Come nasce un film – «Amore, Bugie & Calcetto»

Storia di una Storia

Questa sezione contiene l’intera evoluzione di un film dal primo soggetto all’ultima sceneggiatura. Il film è “Amore, Bugie & Calcetto”, ringrazio Cattleya e Warner Bros per la pubblicazione.

Qua troverete 23 documenti per un totale di circa 700 pagine. Ci sono tutte le varianti, le revisioni, gli errori, le false piste, le richieste di cambiamento dei produttori, gli zibaldoni di idee, le note.

È un’occasione – credo piuttosto rara – di vedere il cammino completo di una storia: dalla prima idea al copione che si gira sul set. Fra i vari film, ho scelto questo per due motivi. Primo: in apparenza sembra discostarsi dal metodo che insegno, ma scoprirete che non è così (e quindi il metodo è più elastico di quanto sembri).

Secondo: di questa storia ho scritto anche un romanzo. Non  una sceneggiatura allargata ma, nelle mie intenzioni, un romanzo vero. Potrete quindi vedere una ulteriore evoluzione della storia.

Prima di aprire i file credo sia utile leggere la descrizione che descrive il loro ruolo all’interno del percorso.

amore-bugie-calcetto-locandina

OK, SONO SEMPRE IO

Il corso è un regalo, sta qua dal 2009 e non l’ho mai usato per promuovere le mie cose. il-giro-della-verita-fabio-bonifacci
Faccio eccezione per questo romanzo a cui tengo in modo particolare.

Perché è il mio primo vero romanzo, perché sognavo di farlo da quando ero bambino, perché secondo me è  molto bello.

Puoi leggerlo perché ti piace lo stile con cui è scritto il sito.
Per capire se e come le regole del corso funzionano nella pratica di una narrazione. 
Perché frequenti il sito da anni e se ti dico che è bello, ti fidi.
Perché non ti fidi, e vuoi scrivere una stroncatura che sarà pubblicata qua.
Perché il romanzo sinora è piaciuto molto a chi lo ha letto. 

Oppure puoi non leggerlo, io capirò: la vita è breve e i libri sono tanti. Però un po’ mi dispiace.

Qua puoi saperne di più. E grazie per l’attenzione.

Dal primo soggetto all'ultima sceneggiatura

In partenza c’è un’idea di Luca Lucini, il regista: raccontare la società di oggi attraverso il calcetto, uno dei pochi “riti” che ci sono rimasti. L’idea piace a Cattleya, mi chiedono se mi interessa scrivere il film. Rispondo “In teoria sì. Ma dipende se mi viene un’idea buona per la storia”. Passano mesi, in cui lavoro ad altre cose, e l’idea buona non mi viene. Un giorno vado da Francesca Longardi di Cattleya a dirle che non sono la persona giusta,  e mentre lo dico cominciano a venirmi idee: una, due tre, quattro. Sembrano buone. Francesca è contenta, mi incoraggia a scrivere il soggetto. Misteri della mente umana. Mesi senza idee e, mentre confesso di non averne, arrivano… Però con quelle idee il soggetto era quasi fatto. Infatti ho scritto la prima versione in fretta e tutto di getto.

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Questa è la seconda stesura del soggetto, scritta dopo aver parlato a lungo con Luca Lucini e Francesca Longardi. La stesura è mia ma le novità nascono da idee di tutto il trio.  Alla fine Lucini, che aveva avuto anche la prima idea, firma il soggetto con me. La Longardi non firma, ma solo perché è una vera gentle-woman. Altri produttori avrebbero chiesto di farlo.

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È un trattamento clamorosamente toppato. 50 pagine con l’arco del film dall’inizio alla fine, che poi sono state buttate nel cesso. Non avevo trovato la strada. Appena la produzione mi ha fatto le prime obiezioni ho detto “È giusto, non funziona”. Poi ho capito l’errore, che è interessante per il nostro corso. Questa era la prima volta che scrivevo una storia corale, con 6 protagonisti anziché uno solo. Per cui pensavo che le  solite regole non valessero più, e non le ho seguite. Risultato? Lavoro bocciato. Siccome non mi capita spessissimo, c’ho pensato bene, e ho capito.

