Il Giro della Verità: cosa ne dicono i lettori

Ditemi tutto, senza censure

In questa pagina ricopio tutte le opinioni che ricevo dai lettori deIl Giro della Verità, anche quelle negative, purché rispettino quest’unica regola: le recensioni devono essere pubbliche, sennò i malpensanti dicono che me le scrivo da solo e censuro quel che non mi piace.

Quindi bisogna pubblicarle su Facebook e taggare la mia pagina, oppure scriverle qua sotto nei commenti. In alternativa, potete lasciare la vostra recensione anche su Amazon o altri siti che frequentate. Sempre sincera, però: Al “giro della verità” le bugie non servono e non piacciono.

Fabio ha saputo regalare un lampo di folgorante bellezza a tutti i suoi personaggi, non senza una battuta di quelle che se le monti in un trailer questo deve durare mezz’ora. Il sigillo arriva con i ringraziamenti, compresi quelli ai ragazzi del Liceo Fermi di Bologna, con i quali condivise a suo tempo la scaletta, sollecitando i loro consigli “ricavando indicazioni preziose”. Un libro così non può che scaturire da un’enorme capacità di ascolto.
Entusiasmante! Ti acchiappa subito e ti tiene lì... e alla fine dici peccato che sia finito! vorresti saperne ancora di quei ragazzi e di quei genitori! Belli i personaggi, anche quelli secondari con solo pochi tratti ma sempre di spessore... li fai tuoi un pò tutti, nel bene e nel male. Il racconto va che è un piacere. Un bel romanzo di formazione, un viaggio verace nel mondo degli adolescenti e dei loro adulti (...)
Fabio Bonifacci, sceneggiatore di commedie di successo, è un abile narratore/"tessitore" di storie a sfondo sociale. “Il giro della verità” è la conferma della sua bravura anche nella forma del romanzo, e anche nel genere drammatico. La sua scrittura, fluida e dinamica, è adatta al ritmo incalzante della storia (se cercate romanzi con lunghe descrizioni, questo potrebbe non fare per voi: Bonifacci sa creare un'immagine, descrivere un ambiente, con poche righe, in modo efficace ed efficiente), e l'uso particolare del passare dalla terza persona alla seconda getta il lettore nei panni del protagonista.
Potresti andare avanti a leggere all'infinito anche se tutte le parti di pura storia fossero censurate col pennarello: per il solo gusto di perderti in una lucidissima analisi di almeno tre generazioni, con i loro contesti, i loro modi di pensare, i loro modi di interagire, riconsiderare, ammettere, aggiustare il tiro e - perché no - mandarsi anche a fare in culo e perché. Il rischio è però quello di affezionarsi a tutti i personaggi, pure i più negativi e di trovarsi a giustificare un po' tutti. Quando uno riesce a fondere psicologia, contesto umano, sociale in uno stile così fluido e divertente, può capitare di immedesimarsi fino alle soglie della schizofrenia.
Un romanzo divertente e profondo, scritto in modo eccellente, sul disagio adolescenziale e adulto, a cui Fabio risponde con verità, intelligenza e voglia di vivere e di capire. Ambientato ufficiosamente a Bologna. Se non sapete cosa regalare a Natale, beh, ora sapevatelo!
(...) un romanzo folgorante. Le storie che vi scorrono dentro hanno una tessitura affascinante con personaggi vibranti di umanità. Si sta lì, appiccicati alle loro anime da sentirle respirare. Si ride, si piange, si soffre e gioisce con loro. Gli echi delle loro vite risuonano in te, diventano amici, parenti, compagni di viaggio che quando il viaggio finisce è duro lasciare. Un romanzo che non ti molla mai un momento, fino alla fine.
L’autore entra con discrezione nell’universo chiuso dell’adolescenza adottandone il lessico gergale, iniziatico, con la capacità mimetica di un camaleonte, nel non facile e scontato passaggio dalla veste di sceneggiatore di successo a quella di romanziere capace di orchestrare parole, intrecciare fatti e sentimenti in una “epidemia di verità” che da quella giostra narrativa scaglia ai margini della scena maschere e infingimenti.
 Di solito non suggerisco libri dal mio profilo, ma per questo faccio un'eccezione: "Il giro della verità" di Fabio Bonifacci, bravissima persona, uno dei migliori sceneggiatori italiani e ottimo scrittore.
