non ce la farò mai.
    Certo di trovare preziosi consigli anche nelle prossime lezioni ti porgo distinti saluti.

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  435. Ciao, ho letto la tua lezione num.1 e subito mi è venuta voglia di scrivere. Peccato però che sono andata subito fuori tema…ci riproverò!

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  436. Cavolo, ed è pure gratis. Grazie, ho letto vari manuali e, a parte “On writing di Stephen King, nessuno mi ha mai dato qualcosa veramente. Credo di aver capito alcune cose che prima mi sfuggivano. Non che siano facili da applicare ma il sapere dove si vuole andare sicuramente mi aiuterà ad arrivarci.

    Rispondi
  437. Ciao Fabio, davvero complimenti. Questa tua lezione, oltre che interessante e piacevole, mi è stata davvero illuminante! Di consigli ne ho letti tanti, ma ora ho finalmente capito dove sbagliavo. Non so se riuscirò mai a scrivere una storia decente, ma ora sono serena perchè finalmente ho capito la differenza tra una storia e le mie pseudo-storie, e accettato che la mia “zavorra” non serve per scrivere un romanzo, ma al massimo noiose riflessioni che leggerò solo io e pochi altri mal capitati! Grazie! 🙂

    Rispondi
  438. Salve, giungo a questo tuo corso dopo aver già pubblicato due libri e mi dispiace perchè, indipendentemente dall’eventuale validità di quanto ho scritto, quello che ho trovato in questa prima lezione mi avrebbe aiutato.
    Ti ringrazio per aver scelto di condividere il tuo sapere con noi.

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  439. grazie per aver voluto condividere con me quello che hai imparato e che conosci sull’arte dello scrivere. ci si tiene stretti quello che si sa per paura che altri possano diventare migliori di noi… ma per fortuna lo fanno solo i piccoli, quelli che in fondo hanno poco o niente da insegnare.

    ho finito la prima lezione e mi metto subito a lavoro. Scriverò 20 inizi di storie “da buttare”… ci si rivede alla prossima lezione.

    grazie

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  440. ..lo stadio di chi ha idee e le scambia per emozioni..
    ho appena letto la tua prima lezione, sto cercando da tempo di fare questo salto sento che c’è una storia da raccontare ma sento di non avere la chiave per liberarla. Non so se questo sarà il mio posto ma sento che è un posto, ora non mi resta che trovare la “zavorra” che mi frena le idee e una volta trovata trasformarla in emozioni..
    ho presto in prestito queste tue parole, le terrò un poco con me per restituirtele quando non avvertirò più quel peso, regalandomi idee ed emozioni. grazie
    FABIO: Che bel commento, grazie.

    Rispondi
  441. Sono molto interessata a quello che ho letto sulla scrittura creativa.
    Sono un’insegnante di un biennio, scuola superiore.Mi piacerebbe ricevere del materiale sulla scrittura creativa per impostare un lavoro con i miei alunni.
    Grazie.
    FABIO: Non ho materiali specifici, la “traduzione” per i ragazzi la devi fare tu. Anche se, devo dire, io ho fatto qualche corso nelle scuole (anche se in genere per quelli di terza, quarta e quinta), e devo dire che alla fine capivano tutti molto bene. Forse non c’è proprio niente da tradurre, puoi usare questi materiali

    Rispondi
  442. Ho letto la prima lezione.
    Sono nell’area di pericolo: scrivo e resto in miseria o mi butto nella sceneggiatura?
    Ho scelto la seconda strada.
    Grazie. Ti amo:-)

    Rispondi
  443. Grazie Fabio! Intanto perché leggendo la tua prima lezione mi sono divertita tantissimo! Ho preso diligentemente appunti e l’ho fatta finita per sempre con il mio ‘scrivere emotivo’…Grazie mi hai salvato! Magari ora riesco persino a scrivere una storia, di quelle in cui ti chiedi “come va a finire”? E mi diverto pure.

    Rispondi
  444. Ho il presentimento che questo corso mi sarà di grande aiuto… Da alcuni anni ho il desiderio di scrivere un romanzo ma non avevo mai pensato all’importanza che riveste la trama e la caratterizzazione realistica dei personaggi. E chissà a quanti altri “fattori” non ho mai prestato attenzione, GRAZIE FABIO!

    Rispondi
  445. Incredibile! C’è un professionista che offre il suo lavoro in modo gratuito e lo fa anche Bene!!… Grazie Fabio per l’impegno profuso nel corso e complimenti per il sito, è semplicemente geniale!
    Seguirò le lezioni da brava allieva sia per imparare a scrivere ma soprattutto per leggere meglio.
    Grazie.
    R.

    Rispondi
  446. Il mio indimenticato nonno materno diceva sempre “Se hai un sogno, un desiderio, un’aspirazione nella vita, anche secondaria, anche marginale, ogni sera chiediti che cosa hai fatto oggi per perseguirla?!”
    Beh, quale sia il mio sogno penso sia chiaro, visto che mi trovo qui come tutti voi.
    La risposta all’interrogativo di cui sopra, oggi è stata “iniziare a leggere questo blog”
    Semplicemente grazie.
    Lorenzo

    Rispondi
  447. Ho trovato il tuo corso leggendo il blog “Penna blu”. La prima lezione ne vale 10 (di corsi). Lo avessi trovato prima… avrei già vinto il Pulitzer! 🙂
    Complimenti e grazie!

    Rispondi
  448. Grazie,perla condivisione del sapere,solo chi è consapevole della propria personale bravura ha l’umiltà di condividere alcuni passi di ciò che sa.