Se hai 6 protagonisti non devi seguire criteri diversi dal solito. Semplicemente devi scrivere 6 storie diverse coi soliti criteri, e poi mescolarle sino a farla sembrare un’unica storia. Il metodo funziona quindi anche sul “corale”! PS: siccome i personaggi erano in coppia, poi non ho scritto 6 storie ma 3. Storia di 3 coppie.

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Non è un documento ma una cartella che contiene 7 documenti. La lettura è consigliata solo agli integralisti appassionati. Contiene tutti i passaggi intermedi tra il punto C e il punto D. Come ho detto, mi sono messo a scrivere le tre storie separate. Due mi sono venute subito, la terza non c’era verso! Che fare in questi casi? Semplice, continuare a scrivere, scrivere, scrivere. Chi affronta questa cartella scoprirà che la storia tra Lele e Silvia è stata scritta 7 volte (sette) prima ancora di iniziare a stendere un solo rigo di sceneggiatura. La numerazione parte da 2 perché la versione 1 di Lele e Silvia è andata perduta (magari era la migliore, chissà!).

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Ed ecco il documento con le Tre Storie separate. Tecnicamente non è questa la forma giusta di una trattamento. La forma giusta è quella del Trattamento 1, che aveva un racconto continuo. Ma questo film era un caso particolare. E comunque, quel che più conta,  il Trattamento 1 è stato bocciato mentre il 2 è stato approvato e mi hanno commissionato subito la sceneggiatura. Quindi funziona!

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Prima di scrivere una sceneggiatura si fa una scaletta con  la sequenza delle scene di tutto il film. La scaletta serviva tanto di più in un film come questo, in cui si incrociavano le storie di  6 personaggi più la storia della squadra, più altre cose sui personaggi minori. Si tratta di  8 o 9 storie intrecciate, un discreto casino da far combaciare in fase di progetto iniziale. Specifico che la scaletta è sempre provvisoria.  Tu fai un progetto perfetto del film, poi scrivendo ti vengono nuove idee, allora  cambi la scaletta e torni a sceneggiare… Ma un personaggio fa un’alzata di testa imprevista che funziona, allora rifai la scaletta, e così via. È la lite tra progettazione e creatività, un conflitto continuo da cui nascono quasi tutte le idee buone (se fai solo creatività ti disperdi,  se fai solo progettazione diventi rigido). Questa scaletta non so più a che fase del lavoro si riferisca. Mentre scrivo, conosco le scalette quasi a memoria poi alla fine dimentico tutto. E se vado a rivedere trovo una dozzina di scalette che non  distinguo più l’una dall’altra. Ne pubblico una a caso giusto per far vedere com’è fatta.

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Ed eccoci finalmente alla prima stesura di sceneggiatura! Cosa vi devo dire? Niente. Qua ci sono 40 giornate di lavoro a 9 ore al giorno, in cui ho costantemente prodotto pensieri su questa storia. Dovessi dirveli tutti, mi servirebbero 40 giorni di 9 ore. Leggete e basta, se ne avete voglia.

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È un documento che credo sia raro trovare, ringrazio Cattleya che mi ha dato il permesso di pubblicarlo. Sono le note del produttore alla prima stesura di sceneggiatura. In pratica, le loro proposte di cambiamento. Il documento è ancora più interessante perché, prima di andare alla riunione, mi ero appuntato sul file in MAIUSCOLO le mie contro-note. È quindi un’occasione per vedere all’opera – sia pure solo su appunti scritti – la dialettica produttore/autore. Come si legge nel documento, io ho accolto alcune proposte, mentre su altre non ero d’accordo e ho spiegato i motivi. Ma chi decide a quel punto? Dipende dai casi, e dai produttori. In questo caso, sui punti rispetto a cui non ero convinto, Cattleya mi ha detto di fare come ritenevo più giusto (ne avrete prova leggendo la successiva stesura di sceneggiatura). Ma fanno così tutti i produttori? No comment.

Nel passaggio tra la prima e la seconda stesura, oltre alle note dei produttori, c’è anche il dialogo costante col regista Luca Lucini, che ovviamente diceva la sua. Solo che Luca è un “visivo”,  lascia raramente tracce alfabetiche dei suoi pensieri.