Ci sono libri che sono àncore, possono salvare. Spero che ogni ragazzo/a possa scoprire i propri, trovando conforto, consapevolezza, compagnia... Leggendo "Il giro della verità" (...) l'ho pensato più volte: questo romanzo dovrebbe proprio entrare in tutte le scuole! Anche nelle famiglie, in realtà. Dovrebbe essere letto da chi cerca di "capire gli adolescenti di oggi", quelli che "oggi sono tutti apatici, privi di regole, alla ricerca di sballo solo perché viziati e annoiati" e via di seguito...
Consiglio a tutti di leggere "IL GIRO DELLA VERITÀ", uno spaccato sul mondo degli adolescenti di oggi che, raccontando tutte le loro sfaccettature e complessità, ce li fa apparire, senza i nostri filtri mentali stereotipati, migliori di come li immaginavamo. Una storia ambientata a Bologna, ispirata dal mondo adolescenziale, romanzata ma alla fine restituitaci più vera delle realtà sbagliate che spesso ci costruiamo.
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Antonio Ianni
Fabio Bonifacci (...) è andato dritto al punto, come se avesse avuto un piccolo produttore sulla spalla che diceva: no, taglia qua, lascia perdere il messaggio, siamo mica alla Posta. E una volta tanto il romanzo di uno sceneggiatore è un page turner, tipo King, per capirci.
Si percepisce lo sceneggiatore che sta dietro al libro, perché è un film, questo libro, che ti scorre davanti agli occhi, pagina dopo pagina. E che ti fa venire voglia di abbracciarli tutti, i suoi personaggi, chi per un motivo e chi per un altro. Grazie Fabio Bonifacci, per avermi fatto fare un entusiasmante giro in un territorio così difficile e a tratti spaventoso: quello della verità.
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Silvia Nanni
Che Fabio Bonifacci sappia dare voce, anima e spessore a storie e personaggi lo avevo già constatato vedendo film e serie di cui è sceneggiatore. In questo romanzo riesce a trasmettere sogni, storie e paure di un gruppo di adolescenti mettendo in risalto come la “verità” (di quello che è e si fa) sia l’unica arma che abbiamo per navigare nel mare della vita.
Questo libro vi terrà letteralmente attaccati alla sedia. Avrete voglia di staccarvi solo quando i vostri occhi inizieranno a bruciarvi, perché vorrete, pagina dopo pagina, sapere come andrà avanti questa storia.
Un po’ Werther un po’ Raskol’nikov, il protagonista del libro di Fabio Bonifacci, Lele, è un bel personaggio, ben delineato, credibile. Belli i dialoghi, alcuni veramente esilaranti e credibile la dinamica sociale fra fighetti e ragazzi dei quartieri popolari, una vecchia storia, sempre nuova.
(...) l’ho divorato, anche se (...) la narrativa non è propriamente il mio genere. Ma quelle pagine dove hai descritto in modo così coinvolgente lo stato d’animo del povero Lele, piuttosto che i dubbi e le perplessità dei suoi (noi) genitori mi hanno letteralmente rapito. Il Giro delle Verità è un libro che molti genitori di figli adolescenti dovrebbero assolutamente leggere per scoprire i molti lati (alcuni anche oscuri) di quella stupenda cosa che è il passaggio dalla adolescenza all’età adulta, ma anche la sofferenza e l’inquietudine che spesso l’accompagna, nei nostri ragazzi di oggi.
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Paolo Rossi
(...) la valigia dello scrittore si è aperta dando fondo a tutti i suoi trucchi. Mi avvinci e non ti poso e questo è quello che deve ottenere lo scrittore. Incalzi e rilanci e poco importa se di questi inizi di storie ne ho letti altri, da quella fase siamo tutti passati e leggerne ci rende complici. Devo sapere! (...) Dostoevskij può attendere, Lele no.
Fabio (...) ha creato un universo, ci ha catapultati all'interno della vita dei personaggi che lo popolano, e ci ha costretti ad amarli in modo viscerale, dalla prima pagina fino all'ultima. Ci ha presi per mano e ci ha accompagnati nel dedalo dei loro pensieri, ci ha mostrato gli abissi delle loro solitudini, ci ha fatti sorridere e piangere e poi di nuovo sorridere di fronte alla sfrontata bellezza di quei diciassette anni che ancora ci bruciano dentro. Lo ha fatto con parole autentiche (...). Senza orpelli, senza inutili imbellimenti, senza alcuna traccia di retorica.