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  449. Bellissime riflessioni. Voglio ringraziarti perchè il tuo corso darà un senso al mio lockdown. E poi mi piace l’idea di essere il primo commento del 2020.

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    • Champagne virtuale al primo commento dopo 6 anni di commenti chiusi! Spero ti porti bene! Anzi, ci porti bene: a tutti quelli che passano di qua.

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  450. Caro Fabio,
    ci conosciamo per vie traverse ….. ma non per la tua professione.
    Ho la passione, ma forse è più ammirazione, per chi sa raccontare storie e la curiosità di capire come le articola nella propria testa per poterle raccontare….. mi piacerebbe moltissimo avere queste capacità ma la professione che svolgo ed il tempo non mi consentono di approfondire e dedicarmi a questo piacere. Leggendo le prime lezioni del tuo corso, sono stupito del fatto che anche uno come me, che non centra nulla con questo mondo, riesca a capire e farsi coinvolgere . Questo è sicuramente un grande merito che ti appartiene e che sai trasmettere . Davvero complimenti e a presto .

    Rispondi
  451. Grandissimo!
    E se il problema del “ed ora cosa succede” arrivasse verso la fine, o metà opera? Magari tutto parte fighissimo, gli amici ti leggono e sono incuriositi…tutto funziona, ma ad un certo punto non sai più cosa raccontare 🙂

    Rispondi
  452. MI è capitato di visitare un sacco di siti che trattano di scrittura, ma questo ha colpito la mia attenzione . Mi ha fatto esclamare “interessante”, ma non accompagnata da uno sbadiglio di noia 🙂
    Andrò senz’altro avanti. Grazie, Fabio

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  453. Seguo il tuo corso da 2 anni, ci ritorno per capire ciò che non ho ancora utilizzato al 100% delle sue potenzialità, ma da quando ho iniziato a seguirlo ho imparato a fare lo stronzo mettendo in pausa i miei video nel bel mezzo della riproduzione per vedere se quella domanda spuntasse. Ti adoro.

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  454. Cavolo!
    Ho TUTTI i difetti che hai descritto, nessuno escluso.
    E come se non bastasse non ho NEMMENO UN pregio di quelli che dici che bisognerebbe avere.
    Ahimè.
    Solo spero che qualcuno mi risponda:
    “E adesso che farai? Che ne sarà di te?”

    Rispondi
  455. Prima lezione fantastica!
    Mi hai fatto frullare nella testa la stessa domanda?
    “Adesso che succede, io aggiungerei…se iniziassi a scrivere così?
    Oltre a rendere curiosa e interessante una storia, stuzzica anche il desiderio di imparare a scrivere, quindi proseguirò con la seconda lezione.
    Complimenti!

    Angelo

    Rispondi
  456. Mi sembra di capire che una buona storia quindi parta sempre da un buon personaggio più che da un “concetto astratto” da comunicare. Mi verrebbe da chiedere come far nascere un buon personaggio 🙂
    (Mi rendo conto che è un domandone)

    Grazie per questo sito, un vero gioiello nel vasto mare.

    Rispondi
  457. CARO FABIO, COME TEMPO FA TI ACCENNAVO IO SONO ANNI CHE DESIDERO SCRIVERE, PIU’ O MENO DA QUANDO ERO ADOLESCENTE, MA VIVENDO IN UNA FAMIGLIA IN CUI NN SI PARLAVA MAI DI QUESTO PERCHE’ ERA INCOMPRENSIBILE HO RINUNCIATO. OGGI A 40 ANNI APPENA COMPIUTI SEMBRA CHE LA MIA VITA SIA FINITA, INVECE MI E’ BALENATA IN TESTA UNA STORIA CHE SI POTREBBE TRADURRE A MIO PARERE IN UNA SIT-COM PERCHE’ HO CAPITO CHE LA MIGLIORE ARMA CHE ABBIAMO PER ESORCIZZARE LE NOSTRE PAURE E’ L’RONIA. HO APPENA FINITO DI LEGGERE LA PRIMA PARTE DEL TUO CORSO E DEVO DIRE CHE ANDRO’ AVANTI. L’ESISTENZA DEL TUO CORSO MI HA FATTO TORNARE A SPERARE TI RINGRAZIO DI TUTTO. MI METTERO’ AL LAVORO SEGUENDO PASSO DOPO PASSO IL TUO CORSO E INCROCIO LE DITA.

    Rispondi
  458. Essere molto eccitati, e non avere nessuno con cui far l’amore: ecco, questo è il mio problema. Probabilmente scriverò storie interessanti.
    Ho messo il libro nel carrello di Amazon, non perché sia indeciso sull’acquisto, il motivo è che sono davvero troppo interessato a “Cosa succede, ora?” e a cliccare il pulsante della lezione 2.
    Sono molto contento di averti incontrato.
    toyTony Runo

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  459. Non ho prole! La lettura di quetsa prima lezione mi ha completamente rapito… io che già sono un modestissimo “autore di me stesso” per i miei pezzi “stand up” in teatro e mi sono cimentato in commedie (risucendo a volte anche a metterle in scena) scopro che sono stato zoppo fino a oggi. Ho camminato alla metà della metà della velocità alla quale, da queste semplici prime righe, intravedo di poter camminare in futuro: GRAZIE!

    Rispondi
  460. Caro Fabio, sono al primo capitolo ormai da giorni… semplicemente perché ci sono così tante nozioni importanti che ho dovuto prendere tutte le mie “sceneggiature” e rivederle da capo, seguendo i tuoi consigli. Molte le ho definitivamente cestinate…non oso pensare cosa succederà a quelle rimaste andando avanti nelle lezioni. Che dire se non un GRAZIE grandissimo?

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