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Questa è la seconda stesura. Come su ogni sceneggiatura non dico nulla. Però vedere insieme la prima stesura, il documento con le note e le contronote, e poi la seconda stesura, credo dia un’idea precisa del percorso compiuto dalla storia.

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Notate come cala il numero di pagine di note! È la prova che la storia inizia a centrarsi, e i produttori sono contenti (quando la seconda stesura ha più note della prima, nella mia esperienza sono guai!). Qua mancano le mie risposte, che diedi a voce e di cui non conservo traccia. Però  il prossimo documento è un “brainstorming” di mie idee per la terza stesura, che nasce sicuramente anche da queste note, e dalle successive discussioni verbali ormai perse nel vento…

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Questo è un mio “brainstorming” di idee, che spedii a tutti in vista della terza stesura. Nella fase iniziale di un progetto, secondo me chi scrive deve procedere per suo conto: ancora non sa dove vuole andare, è inutile confrontarsi con tanta gente sulla strada migliore da seguire per raggiungere una meta sconosciuta. Però, quando si arriva a una fase più avanzata, e la natura del progetto è ormai  nota e condivisa, è saggio anticipare le intenzioni di revisione agli altri. Si tratta di persone che credono nel progetto e lo hanno sposato, il loro parere può essere  molto utile.

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Ecco la terza stesura dello sceneggiatore.

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Fra la terza e la quarta stesura, come vedete non ci sono note. Infatti c’è stata una cosa diversa. Una fase molto bella del lavoro: la lettura con gli attori. Per uno sceneggiatore è fighissimo: è la prima volta che senti dire le parole a cui hai tanto lavorato, la prima volta che vedi diventare vivi i tuoi personaggi. Ovviamente dal confronto con gli attori nascono tante piccole idee, miglioramenti di battute, percezioni di lunghezza o brevità di una scena. Insomma, un po’ gli attori fanno  proposte e un po’, ascoltando i dialoghi letti da loro, mi viene da cambiare delle cose.  In più, in questa fase c’è un forte confronto con il regista. La lettura con gli attori è infatti una sorta di passaggio di consegne. La storia, che sinora è stata “mia”, d’ora in poi passa nelle sue mani. Diventa il suo film. È l’occasione per trasmettergli tutte le informazioni (anche quelle che non hai scritto)  e per risolvere insieme i suoi ultimi dubbi e perplessità. La Quarta stesura è dunque figlia di uno stretto rapporto con attori e regista. Varie nuove idee che ritroverete sono loro.

Questa è anche la stesura con cui Lucini è andato sul set a girare. Va precisato che in tanti altri casi le stesure sono molte più di quattro.  Qua il numero si è ridotto anche perché si era fatto un grande lavoro in fase di trattamento (vedi i tormenti dello “zibaldone”) .

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Pensate sia finita? No. Dopo le riprese c’è il montaggio: è compito di regista e montatore ma chi ha scritto la storia molte volte dà il suo parere.  Queste sono parte delle mie note di montaggio. Riguardano solo l’inizio del film. Poi ho scritto altre 15 pagine sul resto, ma ve le risparmio. Era solo per dare l’idea.

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Voi direte: è finita. Col cavolo! Andate al mare, state in panciolle e arriva la notizia. È finito il montaggio, ci sono tempi precisi, e quindi bisogna scrivere la definitiva voce narrante fuori campo (ovviamente solo nei film in cui c’è, ma in questo c’era).  Vi mettete lì, con 40 gradi, andando avanti con l’avanzamento veloce, a misurare i secondi e scrivere testi che ci stiano esattamente, che completino le informazioni, che siano chiari, che tengano alta la tensione. Ah, poi devono anche essere belli, possibilmente…Come vedete, la scrittura delle voci off è stata anche l’occasione per proporre le ultime idee di montaggio.

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Infine il film esce. Vi chiedono di scrivere una nota per la cartella stampa. Siccome i media  fanno domande solo a registi e attori, quella paginetta è  spesso l’unica occasione dello sceneggiatore per parlare del suo film. Peccato che pochi giornalisti la leggano e nessuno la citi mai…Del resto, chi vuole diventare famoso, mica fa lo sceneggiatore…

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Chi vuole ha un’ulteriore possibilità di vedere l’evoluzione di questa storia leggendo il romanzo. Il primo capitolo è pubblicato gratuitamente nella sezione Libri. Lo pubblicherei tutto ma non posso perché c’è un editore che giustamente si potrebbe arrabbiare.