Vorrei farti i miei complimenti per il tuo libro. L’ho divorato dimenticando tutto il resto. Mi ha fatto provare tante emozioni e anche dolore influenzando le mie giornate e le mie notti (Lele e tutto il resto erano presenti anche nei miei sogni). Sei bravo molto bravo!! Grazie. Le sensazioni che ho provato mi stanno ancora appiccicate.
Roberta Dall'Olio
Mi è piaciuto per vari motivi, ovvero per il linguaggio, adeguato ai protagonisti e dietro al quale si percepisce uno studio apposito; la coerenza dei personaggi e delle loro reazioni ai fatti della vita; il ritmo che cala solo in pochi frangenti in cui è anche bene per il lettore riprendere un po’ il fiato.
Paolo Ta Da
Sono partito fra mille dubbi, dettati da uno stile e da una storia che, solitamente, non si incastrano tra le mie abitudinarie letture (...) Invece l'ho cominciato e finito in poco tempo, e (...) devo dire che essere rimasto sorpreso è poco, diciamo che ci sono rimasto di merda per quanto la storia mi sia piaciuta (...) Non consiglio spesso di leggere o vedere qualcosa (...) Questo però mi sento di consigliarlo: è una lettura per tutti (...)
Luca Menez Meneghini
Il mondo dell’adolescenza raccontato da un narratore empatico, con una freschezza e un sapore di verità che si incontrano raramente (…) L’adolescenza è quella ‘terra di mezzo’ di cui percepiamo solo la punta dell’iceberg, ignorando la massa sommersa. Ecco, Fabio Bonifacci, sembra conoscerla quella massa sommersa, ci si tuffa dentro, facendola emergere con un linguaggio fresco, originale e una prospettiva non-giudicante.
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Lorella Marini
Questo libro non l'ho amato, l'ho adorato! Da lettrice appassionata so distinguere un bel libro da un bel libro che ti rimane dentro, e questo lo è! Mi sono commossa, emozionata, ho trepidato per la sorte di questi adolescenti, reali come non mai! PS: i genitori di Lele li ho adorati! ☺
Miriam Vecchi
Un libro scritto con passione. Si nota perché i personaggi ti attraggono dalle prime parole. Vivi con questi ragazzi liceali il loro anno scolastico e il loro primo conflitto importante con la realtá della vita. Lele, Serena, il Moicano entrano nella tua mente e ti accompagnano durante tutta la lettura. La scrittura é agile, brillante, quasi familiare. Ci sono molti punti inaspettati che ti mantengono in tensione. Lo raccomando vivamente.
Iniziato ieri andando a dormire, mi sono ritrovato alle 2 a pagina 120 e non volevo smettere. Non mi capitava da un po' di tempo, eppure leggo moltissimo (…) Divorato in meno di un giorno! Questo romanzo parla di droga, ma in realtà la droga è il romanzo stesso, non puoi smettere di leggerlo! Veramente un gran bel libro! Grazie di averlo scritto!
Roberto Scarpone
Romanzo molto bello, con un grande ritorno dell’eroe. Perfettamente circolare nella progettazione e nello sviluppo, eccede nel cincischio ma è un difetto e insieme il suo bello, un po’ come nella Versione di Barney. Bonifacci dovrebbe incentrare di più la promozione sul fatto che è una storia di adolescenti, il titolo si toglierebbe di dosso l’odore di narcisismo triste. In parte lo è: un po’ un ultimo bacio, un po’ notte prima degli esami, un esercizio di autoimbellettamennto, ma poi c’è lo sceneggiatore di ferro che fa di questo Jack Frusciante ipertrofico un supporto ben funzionante e calibrato per lasciar filtrare cose intelligenti, sul piano cosmico, davvero.
Bellissima storia, coinvolgente tanto da non vedere l'ora di scoprire il finale. Iniziato ieri mattina in treno da Bologna per Roma, terminato questa notte alle 02:21.
Antonio Franceschini
Ho tenuto il libro in sospeso x giorni, ritenendo scontato che fosse scritto benissimo, (...). Poi mi sono decisa e, com'era prevedibile, ci sono rimasta incollata. Il trucco del mestiere non è che la storia dei diciassettenni sia diventata interessante: è proprio che in questo weekend, con il naso fra le pagine, io sono stata un diciassettenne...
