I 23 Berlusconi

22 giocatori contro 23 Berlusconi

(1991, molto prima che Berlusconi entrasse in politica)

In Milan-Juve, l’altra sera, c’erano 70.000 spettatori, 22 giocatori e, a guardare con un po’ di attenzione, 23 diversi Berlusconi.

Cominciamo dall’ inizio. Si gioca il trofeo “Luigi Berlusconi”, fondato e voluto da Silvio Berlusconi. In finale c’è il Milan (di cui è presidente Silvio Berlusconi). I diritti della partita se li è assicurati Canale 5 (di Silvio Berlusconi). Fin qua, tutto normale. Cioè, magari tanto normale non sarebbe, ma ci siamo abituati.

Notiamo però che la partita è interrotta da spot che sono venduti da Silvio Berlusconi (in veste di proprietario di Publitalia ’80) e, tra i clienti pubblicitari di Silvio Berlusconi c’è, tra gli altri, un certo Silvio Berlusconi, che (in veste di presidente del Milan) ha comprato spazi per lo spot della campagna abbonamenti 1995-96.  In affari, è quella si chiama la “trattativa allo specchio”.

bonifacci-mastai-15

Ad acquistare spazi da Berlusconi c’è anche una linea di creme che casualmente usa come testimonial un dipendente di Berlusconi. Il testimonial è Franco Baresi che, ci informa lo spot, “ha scelto la crema antirughe Intesa”. A parte che non sembra una gran scelta (Baresi è l’unico calciatore italiano con profondi solchi sul viso, il che depone a favore della sua umanità ma non della crema antirughe “Intesa”), a parte questo, è difficile immaginare che tra il Berlusconi datore di lavoro di Baresi e il Berlusconi che vende gli spazi a Intesa non ci sia stato alcun rapporto. Così ricaviamo un nuovo ruolo di Berlusconi, una sorta di mediatore che di mestiere procura contratti pubblicitari a Franco Baresi oppure trova testimonial a Intesa (oppure prende due piccioni con una fava). 

Troviamo poi diversi nuovi Berlusconi ogni volta che il regista (dipendente di Berlusconi) inquadra i cartelli pubblicitari a bordo campo. Anche qua c’è un Berlusconi che vende gli spazi (la pubblicità dentro al Meazza è gestita da Publitalia) e un Berlusconi che compra con la mano destra quel che vende con la sinistra. E’ il caso, ad esempio, del cartellone che pubblicizza Telepiù, di cui Berlusconi è proprietario al 10% (è solo una coincidenza che gran parte del resto sia, o sia stato, di alcuni dipendenti di Berlusconi). 

Durante la partita, andando avanti con gli spot, compaiono due aziende (i “Viaggi del Ventaglio” e una bevanda reintegrante) che si qualificano come “fornitori ufficiali del Milan”. In questo caso le aziende hanno comprato l’esclusiva della fornitura da Berlusconi (presidente del Milan), poi sono andate da Berlusconi ad acquistare lo spazio pubblicitario in tivù e infine si sono rivolte a Berlusconi per annunciare su “Forza Milan” (che è di Berlusconi) che sono loro i fornitori ufficiali del Milan di Berlusconi.  Volendo diffondere ulteriormente il messaggio hanno comprato da  Berlusconi diversi spazi sulle testate Mondadori. 

Arzillo e pieno di energia, Berlusconi entra anche nella telecronaca della partita. Naturalmente lo fa assumendo vari ruoli. La prima volta viene citato (com’è inevitabile) nell’elenco dei Vip in tribuna. La seconda viene intervistato nell’intervallo come presidente del Milan e sostiene, tra l’altro, che Ravanelli è come Di Stefano ma con meno classe (il che, a rigor di logica si può dire di chiunque, dal terzino del Casal Pusterlengo in su). 

Un quarto d’ora dopo, durante un’azione di Ravanelli, il telecronista (dipendente di Berlusconi) non resiste all’idea di citare di nuovo questo illuminato parere di Berlusconi, che così assume anche il ruolo di esperto di calcio. Il che è vero, per carità, verissimo. Anzi, semmai il problema è proprio che è tutto vero. 

Fine partita, è il momento delle premiazioni. Colpo di scena.  Sul tappeto verde del Meazza compare un palchetto bianco su cui sta scritto “Trofeo Luigi Berlusconi”. E in cima, come per incanto, appare lui,  Silvio Berlusconi. Naturalmente, sorride. 

E arriva l’ultima sorpresa. Il trofeo Luigi Berlusconi, creato da Silvio Berlusconi, ha anche uno sponsor, la Opel che, guarda la combinazione, sponsorizza pure la squadra di Silvio Berlusconi, il Milan, e acquista spazi pubblicitari da Silvio Berlusconi, su tivù e giornali.

Così, l’ultima immagine della partita è un esempio straordinario di multi-personalità. Silvio Berlusconi distribuisce le medaglie in veste di imparziale organizzatore del Trofeo Luigi Berlusconi. Però, appena incrocia lo sguardo di Maldini, diventa subito un addolorato (e un po’ arrabbiato) presidente del Milan appena sconfitto. L’attimo dopo, stringendo la mano all’uomo della Opel, si trasforma immediatamente in un venditore allegro ed affidabile. Se la diretta andava avanti ancora dieci secondi, ci scappava una ramanzina liberale all’arbitro Collina che, avendo abitato a Bologna, è in odore di comunismo nonostante la pelata da skinhead. 

Il buffo è che, alla fin fine, per Silvio Berlusconi quella era solo una tranquilla serata di relax.  Dev’essere per questo che Capello non l’ha mandato in campo al posto di Weah. Errore imperdonabile. Col cavolo che lui lo sbagliava, quel rigore. 

3 commenti su “I 23 Berlusconi”

  1. Mi dispiace ma l’articolo è stato scritto nel 1995, quando Berlusconi era già entrato in politica. Come anche esplicitamente scritto nella seconda riga. Ciò non toglie niente alla giustezza del contenuto, ma forse toglie quel sapore di scoop che si voleva dare all’articolo stesso.

    Rispondi

Rispondi a claudiaLL Annulla risposta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.