32 commenti su “Come nasce un film – «Amore, Bugie & Calcetto»”

  1. Come già detto precedentemente, non sono giovane…..nè aspirante sceneggiatore……ma mi piace il cinema e la scrittura….quindi …mai dire mai. Resto in rispettosa attesa del materiale di prossima pubblicazione. Ho apprezzato ambedue i film citati, mi piace molto il cinema italiano quando è ben fatto e intelligente. A risentirci presto.
    Buon lavoro. Anna

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  2. Caro Fabio,
    sono un giovane ragazzo ticinese. Ho ancora un anno di università professionale a Ginevra.
    Sono stato rapito dalla tua bellissima idea di questo corso. Dal tuo esercizio proposto nella prima lezione, ho iniziato due racconti. Il secondo mi ha talmente preso che ora ho venti pagine formato word e penso proprio che lo continuerò. Ora aspetto con impazienza la pubblicazione della seconda lezione.
    A risentirci a presto. Mattia

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  3. Questa idea di mettere a disposizione un case study così completo è semplicemente fantastica!
    Per quanto mi riguarda diffonderò questo corso a tutti gli aspiranti sceneggiatori, per non scoprire quanto sia duro questo lavoro quando ormai è troppo tardi (per es. dopo aver pagato salatissime rette a scuole provate che, nella migliore delle ipotesi, faranno ore e ore di discorsi teorici!!)
    Ancora grazie del tuo impegno costante.

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  4. Ciao Fabio,
    ti ringrazio molto per tutto il tuo lavoro!
    Il corso è una grande idea, ma la messa a disposizione di questi materiali credo sia un’occasione eccezionale per entrare nelle maglie della scrittura. I corsi di scrittura si possono trovano nei libri, i consigli e le dritte magari da qualche amico più esperto, ma i materiali di lavoro sono una miniera d’oro.
    Come dicevo in un altro post precendente, il lavoro che stai facendo ha qualcosa di straordinario. Per i contenuti e i modi.
    Ancora grazie.
    Federico.

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  5. Caro Fabio,

    Oro, argento, casseforti stra-colme di contante… mai niente avrà così tanto valore quanto il tuo speciale corso gratuito e il prezioso materiale che metti a disposizione!

    Non ci saranno mai parole sufficienti per ringraziarti!
    Continua così.
    A risentirci a presto e augoroni di buone Feste!
    Mattia

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  6. Accidenti Fabio, ma allora è davvero così? Dopo la consegna della sceneggiatura l’autore è quasi completamente estromesso dalle fasi successive?( Solo qualche consiglio al montaggio e in punta di piedi?!) Che sofferenza! Ma tu riesci ancora alla fine a sentire come tue le storie che sono diventate film?
    Grazie

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  7. Ciao Fabio,

    solo oggi mi sono iscritto al tuo blog che trovo molto interessante. Mi sono scaricato i documenti che hai allegato qui sopra per studiamerli ( leggi “divorarmeli”) con più attenzione.

    Ancora grazie per aver messo a disposizione il materiale … un vero filone d’oro … grazie ancora !!!

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  8. …la correttrice di bozze alla riscossa segnala che in questa pagina nella sezione denominata “G. Note del produttore alla Prima Stesura”
    un pezzo di codice è venuto allo scoperto..forse è colpa di un testo copiato e incollato da un file .doc (Word produce una marea di monnezza invisibile) e non ripulito prima del salvataggio della pagina su WordPress

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  9. Ciao Fabio, sono un tuo fan nonché omonimo. Grazie per il materiale che metti a disposizione, e grazie per i tuoi preziosi consigli. E’ raro trovare tanta professionalità e generosità nello stesso sito (e nella stessa persona).
    Un saluto da un triestino che si è spostato a Roma!

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  10. Ciao Fabio,
    Scrivo dal Venezuela e anche se qua si parla spagnolo, per me, e stata una grande scoperta trovare il tuo “Corso di Scrittura”, non immaginavo che esisteva qualcosa del genere. tanti complimenti e grazie per tutto quello che ci offri in queste meravigliose pagine.
    Un abbraccio.