Sono arrivato solo alla pagina 37 del tuo libro e già posso affermarlo: credo di aver fatto il più bell'acquisto degli ultimi 10 anni nell'editoria. So già che sarà un libro che regalerò a persone care per Natale.
Questo era troppo breve! È finito in un amen! Bravissimo come sempre. Mentre lo leggi te lo immagini reale. Ci si ritrova nei luoghi e ci si identifica nelle persone. Intanto grazie e...attendo...
Complimenti, ma complimenti davvero! Belli i personaggi, la storia e le atmosfere. Lele, Serena, Pigi, Spinoza e tutti gli altri ormai sono dei vecchi amici, ho appena terminato di leggerlo per la seconda volta, e ancora mi dispiace lasciarli.
Ho letto “Il giro della verità” in due serate, ed era davvero molto tempo che non mi accadeva. Avvincente, con i giovani personaggi ben delineati, soprattutto psicologicamente, e che affrontando ciascuno il proprio “Buco Nero”, lasciano emergere in questo cerchio di amicizia la verità, come momento di crescita e di passaggio alla vita adulta. Un romanzo che permane nel cuore e nei pensieri. Grazie.
La scrittura è scorrevole, fresca, va giù come una birra gelata quando stai morendo di sete, ma quello di cui si parla non è né semplice, né banale. Tanto la scrittura è leggera, tanto i temi sono profondi e interessanti. E allora ecco che vuoi saperne di più, vuoi scoprire come va a finire.
Consiglio di iniziarlo nel weekend perché così avrete il tempo di finirlo senza troppe pause. Ti rendi conto leggendo di conoscere già i personaggi, di averli incontrati nella tua vita e che c'è anche qualcosa di te, io ne ho trovato tanto. Da leggere!
Consigliatissimo a tutti: genitori, docenti e adolescenti. Perché " il giro della verità" non è solo un ottimo romanzo con una storia di giovani liceali ma soprattutto un viaggio nella loro mente con gli amori complicati, i pensieri sgualciti, i Buchi neri, la droga e l'alcool, le paure e il senso di inadeguatezza. E d’altra parte tutti noi genitori abbiamo pensato più di una volta: " Suo padre invece si sentiva in colpa perché aveva detto tante volte che nessuno sa cosa fanno i propri figli quanto escono, però credeva che valesse solo per i figli degli altri." (...) Un romanzo che ti entra nell'anima e ne trattiene un pezzetto per sé.
Questo libro di Fabio Bonifacci ha la principale qualità che cerco in un libro: farmi andare a letto contento la sera perché so che è lì che mi aspetta sul comodino. Anche un'altra da non sottovalutare: lo porto in bagno al mattino invece dello smartphone.
Scrittura leggera e contenuto profondo e complesso. Si legge d’un fiato, per la tensione della trama. (...) Tutti i personaggi sono plausibili, i profili psicologici sufficientemente accurati.
(...) mi sono divertita, emozionata, commossa. Ma soprattutto mi sono ritrovata in questa storia con l’ansia, la paura, la gioia, l’amore dei miei 17 anni (e dire che sono lontani un bel po’) e nello stesso tempo della mia età adulta, di genitore.
(...) ho deciso di farmi un regalo speciale: Il libro di Fabio Bonifacci, una persona che mi ha regalato molto in questi anni, e lui manco lo sa.
Bonifacci racconta tutto con dimestichezza narrativa consolidata, passando dai toni della commedia al dramma, al noir e al poliziesco, indagando nelle pieghe dell'anima di adolescenti e adulti. (...) E per scoprire come va a finire la storia e i suoi intrighi, non vi resta che correre in libreria e comprare questo romanzo d'esordio davvero bellissimo.
Questo libro ha un grandissimo difetto: finisce. Tu vorresti continuare a leggerlo, e lui invece finisce. Vorresti saperne di più perché ormai ti sei affezionato a tutti i protagonisti, Fabio Bonifacci descrive la loro anima talmente bene che ti sembra di conoscerli davvero (bada, descrive l'anima, non la fisicità, lo inventi tu il colore degli occhi, dei capelli perché lui proprio non ne parla, a parte Serena. E questa è una cosa che mi ha intrigato parecchio), e comunque, dicevo, vorresti continuare a immergerti nella lettura del suo libro e invece lui che fa? Lo fa finire! Non sto dicendo che ti lascia in tredici, la storia termina, però io alla fine mi son sentita sola e pochi libri mi hanno lasciato questa sensazione.