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  11. Ho letto e molto apprezzato il contenuto del sito. Torna realmente molto utile!! In tal senso mi permetto di inviarle un quesito: nel scrivere un trattamento molto dettagliato e “romanzato”si possono usate le declinazioni dei verbi al passato ? gazie

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  12. Ho apprezzato il lavoro molto complesso che è alla base di un film. Debbo rivedere con calma quanto ho stampato. Ciao ci sentiamo presto

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  13. ciao .complimenti della lezione descritta nei mini,mi particolari.lo avevo gia letta ma approffondire in diversi corsi migliora la pratica dello scrittore.io sono scrittore non professionista,amante di scrittura di: poesie ,racconti,gialli.il mio genere è horror.ora sto lavorando con altri amici che come me scrivono,e insieme stiamo realizzando due romanzi ,e io da solo una sceneggiatura.Carissimo fabio ,vorrei conoscerla per uno scambio di idee nel settore e fargli visionare ,la mia sceneggiatura ,non ancora finita per un commento o suggerimento se il mio scritto va bene così oppure è da rifare.in attesa di sue notizie le porgo i miei saluti.
    daniele ravaioli

    email- danieleravaioli2010@libero.it

    FABIO RISPONDE: Come chiaramente specificato nella home page del sito non posso leggere i vostri scritti. I motivi sono tanti, qua ne ripeto uno solo: i soli registrati al corso sono 2200, leggere i testi di tutti sarebbe un lavoro a tempo pieno (o forse di più: due lavori a tempo pieno).

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  14. Ciao Fabio, mi chiamo Gianluca e sono un aspirante sceneggiatore. Premettendo che i tuoi consigli mi sono stati utili vorrei chiederti una cosa un pò strana: se io ho più intrecci narrativi che hanno per sfondo la stessa trama, e devo rendere materialmente l’intrecciarsi degli eventi, che si svolgono ognuno in modo autonomo,sulla pagina della sceneggiatura, come devo fare?

    FABIO: Purtroppo non posso rispondere in breve a questa domanda. In futuro me ne occuperò in modo teorico. Però fin d’ora puoi trovare una risposta pratica nella sezione “storia di una storia”. Lì c’è un mio film -dal primo soggetto all’ultima sceneggiatura- che è costruito esattamente in questo modo. Sono tre storie diverse tutte intersecate.
    In estremissima sintesi il criterio è questo: prima costruisci separatamente le singole storie, che devono essere belle e forti in modo autosufficiente. Dopo, solo dopo, le mescoli.
    Non so se basta, ma non posso farti tutta la spiega teorica adesso. Fra l’altro io le spieghe teoriche non le so prima di scrivere le lezioni. So forse fare le storie ma non so come. Per capirlo, e spiegarlo, ogni volta devo pensarci. E anche un bel po’.

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  15. Ciao Fabio ho letto questo tuo lavoro messo a nostra diposizione, ed ancora una volta dico: GRAZIE… dopodichè ho visto il film, dopodichè ho letto il libro 🙂 Generalmente non lo faccio mai, cioè prima leggo il libro e poi vedo il film (anzi spesso per la paura di restare delusa il film neanche lo guardo) ma ero troppo curiosa ed ho ceduto alla “pellicola”. Non ti nascondo che quando ho preso il libro ed ho letto che lo avevi scritto dopo il film, mi sono chiesta che senso avesse, ma, come si dice, la curiosità è donna, e l’ho letto… anzi,l’ho praticamente bevuto ed ho capito perchè “avevi ancora tanto da dire”… bello, veramente bello, lo spessore dei personaggi è dato dalle EMOZIONI che nel libro ti sfiorano e nello stesso tampo ti colpisono. Certo le loro storie di vita li rendono diversi dal film, dove, come dici anche tu, non potevi mettere tutto…ed allora cosa ho fatto? Ho rivisto il film assaporando le sensazioni trasmesse dalla lettura del libro, ascoltando i personaggi inseriti nelle loro storie, dando voce ai silenzi ed alle pause…bello!!! Morale della favola il film mi è piaciuto molto ed il libro anche…diciamo che ha completato il film 🙂

    Grazie, semplicemente grazie
    Francesca

    P.s. MINA il personaggio più bello 🙂

    Rispondi
  16. ciao, non so se ti ricordi di me…

    bè, adesso sono alle prese con un progetto ispirato a Pirandello, in particolare mi sono ispirato alle novelle che hanno per protagonisti i personaggi di alcuni romanzi che cercano l’indipendenza dallo scrittore che li ha ideati… tuttavia la mia domanda è come posso rendere in sceneggiatura l’alienazione di un personaggio rispetto all’ambiente in cui vive e agisce?