Lucia Miceli
È questo il punto forte del romanzo, i personaggi sono ciò che sei stato e in un modo molto naturale diventano tuoi amici ma in realtà lo RIdiventano. Poi certo l'occhio alla tecnica ce l'ho di mio, non posso farne a meno e devo dire che non ci sono mai incongruenze, sotto ogni castello che cade arriva subito il cuscino salvi tutti che spiega senza spiegone, dietro ogni comportamento c'è un perché coerente e assolutamente credibile.
Il libro di Fabio Bonifacci (...) attrae proprio perché vero. Lo è la storia, lo sono le persone cosí come i problemi che questi devono affrontare. E non c'è noia, ma realtà. A leggere vuoi sempre saperne di più: e dopo che succede? E lo fai perché ti senti coinvolto nei personaggi cosí ben descritti. I giovani con il peso della vita che devono affrontare e gli adulti che hanno imparata a fronteggiarla fuggendo da sè stessi e dagli altri. La bravura di Fabio Bonifacci, per me, è consistita nel ricostruire minuziosamente questi due mondi in cui solo chi ha il coraggio della verità si salva.
(...) la storia è avvincente e pienamente credibile, fin troppo realistica, direi, per l'accuratezza nella scelta dei dettagli che caratterizzano i dieci-quindici protagonisti da parte dell' autore, al punto che è quasi impossibile non immedesimarsi in qualcuno o simpatizzare per uno di loro. Un gran bel libro, insomma, che facendo onore al suo titolo, racconta di verità nascoste che tutti conosciamo, ma che spesso fingiamo di ignorare - per educazione, perbenismo, a volte per mero opportunismo - fino a quando la vita non ce le sbatte in faccia, come capita - a turno - a ciascuno dei personaggi del romanzo.
Fabio Villani
(...) un romanzo tridimensionale dove i personaggi ti trascinano dentro a una storia che potrebbe essere toccata a te. In ogni frase c'è azione e loro vivono facendo risuonare un intero mondo letterario: Delitto e castigo, Don Chisciotte, Il giovane Holden (e la sua sorellina), Madame Bovary... Eppure il linguaggio è semplice e immediato al punto che intuisci la prossima mossa e vorresti essere tu a scriverlo, questo libro. La straordinarietà sta nel fatto che è tutto dannatamente vero.
Molto ben fatto, consigliato ad adolescenti e adulti. (...) Si legge tutto d'un fiato grazie ad una scrittura scorrevole, non annoia, né si perde in inutili divagazioni, ma sta ben fisso sui suoi protagonisti. Insomma, ad avercene scrittori italiani così, avremmo svoltato.
Scrittura leggera e leggibile. Emerge lo sceneggiatore. Contenuto impegnativo e profondo. Ne verrà sicuramente una serie importante che affronta l’adolescenza degli anni duemila senza retorica. Da far leggere nelle scuole, ai genitori, ai docenti e agli studenti. Il difetto: troppo bolognese.
È un viaggio attraverso la psiche adolescenziale che si dipana in una trama avvincente e drammatica. La narrazione rivela man mano anche le miserie e le virtù delle famiglie dei giovani protagonisti in un crescendo di rivelazioni.
Finito ora di leggerlo. Cercatelo e immergetevi nei vostri 17 anni per ricordarvi quanto è stato difficile iniziare a decidere. Poi se, come me, sapete dov'è Monteacuto avrete voglia di abbracciare Fabio Bonifacci.
Ho finito "Il giro della verità" di Fabio Bonifacci, un romanzo con un congegno perfetto che racconta tutto ciò che perfetto non è: la vita degli #adolescenti e quella dei #genitori. Io non sono né l'uno né l'altro eppure mi sembra di aver vissuto tutto, risate e angoscia compresa. Regalatelo perché ne vale la pena.
In breve: 400 pagine che si leggono senza saltare una parola anche quando il desiderio di sapere ‘come continua’ si fa urgenza. Letto la prima volta in meno di 24 ore! E poi riletto subito. Da applausi.
Non sono un grande lettore ma quando mi appassiono vado fino in fondo. Ho letto la seconda parte del tuo libro senza fermarmi e ti faccio i miei complimenti. Ho 65 anni, sono un papà tardone ( 2figlie ventenni) e la tua storia mi ha appassionato. Piena di colpi di scena con la curiosità di andare fino in fondo. Si vede il tuo stile cinematografico sopratutto nei tempi. Grazie.
(...) volevo farti i complimenti per il tuo nuovo romanzo e ringraziarti per le ore di benessere che mi ha regalato (poche purtroppo, l'ho divorato...). Hai saputo puntare dritto al cuore, scavando nelle memorie della nostra generazione, rispolverando ricordi ed antiche emozioni e raccontando vicende attuali ora come 40 anni fa. Quasi commoventi i riferimenti sommessi alla nostra Bologna... Continua così!
Sono un pessimo recensore, ma “Il giro della verità” mi ha preso come mi capita solo con i grandi scrittori. Non so se ha un genere specifico, dentro ci sono giovani che si amano e si drogano, genitori senza soldi che litigano, poliziotti che indagano. Ma non è stata la storia a colpirmi in particolare, è il modo in cui il libro è scritto, la capacità dell'autore di farti entrare nelle testa dei personaggi, di descrivere la loro sofferenza.
Era da tempo che un libro non mi emozionava così, mi ha letteralmente preso il cuore e lo stomaco al punto da lasciarmi in ansia per i suoi protagonisti nei momenti in cui dovevo mollarlo. La pacifica, iniziale descrizione di un gruppo di liceali e delle loro famiglie viene improvvisamente turbata da un evento tragico che scatena una discesa senza freni verso un inferno di bugie, segreti e mostruosi sensi di colpa da cui ci si salverà solo attraverso una dolorosa, necessaria, catartica verità. Azzeccatissima la metafora iniziale del sassolino felice che ruzzola a valle inconsapevole di mettere in moto una frana che spazzerà via tutto.
istruzioni per la lettura: per spiazzare l’algoritmo di Mark, verso il quale ultimamente nutro sincera antipatia, quando troverete un “non”, mentalmente cancellatelo:
“Il giro della verità” non è un libro bellissimo; non si percepisce chiaramente il senso del ritmo nella storia, le pagine girano da sole una dopo l’altra; Fabio Bonifacci non è riuscito a descrivere con leggerezza e profondità i personaggi che si avvicendano e per questo non te li fa amare, non ti fa gioire e addolorarti per loro e non ti fa immedesimare in loro.
Bonifacci non ha la grande capacità di dare dignità e spessore ad ogni nome, ad ogni volto, ad ogni ruolo, anche a quelli secondari e respingenti e, alla fine, non li adori tutti (Saguatti numero uno).
Gli snodi narrativi non sono davvero avvincenti e i sentimenti, i conflitti interiori che provano Lele, Serena, Patti, Pigi, Spinoza, Anna, Marco non li senti tuoi, non li puoi quasi toccare con mano perché non li hai già vissuti e, quindi, non li puoi capire fino in fondo.
Per finirlo, ho spento la luce alle 3 ieri notte.
Grazie, Fabio
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Bruno Marusso
Leggendo “il giro della verità” sono stata catapultata di nuovo alla scoperta di emozioni forti, difficili, preoccupanti ma anche coraggiose, belle, orgogliose e fondanti. Un libro che mi ricorda l’importanza delle difficoltà e la ricerca della forza dentro di sé e fuori da sé, il personaggio principale è una poesia di dubbi e ricerca nel decidere la direzione della scelta. Lo consiglio a: figli, padri e madri.
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Rosanna De Sanctis

1 commento su “Il Giro della Verità: cosa ne dicono i lettori”

  1. Caro Fabio, ho adorato il tuo libro. È stato un tuffo nel passato, in tutti quegli episodi che non posso ancora raccontare a mia figlia sedicenne, poiché sicuro lo interpreterebbe come un “allora possa farlo anch’io”. E la tua bravura è stata proprio questa: eliminare il divario generazionale, permettendo a figli e genitori di parlare la stessa lingua, rendendo il dialogo accessibile sia riguardo al pericolo che al divertimento di quell’età… Rendendo reale la verità.
    Bravo Fabio.
    Un abbraccio.

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