    Rispondi
  17. ciao fabio, sono tornato con una domanda veramente cattiva

    come faccio a descrivere l’alienazione di un personaggio rispetto all’ambiente e alla società che lo circondano?

    FABIO: mi spiace, ma questo esula da un corso. Anche se ne fossi in grado (e non lo sono) non potrei dire a tutti come trasformare il loro tema in storia. Però suggerisco di non scegliere temi così astratti come l’alienazione, almeno nella prima storia è emglio scegleire temi un po’ più concreti, almeno secondo me. E’ solo un consiglio, e può anche essere sbagliato, sappilo. 🙂

    Rispondi
  18. Buonasera Fabio, ho appena divorato le tue lezioni..
    Mi chiamo Daniela, adoro leggere e scrivere e da anni vengo incitata da tutti a scrivere un libro che racconti la mia storia. Non ho mai voluto farlo perchè non me ne sentivo affatto pronta..adesso vorrei frequentare qualche corso di scrittura, perché il bisogno e il desiderio di scrivere questo libro si sono fatti strada dentro di me. Ho avuto una vita stupenda fino ai 30 anni di età, poi la malattia, la paralisi, la fine del matrimonio..ma anche la riconquista della gioia di vivere, della felicità, dell’amor proprio, nonostante la lezione di profondo disamore ricevuta da mio marito durante il matrimonio..l’incapacità di provare la minima com-passione e di accettare di avere una moglie disabile mi hanno segnata, dandomi emozioni fortemente negative dalle quali ho fatto molta fatica ad emanciparmi. Oggi vorrei parlare del dolore, forse si, ma sopratutto dell’amore e della gioia che vivo, anche se sono diversi da quelli dei miei primi 30 anni. Ma come faccio a scrivere una trama di una storia che si snoda attraverso 13 anni e coinvolge l’amore, la famiglia, gli amici, il rapporto con me stessa..? Troppo materiale, troppe vicende, troppe emozioni..non so quali scegliere, cosa evidenziare, cosa trascurare.. Vorrei dire tante cose: che la vita è stupenda in ogni condizione, che non si deve mai tradire se stessi per amore di qualcun altro, che l’amore che si ha intorno permette di affrontare qualsiasi cosa, che la fede può salvare anche dove non ci sono vie d’uscita, che la felicità è uno stato interiore, una scelta, e non dipende da ciò che accade, E’ una domanda che posso farti o è mal posta?
    Grazie in anticipo per l’attenzione, e GRAZIE INFINITE per le tue lezioni, le apprezzo enormemente e ne ho tanto bisogno..

    FABIO: Quello che tu vorresti scrivere è un mix tra romanzo ed autobiografia, genere fra l’altro che ultimamente va quasi di moda. Le domande che fai sono molto difficili. Non ho le risposte giuste, ti dico solo quello che mi viene a pelle.

    Tu chiedi: “Ma come faccio a scrivere una trama di una storia che si snoda attraverso 13 anni e coinvolge l’amore, la famiglia, gli amici, il rapporto con me stessa..?”
    Non è facile ma ci sono molti buoni esempi in giro. Leggi quelli migliori e impara da loro. Un buon esempio è la biografia romanzata di Agassi, scritta da un premio Pulitzer. Ce ne sono molti altri, se cerchi su Internet non ti sarà difficile trovare 4 o 5 grandi esempi di romanzi-biografia. Impara da loro, analizza come hanno risolto i problemi narrativi e trova la tua strada.

    “Vorrei dire tante cose: che la vita è stupenda in ogni condizione, che non si deve mai tradire se stessi per amore di qualcun altro, che l’amore che si ha intorno permette di affrontare qualsiasi cosa, che la fede può salvare anche dove non ci sono vie d’uscita, che la felicità è uno stato interiore, una scelta, e non dipende da ciò che accade”
    Ecco questo non dirlo. E’ un messaggi, dunque è troppo profondo per essere detto, enunciato scritto. Se lo dici non peetra nel profondo, uno ascolta e dimentica. Va mostrato, mettendo in fila i fatti da cui uno può dedurre da solo il tuo messaggio. Dire i concetti non è narrativa, bisogna mostrare i fatti. Così chi legge condivide una esperienza, il che è molto più “formativo” che leggere il succo concettuale finale della esperienza stessa.
    Non so quanto ti sono stato d’aiuto, temo poco, ma ho fatto il possibile.

    Rispondi
  19. Ciao Fabio, quando ce la fai leggere (e studiare) un’altra tua sceneggiatura?

    Ma perchè qui in Italia le sceneggiature sono così difficili da trovare, mentre altrove all’estero sono messe a disposizione di studenti ed appassionati senza tanti problemi ed anche gratuitamente?

    Rispondi
  20. ho letto,tutte le lezioni e la ringrazio purtroppo non riesco ad aprire i file in pdf come posso fare a leggere tutte le pagine grazie,

    FABIO: Sinceramente non so cosa suggerirti, tutti riescono ad aprire i pdf. Forse nel tuo computer manca il programmino apposito, ma si scarica gratis da quanto so

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  21. Il corso mi è semplicemente indispensabile. Attendo con impazienza il corso sulla sceneggiatura.
    mi è stato difficile accedere alla lezione 5, perché io sono già registrata e non riuscivo a capire come entrare. Poi in qualche modo ce l’ho fatta , ( sono un po’ tanto imbranata con il PC )ma si potrebbe rendere più immediato l’accesso per chi è già registrato? grazie .Complimenti per la chiarezza dell’esposizione. Ancora grazie e buon lavoro.Rosalba

    Rispondi
  22. Ciao Fabio volevo ringraziarti tantissimo questi tuoi documenti si stanno dimostrando utilissimi. Volevo farti una domanda. Nel trattamento 1, quello sbagliato, ho notato che hai diviso il tutto in scene numerandole. Ad esempio all’inizio hai scritto 1-6, da quello che ho capito tu in quel pezzo hai trattato dalla scena 1 alla 6 vero? Lo consigli di fare?oppure scriviamo un testo unico. Non avevo mai letto un trattamento diviso in scene, secondo me è utile per iniziare a dividere il film in varie scene.

    Rispondi
  23. giocano
    squadre aziendali (come la Bovina Carni di cui si dice “sono dei gran
    macellai”) ahahahaaha troppo divertente . quando l’ ho letto mi sono sbiellicato dalle risate

    Rispondi
  24. Ciao Fabio , complimenti per il sito molto interessante .
    Sono un appassionato di cinema e di conseguenza divoratore di film .
    Fin da ragazzino invento storie e idee tanto che ad alcuni miei amici baleno’ l’idea in testa che non fossi del tutto regolare ma quasi autistico. Tutto questo forse perche’ gia’ all’eta’ di 13/14 anni inventavo/scrivevo film sul genere gangster in generale . Non ho mai avuto il la’ per proporre qualcosa a qualcuno del settore un po’ per pigrizia un po’ per non avere forse il gancio giusto . Vorrei proporti un idea per una sceneggiatura come posso fare ? Hai un e-mail ?
    Ciao grazie .
    FABIO: Grazie ma le storie si vendono a produttori e registi. Chi scrive in genere ne ha già in surplus. Io, che pure ho venduto tante storie, ne ho 50 inedite nel cassetto, continuo a produrre idee, e so che non le venderò mai tutte. Che faccio, mi metto a comprarne altre? 🙂

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  25. Grazie mille professore, sto per finire tutto il corso ed è molto utile. Ho letto altri libri ma il suo modo di scrittura è molto comprensibile e affidabile, cioè sento come se fosse davanti a me a spiegarmi tutto. Grazie di nuovo, è stato come il mio maestro prima del primo punto di svolta.
    Rotza.

    Rispondi

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